(fumetto di alessandro turzi e ivo olivieri / g. vico)
Per andare a scuola mi svegliavo alle sei. Dall’area nord di Napoli dovevo arrivare a piazza Plebiscito. Sotto una fermata zeppa di gente, aspettavo l’autobus che mi avrebbe portato alla metro. La metro collinare, emblema della rivoluzione bassoliniana, a quei tempi arrivava solo a piazza Vanvitelli. Scendevo nel cuore del Vomero per poi proseguire con la funicolare di piazzetta Fuga. Arrivavo a via Roma e da lì era una comoda discesa fino a scuola. Nel corso degli anni ho visto montagne di sale, teschi che fuoriuscivano dalla terra, improbabili tunnel rossi di seta, fare da sfondo alle risate, mie e dei miei compagni, sotto i porticati della basilica di San Francesco di Paola.
Era un viaggio a tutti gli effetti. Lasciavo (da solo) le lande desolate della periferia per approdare finalmente nella misteriosa e accattivante città. Provavo sensazioni nuove e vedevo cose nuove: gli autobus zeppi di gente, i primi ritardi della metro, l’ansia di arrivare, la brillantezza ovattata del Vomero, la stramberia della funicolare che si trascinava giù, il cambiamento delle architetture, il passaggio dai casermoni popolari all’intrico dei palazzi antichi, smantellati, sporchi, che si intravedevano da via Palizzi; il teatro Augusteo con quei manifesti colorati, via Roma ricca di gente, di negozi, di lustrascarpe, di uomini vestiti da donna, la maestosità del Palazzo Reale, con quelle bellissime statue su cui si dicevano cosa sconce, la statua equestre di Carlo III, il mare, sì, il mare, le scale del pallonetto, la bellissima e antichissima scuola, così decadente, ma così affascinante. Quel tragitto da casa a scuola è stato il primo contatto, un modo semplice e necessario per conoscere la città, ma anche per comprendere meglio la lontananza delle periferie.
Da settembre a novembre ho preso parte a un progetto per le scuole chiamato “Nuove Sol.le.cit.azioni”. Le scuole coinvolte: il liceo ginnasio statale Giambattista Vico di via Salvator Rosa, l’istituto superiore Giancarlo Siani di Casalnuovo e l’istituto tecnico Galiani, a via Don Bosco. Il progetto prevedeva di realizzare un murale per ogni scuola e dei racconti a fumetti.
Come tema abbiamo scelto “La città”, intesa sia come centro che come diramazione periferica. Dopo averne discusso con i ragazzi, ognuno di loro ha realizzato una storia a fumetti che raccontava il tragitto da casa alla scuola. Una sorta di reportage di viaggio. Ognuno aveva la possibilità di condirlo con elementi fantastici e onirici. Le storie sono state raccontate liberamente e senza censure, ogni ragazzo ha potuto utilizzare la tecnica che voleva e lo stile che preferiva. Non tutti hanno seguito pienamente il tema, ma sono dei racconti molto personali. Il risultato è un piccolo spaccato di come è intesa la città da alcuni alunni di classi terze e quarte. Di seguito proponiamo le storie colorate per l’occasione. (diego miedo)
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(fumetto di lorenzo d’orilio / g. vico)
(fumetto di martina de marco / g. vico)
(fumetto di lea fanelli e miriam quattrone / g. vico)
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