IL FUTURO NON PROMETTE BENE
Eleanor Davis
Rizzoli Lizard, 160 pagine, 18 euro
Già dal titolo si può capire il senso di questo fumetto. Il futuro non promette bene. Ma vale la pena combattere per migliorarlo? C’è una speranza nonostante tutto l’orrore? Sono queste le domande che Eleanor Davis (statunitense di Tucson, classe 1983) sembra porsi nel suo ultimo lavoro pubblicato in Italia da Rizzoli Lizard.
Siamo in un futuro imprecisato non molto diverso dal nostro presente dove Mark Zuckerberg, boss di Facebook, ha preso il potere e droni silenziosi ci scrutano dal cielo indisturbati. Protagonisti sono Hannah, una badante trentenne molto attiva politicamente e il suo compagno Johnny, disoccupato, amante delle canne, con il sogno della coltivazione bio. Vivono in una roulotte, ma sono in procinto di costruirsi una casetta e provano, senza successo, ad avere un figlio. Hannah fa parte di un gruppo chiamato Haav (Humans against all violence) che organizza diverse attività e sogna un mondo migliore. Sono pronti a scendere in piazza e urlare il proprio dissenso contro ogni abuso. Gli scontri con la polizia sono frequenti, un presagio di tragedia pervade tutto il libro (in America è uscito per la storica casa editrice Drawn & Quarterly prima della morte di George Floyd e delle relative proteste, ed è curioso notarne l’eco rileggendolo adesso a distanza di un anno). Il compagno di Hannah, invece, si trascina indolente e confuso, con poche idee e tante incertezze. Ai personaggi principali fanno da contraltare due figure che sono il loro esatto opposto: la granitica Gabby, amica fedele di Hannah, contraria alla procreazione, e il paranoico Tyler, amico di Johnny molto sicuro di sé e del proprio presente. Questi due alter-ego contribuiscono a destabilizzare il rapporto, creano una tensione crescente che rende quasi secondari gli scontri nelle strade.
Cominciato poco dopo l’elezione di Donald Trump, il lavoro di Davis porta all’estremo una realtà in divenire. È un racconto realistico con spunti autobiografici, ma l’autrice, con astuzia, decide di ambientarlo nel futuro, in modo da poter raccontare con distacco un’America sull’orlo del tracollo.
La storia è semplice ma tutto il libro è preciso e perfetto. Il bianco e nero elegante e funzionale delinea le figure e gli scarni paesaggi, la violenza e le battaglie nelle strade, la frustrazione tra le mura di casa o di una roulotte, l’incertezza sul sistemarsi, la paura di mettere al mondo un figlio in un mondo così alla deriva. Nonostante tutto, il futuro non è ancora scritto. La tragedia è dietro l’angolo, la paranoia per il controllo dal cielo è palpabile, ma non tutto è perduto. Forse uno sguardo, una carezza, può essere più forte di mille manganellate. È giusto protestare, far saltare tutto quando serve, poi però bisogna vincere anche le proprie battaglie quotidiane. Con fierezza e senza paura. (diego miedo)
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