
Le condizioni disastrose delle scuole dell’infanzia napoletane, senza refezione e senza un numero sufficiente di educatrici, si aggravano di giorno in giorno ed è giusto che restino ben presenti all’attenzione dell’opinione pubblica. Da più di un mese migliaia di famiglie con bambini devono far fronte all’orario ridotto delle scuole comunali, senza refezione e senza alcuna garanzia sulla programmazione didattica. Negli asili nido gli inserimenti dei nuovi arrivati sono saltati per la scarsità di educatrici e in alcuni casi è stato chiesto esplicitamente ai genitori di tenere a casa i bambini. Chi continua ad accompagnare al nido i propri figli può constatare come le poche maestre in servizio abbiano difficoltà ad assicurare il regolare svolgimento delle attività e più di un genitore racconta di aver visto i bambini nelle aule affidati alle bidelle. Da settembre poi le rette degli asili nido sono aumentate anche oltre il cento per cento, e in certi casi fino a 280 euro. Intanto le scuole private hanno riaperto le iscrizioni e in molti hanno deciso, seppure a malincuore, di ritirare dalle pubbliche i loro bambini. Le scuole comunali assomigliano sempre più a quei tristi baby-parking a pagamento, sorti proprio per lucrare sulle mancanze dell’offerta pubblica.
L’assessore all’istruzione, Anna Maria Palmieri, ha attribuito agli uffici comunali l’errore nel bando che ha fatto slittare a gennaio la nuova refezione. Nessuno però si è preoccupato di avvisare in tempo le famiglie, che hanno appreso la novità solo alla riapertura delle scuole e senza ulteriori spiegazioni. E nemmeno è dato sapere chi siano i dirigenti che hanno sbagliato e se continueranno a fare danni impunemente al riparo delle stanze di palazzo San Giacomo. In ogni caso, una gara d’emergenza è stata indetta e sul sito del comune un comunicato – apparso solo il 5 ottobre, dopo la protesta delle mamme – informa adesso che la refezione riprenderà il 5 novembre, “al netto di imprevisti”. Questo breve inciso la dice lunga sul grado di affidabilità dell’amministrazione comunale. Chi garantisce infatti che queste gare – quella d’emergenza e quella ufficiale – non andranno deserte come tante altre indette in questi mesi da un comune sulla soglia del dissesto? Cosa accadrebbe a quel punto? Un piano C evidentemente non esiste.
L’assessore Palmieri sostiene che con l’avvio della refezione e il prolungamento dell’orario verranno assunte le maestre precarie alle quali non è stato rinnovato il contratto, a causa dello sforamento della spesa nell’ultimo bilancio comunale. In questo modo si ristabilirebbe un rapporto adulto-bambino nei limiti della decenza. Eppure, il 31 agosto scorso è stato approvato un decreto che dispone l’assunzione di 350 maestre precarie. Perché a oggi ne sono state assunte solo poche decine? Quali garanzie ci sono che con l’avvio della refezione verranno fatte tutte le nomine necessarie? Da un mese si ascoltano discorsi dilatori e generiche promesse. Nell’incertezza crescente sono in molti, non solo tra le famiglie ma anche tra le maestre in servizio, a temere che le educatrici che mancano oggi continueranno a mancare per tutto il resto dell’anno.
Dopo la mobilitazione dei genitori nelle scorse settimane, dopo le assemblee pubbliche e l’autogestione della refezione messa in atto dalle mamme dell’asilo nido “Rocco Jemma” di Materdei, è subentrato un momento di attesa. I genitori dell’asilo nido di Materdei hanno proposto di portare a scuola il pasto completo in cambio della nomina delle educatrici precarie, dell’orario prolungato e del dimezzamento della retta. Soluzione approvata il 4 ottobre dal consiglio di circolo e avallata dall’assessore Palmieri, che ha dichiarato di volerla estendere anche ad altre scuole cittadine. Sono passati quindici giorni ma la misura non è stata resa effettiva e non ci sono tempi certi per la sua messa in atto.
L’impressione di tutti è che in comune siano piuttosto preoccupati di far passare il tempo, tenendo a bada il malcontento e sperando che la bufera si allontani in fretta. In questa situazione mortificante, né l’assessore né il sindaco sono stati capaci di prendersi la minima responsabilità, limitandosi a ripetere il ritornello sui tagli del governo centrale e sugli sprechi delle passate amministrazioni. Su nessuna delle tante questioni aperte è arrivata dal comune una comunicazione chiara e inequivocabile. Sulla refezione autogestita, infine, la signora Palmieri, sempre con ingiustificato ritardo, si è limitata a una nota con la quale in sostanza si lava le mani scaricando ogni responsabilità sui dirigenti. Ancora dilazioni e scappatoie burocratiche, che umiliano ed esasperano soprattutto quelle famiglie che, accanto ai disagi quotidiani di tale situazione, stanno spendendo tempo ed energie per esigere dagli amministratori la dovuta solerzia e trasparenza. A questo punto i genitori sono tornati a farsi sentire e continueranno con altre iniziative nei prossimi giorni. Ma stavolta, oltre alla refezione e alle maestre, chiedono le dimissioni di un assessore che ai loro occhi non ha più alcuna credibilità. (luca rossomando)
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