MONiTOR Italia
  • Home
  • temi
    • culture
    • iniziative
    • italia
    • lavoro
    • migrazioni
    • recensioni
    • rifiuti
    • sanità
    • scuola
  • città
    • bologna
    • milano
    • napoli
    • roma
    • torino
  • foto
    • fotoreportage
    • fotogallerie
  • autori
  • edizioni
  • napoli MONiTOR
culture
21 Dicembre 2016

Compagnia Ribolle, incursioni tra circo e teatro nelle strade del Natale

Antonio Bove
(archivio disegni napolimonitor)
(archivio disegni napolimonitor)

È capitato a turisti e napoletani di imbattersi, in questi giorni, in alcuni spettacoli di bolle di sapone, materializzatisi d’incanto nel grande caos che ha conquistato la città nel clima prenatalizio. È stato subito possibile, a un primo sguardo, comprendere che si trattasse di performance appartenenti a un mondo più complesso e raffinato.

A Napoli dai primi giorni di dicembre per preparare la tournee natalizia, la Compagnia Ribolle è un laboratorio teatrale che negli ultimi anni ha imposto una propria linea espressiva, fonte d’ispirazione per molti altri e che guarda sicuramente al fascino della perfomance di strada ma con i piedi ben piantati nel teatro, e chi si sia imbattuto in quelle piccole “incursioni” a colpi di bolle nella Napoli invasa di turisti ha avuto modo di accorgersene, trovandosi davanti una miscela a metà strada fra teatro e circo, che appartiene a entrambi i mondi e a nessuno, sotto la guida di Michelangelo Ricci. «Io vengo da esperienze diverse – dice Ricci –. Nasco con il teatro di ricerca e a quello mi rifaccio sempre. Nella mia carriera ho fatto Jarry, Beckett e altri autori importanti, ho lavorato nel teatro musicale e sono stato regista del Premio Tenco per cinque anni. Ho attraversato tutti i generi. Questa produzione, però, mi è molto cara, è qualcosa di veramente diverso, un’idea che non c’era. Adesso anche altri fanno spettacoli che utilizzano le bolle, secondo me, però, questa cosa non è l’elemento centrale. Il vero soggetto sono le emozioni che le bolle suscitano, l’emotività che creano».

Sono quasi dieci anni che la Compagnia Ribolle porta in scena spettacoli visionari nati dalla fantasia di Ricci, in cui tra attori e pubblico si crea un’alleanza basata sul gioco e sulle possibilità di uscita dalla logica comune che le bolle, con la loro presenza visibile ma impalpabile, ai confini della materia, offrono. «La compagnia prende il nome da uno spettacolo che si chiama Ribolle, nato durante un festival che dirigevo in Toscana. Era uno spettacolo in cui al posto delle parole c’erano le bolle di sapone ed è andato molto bene, siamo andati in giro per quattro anni fra Italia e Francia riscuotendo un buon successo. Allora su quella scia ho provato a lavorare a qualcosa di nuovo, cercando una nuova via che unisse questa idea del “teatro con le bolle” al circo. Il circo inteso non solo come evento di performance ma come luogo di estraniamento e gioco di relazione col pubblico. Non solo esibizione di capacità tecniche, anche se con lo spettacolo mettiamo in scena anche quello, le bolle di un certo tipo, il virtuosismo, il lazzo, la battuta. Abbiamo cercato, però, di fare una sintesi con meccanismi che tenessero sempre il pubblico in una tensione gioiosa. È uno spettacolo che produce nello spettatore un meccanismo di uscita dalla logica. I bambini giocano, gli anziani viaggiano nel tempo e c’è un senso di unità inter-generazionale grazie al quale tutti confluiscono in una generazione unica che sta dentro un incanto. Le bolle creano questa sensazione e noi spingiamo lo spettacolo in questa direzione. Questa è una creazione che non c’era, prima, nel panorama italiano, nemmeno in quello circense o della danza. Ha una propria forza che per il pubblico diventa ipnotica. C’è gente che lo ha visto dieci volte, forse proprio perché questo tipo di esperienza porta a un bisogno psicofisico di rivivere lo spettacolo, come avviene nei sogni».

In programma a Galleria Toledo dal 21 dicembre all’8 gennaio con lo spettacolo Il circo delle bolle di sapone, la compagnia guidata da Michelangelo Ricci vede sul palcoscenico Simona Baldeschi, Maria Grazia Fiore e Maurizio Muzzi, che già da venti giorni stanno attraversando la città disseminando bolle di sapone in un percorso di promozione e confronto con la città e la sua gente, terminato domenica scorsa con un omaggio a Napoli in piazza Plebiscito.

«Uno spettacolo cosi lo adeguiamo sempre allo spazio. Adesso a Napoli stiamo denudando il palcoscenico di Galleria Toledo per riempirlo di luci e colori perché credo a prescindere da questo spettacolo, il teatro debba tornare a essere visivo, colorato. Deve suonare, avere movimento. Con tutto l’amore per il teatro di narrazione non si può svuotare sempre tutto, il teatro va riempito. Forse anche per questo ho sempre amato il teatro musicale. Anche nei laboratori che faccio sono sempre più presenti musica, canzoni, proprio perché voglio un teatro pieno di cose che riempiano gli occhi e la testa degli spettatori. Napoli è un punto d’arrivo. Ogni anno scegliamo una città per il Natale. Siamo qui ormai da venti giorni, siamo andati in giro a promuovere lo spettacolo facendo improvvisazioni per strada, davanti alle scuole, ci siamo frapposti al grande caos della città nel periodo natalizio, certo per promuovere il nostro spettacolo ma anche per cominciare a sentire il pubblico, a imparare qual è il pubblico che troveremo in teatro. È il nostro modo di fare. Inutile dirlo, questa è una città straordinaria, con meccanismi non così facili come credevamo. Pensavamo ci accogliessero subito, invece c’è una sorta di diffidenza iniziale che all’inizio ci ha lasciati un po’ perplessi ma è servito da stimolo per fare di più, per lavorare meglio. Siamo contenti anche di aver scelto un teatro che sta nei Quartieri Spagnoli, per noi è una bella scommessa, portiamo uno spettacolo di gioia in un contesto che saprà accoglierlo». (antonio bove)

Share on Facebook Share on Twitter Share on Google+
Previous Article Napoli nel buio della politica nella Malanotte di Giuseppe Pesce
Next Article Robinù e la paranza dei bambini. Sul docufilm di Michele Santoro

Related Posts

  • E lucevan le stelle, un progetto fotografico sulla cooperazione nella salute mentale

  • Arte pubblica, disciplinamento sociale e ipocrisia

  • Ascoltate quello che i malati hanno da dire. Su Stranieri a noi stessi di Rachel Aviv

  • Un cuore affamato. Oroscopo di Foucault 2024

Leave a Reply

Appuntamenti

Edizioni MONiTOR

Lo stato delle città, n°12

Lo stato delle città, n°11

Lo stato delle città, n°10

Lievito

La memoria bucata

Lo stato delle città, n°9

Confini

Le guarattelle

Lo stato delle città, n°8

Le fragili alleanze

Lo stato delle città, n°7

La settimana santa

L’estate è finita

La Venere degli stracci

Lo stato delle città, n°6

Baby Gang

Lo stato delle città, n°5

Lo stato delle città, n°4

Solidi

Detti

Lo stato delle città, n°3

Lo stato delle città, n°2

Risalendo la china

Quartieri Spagnoli

L’infelicità italiana

Lo stato delle città, n°1

Lo stato delle città, n°0

Heroes

Qualcosa che bruci. Oroscopo di Foucault

Il cielo in una stanza

Lo sparo nella notte

La città orizzontale

Grigio

Primavera breve

Fino all’urdemo suspiro

Vai mo

Palude

iL SINDAKO

Lo stato della città

Il fuoco a mare

La sfida

Odissee

SOSTIENI!

Lo stato delle città / LA RIVISTA

NEWSLETTER

Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy.

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Fotoreportage

Storie Disegnate

Napolimonitor.it 2006 > 2015

Lo stato della città / IL LIBRO

Chi siamo

Napoli Monitor è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014.
A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento.
Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

contatti

La redazione di Napoli Monitor è ai Quartieri Spagnoli (via Emanuele De Deo 63/a, 80134 – Napoli) – info: redazione@napolimonitor.it

MONiTOR Italia
© Copyright 2015. Proudly supported by dopolavoro and Shift-Left