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19 Aprile 2022

Di fioriere ostili e filantropi. Immagini e riflessioni dalla Dora di Torino

Redazione

Foto di Cristina Rossi

Lo studio dei dettagli è l’occasione di sviluppare un’idea di città. Secondo Benjamin le forme concrete dei passages parigini rivelano un fenomeno originario urbano così come “la foglia dispiega da sé l’intero regno del mondo vegetale empirico”.

Da mesi osserviamo un brano di città lungo la Dora. Si trova sull’argine destro, dove il ponte Carpanini incontra Borgo Dora. Qui c’è un angolo che accoglie chi non ha casa, a volte s’accendono fuochi con la legna per resistere alle notti di freddo. In pieno inverno il governo della città ha posto una fioriera. Il fine è chiaro: impedire la sosta e il riposo dei poveri. Non conosciamo la catena degli ordini, forse responsabile è la circoscrizione. Pochi giorni dopo le fioriere ostili diventano due. In una notte di febbraio solidali della rete Non una di meno hanno attaccato ai muri manifesti di sdegno e contestazione. Alla fine dell’inverno l’angolo è vissuto ancora, nonostante gli oggetti di disturbo: la vita ha trovato spazio nel piccolo posto creato fra le fioriere. Allora il governo è intervenuto di nuovo, ha rimosso i cilindri in cemento e ha fissato al suolo due rastrelliere per biciclette.

Spostiamo appena lo sguardo da questo angolo. Poco oltre, di fronte al giardino Cardinale Pellegrino, c’erano panchine dove uomini e donne passavano il tempo con una pizza, delle birre. Le panchine sono state rimosse nell’estate del 2019; lo sguardo attento ancora può cogliere chiazze di cemento nuovo che coprono i buchi dello sradicamento. Il giardino è circondato da una cancellata e l’ingresso è regolato dalla fondazione di comunità del quartiere. La fondazione ha ottenuto finanziamenti dai cittadini e dalla Compagnia di San Paolo per curare questo spazio pubblico e il cancello viene chiuso ogni sera. Così il giardino resta vuoto quando scende la notte. Nel patto di collaborazione fra la fondazione di comunità e la città è scritto che l’ente filantropico si propone di “attivare  percorsi  di  accompagnamento  delle  persone  fragili  e/o  senza  fissa  dimora  che  frequentano  l’area  verso  i  servizi  competenti  in  materia,  in  modo  da  favorire  il  dialogo  e  l’incontro  con  le  istituzioni  e  mantenere  l’attenzione  sulla  loro  situazione”. Nel gennaio di quest’anno – le fioriere ancora non c’erano – l’assessore alle politiche sociali (Rosatelli, di Sinistra Ecologista) ha firmato in pubblico il patto con la fondazione di comunità e non sono mancate le dichiarazioni di rito: «…creare un luogo attrattivo e fruibile da tutti in cui si realizzano attività ludico-ricreative, educative, sportive e musicali…».

Davanti al giardino sorge il Sermig, centro cattolico votato all’accoglienza e all’aiuto dei poveri. Dietro al Sermig, sull’acciottolato di canale Molassi, lavoravano centinaia di straccivendoli ogni sabato mattina. Nell’aprile del 2018 il Sermig ha firmato un documento favorevole all’allontanamento dei venditori poveri. Poi sono arrivate le forze dell’ordine nell’autunno del 2019, erano in tenuta antisommossa: hanno caricato e hanno costretto gli straccivendoli all’esilio. L’edificio del Sermig è nominato “arsenale della pace” perché ambisce a sovvertire la funzione originaria della struttura, un tempo arsenale militare. Intanto da settimane centinaia di cittadini portano al Sermig aiuti umanitari per la popolazione ucraina. Il 5 aprile Ernesto Olivero, il fondatore del Sermig, ha accolto presso l’arsenale il presidente del consiglio Draghi, fautore politico dell’incremento della spesa pubblica in armamenti militari.

Oltre il ponte Carpanini, dall’altra parte della Dora, si trova una locanda che organizza serate canore finanziate con i fondi europei di Tonite. Tonite è un progetto volto a incrementare il senso di sicurezza nel quartiere. Dopo gli sgomberi e gli investimenti immobiliari di Lavazza e The Student Hotel, innovatori culturali, artisti, architetti e proprietari di locali organizzano eventi effimeri per incentivare i consumi di classi sociali certo più abbienti dei poveri che dormono in strada o bevono una birra addossati al parapetto. Anche la fondazione che cura il giardino Cardinale Pellegrino ha ricevuto i finanziamenti di Tonite e collabora con una cooperativa responsabile dello sgombero dei baraccati in Lungo Stura Lazio, sette anni fa.

Ad aprile il presidente della circoscrizione Deri (Partito Democratico) ha chiesto un presidio fisso delle forze dell’ordine nel quartiere. Così procede la vita nella città. L’ostilità di fioriere e rastrelliere, gli sgomberi e le cariche della polizia, gli investimenti immobiliari paiono complementari alle attività di enti filantropici, complementari alle buone intenzioni di élite che colorano di benevolenza e accoglienza ogni dichiarazione pubblica. Ipocriti assomigliano a sepolcri imbiancati. (redazione monitor torino)

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