Cara redazione, anche questa quarantesima edizione del Torino Film Festival è finita. Potrei raccontarvi dei film, della critica, dei critici, delle lamentele, delle novità, delle riscoperte e delle conferme, ma non lo farò: sarebbe troppo noioso. Vorrei proporre – a voi fini intellettuali, animali di cultura, critici rampanti e anime benjaminiane – nove possibili soggetti da festival. Van bene per qualsiasi festival, che sia diretto da Steve Della Casa o meno. Prima, per dovere di cronaca, devo scrivervi che in questo Tff c’era molta Napoli: la Napoli magica di Marco D’Amore, una pubblicità piena di luoghi comuni, uèuèismi e onanismi; e poi La Giunta sulla Napoli rossa di Maurizio Valenzi: un ritratto borghese, intimo, autocompiaciuto, ma che negli spazi bianchi aveva qualcosa da comunicare. Questo è, lasciamo perdere: non voglio fare critica, ma solo spettacolo.
Soggettini per possibili film da festival.
1. La morale / The Lesson. Il film si apre su un panorama quasi est europeo. Distese di boschi (quelli rumeni dove ci sono gli orsi potrebbero andare benissimo), la camera plana sempre più nel dettaglio fino a entrare nella finestra di una classe. Sono tutte ragazze di 11-12 anni, sono vestite con tute acetate, potrebbero forse essere gli anni Novanta, una professoressa molto anziana spiega storia. Scopriamo che spiega Storia Recente, una materia obbligatoria, le ragazze non ridono e sono come fisse e guardano la lavagna, sono immobili. La professoressa apre un libro e inizia a leggere un capitolo. Ogni capitolo, capiamo dai cartellini appuntati sulle tute, ha il nome di una ragazza. Allora ogni capitolo racconta dalla nascita alla morte. Attraverso un primo piano birichino entriamo sempre più nel dettaglio e riviviamo le loro vite. L’ultima ragazza non ha cartellino, la camera indugia, la professoressa la guarda, sfoglia il libro, la riguarda. Lei muore. Musica lirica insistente.
2. The Foliage / Il fogliame. Il film è un film muto. È un film virato sul giallo e sul rosso. Il protagonista con un borsalino a tesa larga e un bastone con un corvo d’argento cammina per sessanta minuti in un lungo viale, potrebbe essere un parco, e osserva le foglie cadere dagli alberi. Alla fine del viale entra da quella che potrebbe essere la porta di un locale. Musica techno ad altissimo volume e colori sgargianti stupiscono lo spettatore, vediamo in mezzo al locale il nostro uomo con il borsalino dormire con la testa pigramente appoggiata sul bancone del bar.
3. Majakovskij / Majakovskij. Trasposizione in salsa messicana della poesia “Voi che passate da un’orgia all’altra, / che avete il bagno e il gabinetto caldo! / Non provate vergogna a leggere sui giornali / le proposte per la croce di San Giorgio?! / Sapete voi, incapaci, numerosi, / voi che pensate al modo di rimpinzarvi meglio, – / che forse or ora una bomba ha dilaniato / le gambe al tenente Petròv?… / Se egli, condotto al macello, / vedesse a un tratto, crivellato di ferite, / come canticchiate lascivi Severjànin / con il labbro unto di cotoletta! / A voi dunque, amatori di donne e di pietanze, / dare la vita per farvi piacere?! / Piuttosto nel bar servirò alle puttane / succo d’ananasso!”.
4. Camerata Fiat / Comrade Fiat. Il film storico indaga la Fabbrica sotto l’egida del potere fascista. Varie fasi storiche: trasformazione di Torino, la borghesia e i salotti, i cioccolatini. Primi scioperi in fabbrica e caduta del regime. Possibile regista: Daniele Gaglianone.
5. Speak to me of Love / Parlami d’amore. Quasi pasoliniano, quasi alleniano, quasi sperimentale, quasi bello. Una voce fuori campo intervista i vecchi di villaggi rurali sparsi per l’Europa e chiede di leggere le poesie che le proprie amate e i propri amati si sono dedicati nell’atto della seduzione.
6. Il corpo dentro / The Body Inside. Carcere, sezione nuovi arrivi. A un ragazzo alla sua prima esperienza viene concesso dopo otto mesi di frequentare la scuola del carcere. Spostato di blocco conosce le insegnanti e i suoi nuovi compagni di classe e comincia ad apprendere modi di evasione prima mentali e poi fisici. Evade, lo rivediamo maturo giocare con i figli in una località di mare.
7. Bos Primigenius / Una storia vera. Prima metà del Novecento. I fratelli tedeschi Heinz e Lutz Heck cercarono, aiutati dal regime, di riportare in vita gli uri, animali mitici ormai estinti, incrociando bovini di varie razze. Il risultato è il bovino di Heck, un quasi Uro. Dopo la guerra i bovini di Heck sono aumentati di numero. Un consistente branco vive allo stato brado nella riserva Oostvaardersplassen.
8. N’ata vota / Un’altra volta / Another Time. La camera apre su una spiaggia di Napoli, sugli scogli steso a leggere e sorseggiare vino c’è Nikolaj Gogol. Sulla spiaggia la gente raccoglie telline, i pescatori rammendano le reti, un pulcinella zampetta nell’acqua provando le movenze, una donna accende un fuoco per cucinare. Un ritratto intimo.
9. Il ghiacciaio / Glacier. 2050, il governo francese istituisce un nuovo corpo speciale di polizia. Uomini altamente addestrati a preservare i ghiacciai francesi ed evitare che governi stranieri e poveri assetati vadano a rubare l’oro trasparente di Francia. Un film crudo, pieno di sangue e sesso, non adatto ai minori di 16 anni. (luca valenza)
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