All’inizio di maggio del 2021 la vertenza di abitanti e attivisti del quadrante Prenestino per risparmiare l’ex area industriale della Snia Viscosa dal cemento e per tutelare l’ecosistema del suo lago Bullicante era stata data per vinta: tutto il perimetro sarebbe diventato Monumento naturale. Si era espresso pubblicamente anche il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, alla guida dell’ente titolare del provvedimento: «Abbiamo raggiunto un obiettivo importante», diceva. Eppure giovedì 27 ottobre, a distanza di quasi un anno e mezzo da quelle dichiarazioni, quegli stessi residenti e attivisti riprenderanno la mobilitazione per lo stesso motivo. Il provvedimento di ampliamento rischia infatti di arenarsi con la fine anticipata della consiliatura Zingaretti che, dopo essere stato eletto deputato, ha annunciato le dimissioni entro l’inizio di novembre.
L’appuntamento per la manifestazione è alle 10:00 in piazza Oderico da Pordenone, davanti all’ingresso del palazzo della giunta regionale. «Nonostante i solleciti – denunciano gli attivisti del Forum territoriale permanente del Parco delle Energie – non abbiamo ricevuto risposte certe dalla presidenza e dell’assessora Lombardi (all’Ambiente, ndr) sulla chiusura positiva del procedimento prima della fine della legislatura. Il tempo perso e questo stallo potrebbero irreparabilmente e irresponsabilmente vanificare un decennio di lotte». Interpellata in merito la Regione ha fatto sapere che «l’iter non si è assolutamente fermato» e che «l’istruttoria sta proseguendo regolarmente con i tempi e le modalità previste». Abitanti e attivisti hanno, però, diversi motivi per temere che il provvedimento sia a rischio.
Il lago Bullicante è nato all’inizio degli anni Novanta dagli scavi di un cantiere all’interno di un’ex area industriale. La presenza dell’acqua ha bloccato la costruzione del centro commerciale, ma ha anche favorito la rinaturalizzazione selvatica dell’area dando vita a un ecosistema ricco di biodiversità, sia della flora sia della fauna, attirando anche specie pregiate. Una rigenerazione spontanea operata dalla natura, per di più in una delle zone più densamente edificate e inquinate della città, sprovvista degli standard minimi di verde previsti dalla legge. Gli abitanti del quartiere e gli attivisti del vicino centro sociale ex Snia l’hanno capito subito e da trent’anni si battono per evitare la ri-cementificazione dell’area, tentata più volte dal proprietario-costruttore con vari progetti di rigenerazione edilizia.
La vertenza è proseguita per tappe. Tra queste c’è, per esempio, l’esproprio di una parte dell’area, la sua apertura al pubblico e, appunto, l’istituzione del Monumento naturale nel giugno 2020. Una vittoria definita “storica” anche se “monca” in quanto dal perimetro del Monumento naturale, per paura di possibili ricorsi, gli uffici tecnici della Regione lasciarono fuori l’area dove sorgono i ruderi dell’ex fabbrica, di proprietà di una società del gruppo del costruttore Pulcini. Nel decreto di istituzione si prevedeva però che Roma Natura, l’ente regionale che oggi ha in gestione il Monumento, avrebbe potuto proporre entro un anno l’ampliamento dando vita a un’ulteriore istruttoria.
La proposta di ampliamento è arrivata ad aprile 2021. La tesi di Roma Natura e dei tanti esperti del mondo scientifico che si sono spesi a favore della tutela dell’area è che “tutto il perimetro ha valore naturalistico” ed è funzionale alla ricolonizzazione e alla conservazione della biodiversità. Il via libera di Zingaretti all’ampliamento arriva dopo pochi giorni, e alla notizia viene dato ampio spazio sui giornali locali, anche perché, nel mese e mezzo precedente, le ruspe del proprietario avevano distrutto buona parte degli alberi e della vegetazione cresciuta tra i ruderi, attirando l’interesse dei quotidiani e spingendo il comune di Roma ad avanzare una segnalazione per danno ambientale alla prefettura, che ha portato all’apertura di una procedura presso il ministero dell’Ambiente, della quale ancora non si conosce l’esito finale.
Per un anno gli uffici della Direzione ambiente hanno portato avanti l’istruttoria per verificare che le motivazioni favorevoli avanzate da Roma Natura fossero valide. Esito positivo: il 19 maggio Zingaretti firma la proposta di decreto per l’ampliamento del perimetro del Monumento e il 16 giugno viene reso noto dalla Regione l’avvio del procedimento per permettere la presentazione delle osservazioni da parte dei soggetti interessati (che deve avvenire entro trenta giorni). Secondo quanto riporta un’interrogazione depositata a ottobre dai consiglieri regionali Marco Cacciatore e Marta Bonafoni, in effetti il proprietario dell’area, la società Ponente 1978 srl, “ha presentato osservazioni acquisite al protocollo regionale in data 29 luglio 2022, sembrerebbe oltre i termini prestabiliti”, osservazioni tese a dimostrare “che l’ampliamento del Monumento naturale non ha fondatezza scientifica”. Una parte del testo viene riportata integralmente e, oltre ad alcune obiezioni di natura procedurale, si legge che i proprietari avrebbero ottenuto la documentazione dalla Regione solo il 14 luglio. I consiglieri chiedono ora a Zingaretti e all’assessora all’Ambiente Roberta Lombardi come intende operare la giunta “per dare seguito alla proposta”, “quali sono le tempistiche” e “se le tutte le osservazioni siano state depositate nei termini”.
La Regione, dal canto suo, assicura di aver “messo a disposizione dei consiglieri la documentazione richiesta” e ribadisce che “nonostante ci si stia avviando verso la chiusura della legislatura, l’intenzione della giunta resta quella di chiudere l’istruttoria nei tempi che ci consentano al meglio di valutare la proposta oggetto del decreto di ampliamento, avvalendosi anche del supporto scientifico di Ispra (che era già stata coinvolta nelle valutazioni in merito al possibile danno ambientale, ndr)”. In pratica, nonostante una prima istruttoria fosse già stata conclusa portando Zingaretti a firmare la proposta di decreto, oggi si sta chiedendo all’Ispra una nuova valutazione. Una precauzione che gli uffici regionali preferirebbero prendere per paura di un ricorso, ipotizzato dalla società proprietaria, che “diffida l’amministrazione ad archiviare il procedimento”, invitandola a “rivedere l’istruttoria alla luce di quanto sino ad ora prodotto e non considerato, avvisando che, in difetto, la scrivente procederà avanti a tutte le sedi competenti” per il ristoro dei danni e per vagliare la “liceità del comportamento” tenuto dall’amministrazione stessa e dal responsabile del procedimento.
Il timore è che il prolungarsi dell’istruttoria (a partire da osservazioni che potrebbero essere arrivate in ritardo) faccia saltare tutto per mancanza di tempo. Zingaretti si dimetterà a breve, ma fonti ben informate spiegano che i poteri del presidente verranno assunti dal suo vice, e che quindi per mettere la firma sul decreto ci sarebbe tempo fino a febbraio. Altre fonti, altrettanto ben informate, sottolineano però che prima di tornare sulla scrivania del presidente per la firma il decreto dovrebbe passare per la commissione Ambiente per un parere che, seppur non vincolante, va rilasciato. Inoltre non si conoscono i tempi che l’Ispra dovrà rispettare per la risposta. Alla luce di ciò, la possibilità che l’intero provvedimento salti è concreta.
La questione, intanto, arriva anche sul tavolo del sindaco di Roma, Gualtieri: «Nelle prossime ore il V Municipio approverà una risoluzione attraverso cui chiederemo alla giunta comunale di porre in essere tutte le azioni utili all’acquisizione al demanio dello specchio d’acqua del Monumento naturale Lago Ex Snia», spiega Edoardo Annucci, assessore al Verde del municipio Roma V. Nello stesso documento verrà chiesto al Campidoglio di attivarsi affinché l’iter che rivede il perimetro venga portato a termine, in considerazione degli aspetti ambientali di pregio dell’area.
“Consentire l’azione ostruzionistica di un privato che difende i propri affari – commentano intanto dal Forum invitando in una nota i cittadini e le realtà solidali a partecipare al presidio del 27 ottobre – rischia di vanificare un obiettivo importante per tutta la città, affermato dalla stessa Costituzione: la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, insieme a un patrimonio storico unico, nell’interesse delle generazioni future”. (ylenia sina)
Leave a Reply