Il 28 giugno, dopo lo sgombero di un’abitazione in via Borgo Dora, il questore di Torino ha affermato che «presto procederemo con il Moi». Nell’ultimo anno, presso l’Ex-Moi, sono state sgomberate due delle quattro palazzine abitate dai rifugiati: ora le forze dell’ordine si preparano a svuotare la terza. Il progetto di sgombero – Moi: Migranti un’Opportunità di Inclusione – è guidato da Compagnia di San Paolo e dalle istituzioni cittadine e regionali.
Sebbene i vertici del progetto e i principali giornali descrivano l’operazione come virtuosa, “dolce”, attenta alle esigenze degli abitanti, il contesto concreto è più complesso e oscuro. Per comprendere davvero questo fenomeno è necessario tracciare una storia dell’occupazione nata nel 2013, raccontare la vita degli abitanti, descrivere la repressione operata su alcuni dissidenti, ragionare sui sottili equilibri e le latenti tensioni del quartiere.
Martedì 9 luglio, a partire dalle 21,00, alla libreria Comunardi (via Giambattista Bogino, 2/B), avrà luogo un dibattito sulla questione, organizzato dalla redazione de Lo stato delle città. Interverranno i membri del comitato di solidarietà, gli abitanti delle palazzine e gli autori del libro Abbandoni. Assembramenti umani e spazi urbani: rifugiati e negligenti politiche di accoglienza (Edizioni SEB27, 2017).
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