L’Alto commissariato Onu per i diritti umani ha inviato mercoledì 1 marzo all’Italia la richiesta di applicazione di misure temporanee cautelative relative alla detenzione al 41bis di Alfredo Cospito. La notizia è stata diffusa questa mattina dall’avvocato del detenuto anarchico Flavio Rossi Albertini e dal presidente dell’associazione A Buon Diritto, Luigi Manconi. Il documento è stato notificato alla rappresentanza del governo italiano a Ginevra e all’avvocato Rossi Albertini, che dopo il rigetto del ricorso per Cospito in Cassazione aveva inoltrato una comunicazione individuale alla Commissione diritti umani, denunciando le condizioni di detenzione del proprio assistito.
“In attesa della decisione sul merito della petizione individuale presentata per Cospito – spiega Rossi Albertini – il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha deciso di applicare una misura provvisoria che consiste nel richiedere all’Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto internazionale sui diritti civili e politici in relazione alle condizioni detentive di Alfredo Cospito“.
Nonostante la richiesta dell’Onu di adottare misure urgenti, sono trascorsi quasi due giorni dalla notifica del provvedimento, ma nessuna iniziativa è stata assunta dal ministro della giustizia Nordio. Eppure, nel rispetto dei propri obblighi internazionali (assunti con la ratifica del Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite), l’Italia è obbligata a dare esecuzione a questa misura. “Rappresenterebbe un grave precedente – spiegano Rossi Albertini e Manconi – se la decisione adottata dal Comitato rimanesse lettera morta, se l’Italia emulasse l’indifferenza dimostrata per l’Onu dai regimi autocratici”.
Va specificato che le “misure urgenti” vengono adottate dal Comitato quando sussiste il rischio imminente per la tutela dei diritti essenziali della persona e al fine di evitare danni irreparabili al ricorrente. Danno irreparabile come potrebbe essere la morte di Alfredo Cospito durante la detenzione al 41bis. Indirettamente, con questa azione la Commissione sta per la prima volta mettendo in dubbio la legittimità stessa del regime del cosiddetto “carcere duro” rispetto alle convenzioni internazionali. “È molto difficile – continuano Rossi Albertini e Manconi – che l’Italia possa dimostrare che una detenzione a vita e in un regime di estremo isolamento stia garantendo il fine essenziale di ravvedimento e riabilitazione sociale”.
Contestualmente alla comunicazione sulle misure urgenti, il Comitato ha informato l’Italia di aver registrato il caso di Alfredo Cospito con il numero di registro, e di essere in attesa di ottenere maggiori informazioni per raggiungere una decisione finale sul caso. (redazione napolimonitor)
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