Da Repubblica Napoli del 20 maggio 2013
La campagna “Una spiaggia per tutti” venne avviata poco più di un anno fa con l’obiettivo di spingere l’amministrazione comunale a rendere i due chilometri e mezzo del litorale di Bagnoli – da Nisida al confine comunale con Pozzuoli – una spiaggia a esclusiva funzione balneare, accessibile a tutti gratuitamente. Con il supporto di 14mila firme, il comitato promotore riuscì a far approvare nel settembre scorso una delibera in cui il consiglio comunale si impegnava, e impegnava la Giunta, a porre in essere tutti gli atti necessari per realizzare tale obiettivo. Qualche mese dopo, l’idea che Napoli meriti una grande spiaggia pubblica, finora negata nonostante i venti chilometri di litorale a disposizione, è tornata d’attualità in molti discorsi, e soprattutto nelle parole del sindaco.
La settimana scorsa il comitato “Una spiaggia per tutti” ha promosso un convegno per fare il punto sulle possibilità di recupero del litorale di Bagnoli. Sono intervenuti amministratori, tecnici, operatori economici e sociali. Un dirigente del comune di Barcellona è venuto a illustrare il percorso che ha portato al recupero e alla gestione di quasi cinque chilometri di spiagge nella città catalana. Il sindaco di Napoli ha portato i saluti e alcuni dei suoi assessori hanno partecipato ai lavori, ma nonostante queste premesse sono ancora tante le incertezze, i punti oscuri, i passaggi indefiniti. Ancora una volta, per Bagnoli più che per altre aree della città, dopo che un animato dibattito ha passato in rassegna le questioni più delicate, ci si ritrova con i nodi decisivi ancora tutti da sciogliere. Come se il tempo, da vent’anni, non volesse passare.
La bonifica è l’ostacolo più imponente. Tanti milioni sono stati bruciati in passato. Ne restano cinquanta, del precedente programma di bonifica. Il sindaco dice di volerli utilizzare alla svelta, per non perdere anche questi. E pensa alla bonifica di arenili e fondali dalla parte di Coroglio. Il comitato, ma anche alcuni tecnici, chiedono un intervento organico, coordinato, per non rischiare di ritrovarsi punto e daccapo sistemando solo un pezzo per volta. Quello che inquina, sostengono, è la colmata. Togliamo prima quella, poi ripuliamo i fondali e infine sostituiamo gli arenili inquinati. Ma ci sono abbastanza soldi per farlo? Un precedente accordo di programma prevedeva 20 milioni per rimuoverla e 40 per trasportarla a Piombino. Ma la colmata, in totale un milione di metri cubi, è tutta inquinata? Una parte, quella non nociva, non potrebbe essere recuperata abbassando i costi? E soprattutto, esiste sul destino della colmata una posizione ufficiale dell’amministrazione? Dopo le perplessità sulla rimozione espresse dal vicesindaco, è lecito domandarselo.
Negli ultimi giorni il sindaco si è detto ottimista sul raggiungimento di una soluzione di compromesso per Città della Scienza, ma non ha specificato quale. Atti ufficiali non ce ne sono. Nello stesso tempo i responsabili del complesso museale hanno dichiarato entusiasti che la loro creatura resterà dov’è, e che il compromesso consisterà nella rinuncia a mille metri quadrati della precedente struttura. Il fatto è che lo spazio che i capannoni occupavano sull’arenile di Coroglio era molto maggiore. Questo significa che Città della Scienza continuerà a insistere sul litorale, derogando agli strumenti urbanistici comunali e andando contro una legge nazionale?
Sulla questione del porto, tramontata ormai l’idea del porto canale, il sindaco ha ipotizzato di realizzare un approdo verso Nisida, dove la Nato è in smobilitazione. L’assessore all’urbanistica, nel citato convegno, senza specificare dove, ha confermato la possibilità di una struttura portuale minima. Il comitato, da parte sua, insiste sull’esclusiva funzione balneare, per non vanificare la tanto sospirata bonifica con nuovi fattori inquinanti, e paventando che anche un approdo di ridotte dimensioni sia soggetto a futuri e incontrollati ampliamenti, come accaduto in altri punti del litorale. C’è infine il nodo delle concessioni demaniali. Quelle esistenti, da anni nonostante l’inquinamento dell’area, potrebbero godere del rinnovo automatico previsto da una legge nazionale. Il problema è che le spiagge e le sponde su cui si aprono ombrelloni e lettini, sono esplicitamente sottoposti al divieto di balneazione. Anche la messa in sicurezza effettuata qualche anno fa, all’altezza della piazzetta di Bagnoli, è sul punto di cedere. La ricontaminazione è in atto, visibile a occhio nudo. Il comitato, finora invano, ha chiesto all’Autorità Portuale, attraverso un esposto, di verificare le condizioni in cui i cittadini usufruiscono di quel tratto di litorale.
È un caso raro che una mobilitazione dei cittadini, e ancor più con un obiettivo di tale ambizione, riesca in poco tempo a sollecitare non solo l’adozione di atti concreti, ma soprattutto la disposizione favorevole delle istituzioni. Non si può negare che in questa fattispecie, l’accelerazione dipenda in buona parte da un accadimento imprevedibile, di natura violenta e ancora del tutto oscuro come la distruzione di Città della Scienza. Ma se la volontà espressa dal sindaco in questi giorni appare sincera, bisogna osservare, una volta di più, che ogni dichiarazione d’intenti per farsi realizzazione concreta deve transitare per una serie complessa di atti, programmati nei dettagli e scanditi nel tempo, comportando la gestione di molteplici relazioni, spesso l’apertura di conflitti, la possibilità di scontentare interessi consolidati. D’altronde, è il cammino per cui passa ogni atto di buona amministrazione. E sembra ancora l’unico percorribile, se si vuole evitare che anche questa impresa rientri nella ormai lunga lista delle promesse mancate del sindaco. (luca rossomando)
Leave a Reply