Da una finestra aperta al primo piano arriva in strada una voce: è un servizio del TgR, edizione delle 14, firmato da Marisole Totaro Fegiz: “Sarà un evento storico per la città e per la kermesse: per la prima volta il Festival dell’Abitare sarà a Napoli in un’edizione itinerante e ricca di sorprese. ‘Abbiamo scelto la capitale del Mediterraneo – annuncia il direttore Filippo Mastrascio –. La commissione ha intuito le potenzialità espressive di questa metropoli, i cui luoghi sono attraversati, abitati, occupati e otturati da una moltitudine di persone’. Spazio al dibattito, con diversi tavoli tematici: il 13 aprile al Pan di via dei Mille ‘Degrado e arredo urbano: l’amministrazione blatta un colpo’”.
Solo quando si ha un cane ci si rende davvero conto di quanto Napoli sia sporca, ‘nzevata, in ogni suo angolo, in ogni spigolo, in ogni aiuola. Portare in giro il proprio cane, complice e pretesto di desiderate passeggiate amene, è da tempo, invece, diventata un’estenuante fatica che rovina il piacere del flaneur e il dovere accudente da amico degli animali, è solo fonte di rabbia mutriosa che sgomenta e annerisce lo sguardo. […] Ci si ammala in due: l’uomo e il cane. […] In strada, è sparpagliato di tutto, con prevalenza di plastica, cartoni, sacchette squarciate con le interiora disseminate, cocci di bottiglia e bottiglie vuote intere, lattine, bocconi di cibo, materassi imputriditi, scarti edili, cicche cicche cicche, erba selvaggiamente cresciuta laddove si apre uno spiraglio in un muro scrostato con il tufo impudicamente scoperto, anime verdi impavidamente sbucate tra un basolo e l’altro o come leziose corone ai sampietrini ammucchiati che da mesi, se non da anni, hanno smesso di fare da manto stradale e hanno lasciato buche come carie in bocche sdentate. Zuzzimma, insomma, schifezza, fetenzia, lerciume, fanghiglia immonda, morchia metropolitana che erutta dai cassonetti e dai bidoni colorati della differenziata. (pietro treccagnoli, corriere del mezzogiorno, 30 marzo).
Al Maschio Angioino, dove alle 11 arriverà il premier Mario Draghi per firmare con un mese di ritardo il “Patto per Napoli” dal valore di un miliardo, 231 milioni e 437mila euro, è tutto un brulichio di operai e tecnici. Chi rimette in sesto le fioriere, altri si attivano per lucidare gli ascensori e altri ancora vetri e ottoni. Insomma, la tensione per l’attesa firma del premier, che segna la ripartenza della città è palpabile, è nell’aria. (luigi roano, il mattino, 29 marzo).
Il 22 aprile nei locali della libreria Treves il simposio “Spazi per giovani e giovanissimi: insegnare l’abitare ai nostri muschilli”. Interverranno Corrado Augias, una ricostruzione ologrammatica di Joe Marrazzo, il presidente del Tribunale per i minori, l’architetto Renzo Piano e due giovani criminali in permesso speciale.
Ricordi d’infanzia. «Se parliamo di ricordi e di infanzia mi torna in mente ‘o palo ‘e sapone, sempre a piazza Mercato». L’albero della cuccagna, intende quello? «Un evento popolare che risaliva al Carnevale napoletano di epoca borbonica. Gioco sadico e tragico: causava decine di feriti per la ferocia con cui il popolo si dava alla competizione». Mica partecipava anche lei? «Ero troppo piccolo. E però guardavo e pensavo. Il meccanismo mi era chiarissimo: quel palo così scivoloso, coperto di grasso e sapone, non avrebbe consentito praticamente a nessuno di arrivare in cima e conquistare i premi. Cibo per lo più». Neanche ai più sportivi? «Nessuna opportunità nemmeno per i migliori, costretti a rinunciare dopo una serie di inutili e faticosi tentativi». Un imbroglio insomma. «Per me una sfida». Quale? «Promisi a me stesso che nella vita mi sarei battuto per cercare di garantire a tutti le stesse opportunità. (maria chiara aulisio intervista amedeo manzo, presidente bcc napoli, 1 aprile, il mattino).
I più grandi hanno quattordici anni, tutti gli altri dodici. Sabato sera si sono dati appuntamento nella zona dei Decumani, e prima di uscire si sono armati di tirapugni e manganelli, perché il loro unico scopo, il solo divertimento che riesce a dare un senso alle serate del fine settimana, resta quello di picchiare il primo che capita a tiro. Nell’abisso psicologico in cui sembrano essere sprofondati tanti giovanissimi il fondo non è stato evidentemente ancora toccato: lo dimostra l’ultima follia andata in scena in piazza del Gesù, due notti fa. (giuseppe crimaldi, il mattino, 28 marzo).
I ragazzi della movida lasciano lo shot ed entrano in chiesa per parlare con lo psicologo. Accade il sabato sera nella basilica di San Giovanni Maggiore nel centro storico, nel corso di un’iniziativa intitolata “La notte buona” promossa dal Comune con la Federico II e la chiesa. Prossimi appuntamenti a San Pasquale (il 2 aprile) e al Vomero (il 9). Il format – veloce, aperto e laico – lo ha ideato il parroco don Salvatore Giuliano: tre sedie nella basilica con su scritto “Dillo allo psicologo”. (anna laura de rosa, repubblica napoli, 29 marzo).
Gli eventi riprenderanno il primo maggio con un seminario su “Abitare la strada: uno sguardo ravvicinato ai giacigli”. Il confronto si svolgerà nell’aula bunker del tribunale napoletano.
Via Duomo, 8:30 del mattino. Dopo la denuncia di Repubblica una task force del Comune interviene per pulire i porticati del Museo del Tesoro di San Gennaro occupati dai senza fissa dimora. Bonificata anche la Galleria Principe, di fronte all’Archeologico, dove però c’è stata meno collaborazione da parte dei clochard. […] Tornando in via Duomo, la squadra comunale ha trovato sotto i porticati nove persone senza fissa dimora che da circa due anni vivono notte e giorno in condizioni igienico-sanitarie disagiate. Gli assistenti sociali li hanno convinti a spostarsi per consentire la pulizia. (anna laura de rosa, repubblica napoli, 31 marzo).
Piazza Cavour, task force contro il degrado. Dopo la denuncia di Repubblica, Comune, Municipalità e Asìa si attivano e promettono interventi urgenti. […] Ieri sopralluogo di Asìa sul posto. Intanto la terza Municipalità annuncia: “Di qui a tre settimane, avremo ventiquattro percettori di reddito di cittadinanza in presidio fisso a piazza Cavour”. (tiziana cozzi, repubblica napoli, 31 marzo).
Il progetto è partito esattamente un mese fa: il comune di Napoli ha impiegato dieci giorni per la “bonifica” delle torri Aragonesi. In campo vigili, Asìa, servizi sociali per convincere gli homeless ad abbandonare l’area e far partire la pulizia delle tonnellate di rifiuti accumulati negli anni all’interno dei fossati. L’atto conclusivo, con foto della pulizia completata e giacigli degli homeless definitivamente rimossi, venne celebrato da palazzo San Giacomo con il giusto entusiasmo: una porzione storica della città strappata al degrado e destinata a una nuova vita. Purtroppo nessuno ha pensato che sarebbe stato necessario presidiare quel luogo per evitare che ripiombasse nel degrado, sicché sono bastate un paio di settimane per far ripartire il lancio di immondizia nel fossato e rigenerare l’accampamento delle persone in cerca di riparo. Solo che stavolta gli homeless hanno osato di più, sono andati a prendersi ogni singolo spazio libero nella muratura per iniziare a costruire le loro disperate case di cartone. (paolo barbuto, il mattino, 29 marzo).
Il Festival si concluderà a giugno con gli ultimi appuntamenti. Sabato 11 a Palazzo San Giacomo “Abitanti/cittadini: analisi di una nuova rinascita politica”. Si discuterà della favorevole congiuntura amministrativa che ha portato alla firma del Patto per Napoli.
La traversata nel deserto è durata molti anni ma finalmente è compiuta. Oggi la città non appare più isolata né rispetto ai partiti né al governo. Come ha osservato Gaetano Manfredi, Napoli – dopo la firma del Patto con il premier Draghi al Maschio Angioino – è tornata al centro della politica nazionale e può riacquistare il suo ruolo naturale di guida del Sud. La città e l’area metropolitana hanno finalmente un sindaco che dialoga con Roma. (ottavio ragone, repubblica napoli, 31 marzo).
«A Napoli è avvenuto qualcosa che va oltre il suo significato economico. Un cambio di passo. Seguivo come tutti questo percorso e dopo aver sentito i discorsi di Draghi e Manfredi, al Maschio Angioino, veniva spontaneo pensare: finalmente». Luca Bianchi, direttore generale di Svimez, già un anno fa promotore con altri economisti e storici del documento “Ricostruire l’Italia con il Sud”, si consente per questa volta un (vigile) ottimismo. Direttore Bianchi, un altro Mezzogiorno è possibile? «Sì, è questa la sensazione. Molto positiva. Ora però il Patto per Napoli deve diventare il Patto con Napoli». (conchita sannino intervista luca bianchi, repubblica napoli, 31 marzo).
Il giorno seguente discussioni finali e conclusioni. Alle 10 a Santa Maria La Nova “La cittadinanza del design: abitare la sobrietà”.
Tecnicamente sono disoccupati senza alcuna risorsa, possono contare solo sul reddito di cittadinanza, vivono in case occupate abusivamente. Poi, se vai a vedere nelle loro abitazioni, non mancano sorprese: cucine nuove di zecca, prezzo alla consegna dodicimila euro; bagni e corridoi stile impero: affreschi e specchi sontuosi, finanche riproduzioni di statue di sapore coloniale per allestimenti di impianti di illuminazione, stucchi e marmi nelle sale da bagno. E ancora: monitor di televisori al plasma giganti nel salotto o nelle toilette, immancabili allacci con Sky e antenne paraboliche. (leandro del gaudio, il mattino, 31 marzo).
Chiusura alle 13 nel luogo simbolo della rinascita, nella pizzeria Concettina ai Tre Santi: “Dalla cucina al risanamento, ricetta per una Napoli migliore” sarà l’appuntamento finale del Festival dell’Abitare 2022.
Tavola imbandita, pizze al centro. All’ora di pranzo i tre si ritrovano da “Concettina ai tre santi”: il premier Mario Draghi, il sindaco Gaetano Manfredi e il presidente della Regione Vincenzo De Luca. «Mica io ho tutti questi soldi che ora avranno Manfredi e Baretta (assessore al Bilancio del Comune, ndr) col Patto per Napoli», scherza De Luca. Che sfodera la battuta – producendo la risata collettiva – mentre racconta delle spese rendicontate dalle Regioni sul Covid. Come è strano il destino: il governatore che faceva da “bancomat” per il Comune – a suo dire – partecipa da spettatore alla cerimonia con cui il governo destina 1,2 miliardi in venti anni per Napoli. (alessio gemma, repubblica napoli, 30 marzo).
De Luca, il suo libro “Spizzichi e bocconi” indica anche un modo di mangiare: porzioni piccole, equilibrate, ben centellinate, distante dalle abbuffate indistinte. Lei che rapporto ha con il cibo e i pasti? «Come ognuno anche io ho cambiato varie volte l’alimentazione nel corso del tempo. Oggi ho un rapporto sobrio dovuto alla mia pratica alpinistica, che mi aiuta a tenere leggero il peso, a limitare al minimo gli alcolici. Non ho aderito a diete e regimi, sono rimasto onnivoro». Però è cambiato negli anni, rispetto a quando era bambino? «Da bambino mangiavo quello che mi mettevano nel piatto, senza obiezioni e con poco sviluppo del gusto. Le papille mi hanno procurato meraviglia e sorpresa molto più tardi. Il baccalà che oggi apprezzo e preferisco, era un boccone che non riuscivo a mandare giù». (pier luigi razzano intervista erri de luca, repubblica napoli, 31 marzo).
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