«L’avvento della primavera ha ridestato in me gli impulsi sopiti. Vorrei che ogni istante della mia vita fosse eterno, che la stanchezza sia solo un ricordo di anni bui, che ogni parola pronunciata, ogni paragrafo scritto fosse scolpito nell’immaginario collettivo rendendomi un eroe moderno».
«Non è la primavera, si chiama megalomania. Coraggio, mi parli di sé».
«Conduco una vita insipida. È rimasto un po’ di caffè?».
Perché non è una tragedia lontana. Perché è una tragedia di tutti. (caffè ristretto di maurizio de giovanni, il corriere del mezzogiorno, 27 marzo).
«Abito in una zona panoramica, e la vista del mare, pensi, non mi rinfranca più».
Ma non è tanto il divieto in sé a destare perplessità da parte dei residenti, quanto l’appurata constatazione che gli unici a subirne le ripercussioni sono loro, a beneficio invece dei fruitori dei baretti che nelle ore serali trasformano come sempre la via in una terra di nessuno impedendo tuttora ai mezzi Anm e Asia di percorrere la strada. Così, oltre agli schiamazzi e alle tammurriate improvvisate in strada fino all’alba, alle risse e alle minacce dei clienti di questi locali ai danni dei residenti, stavolta a mettersi contro sono anche le istituzioni, coloro che dovrebbero tutelare e difendere i cittadini già vessati da anni di soprusi indiscriminati. Sebbene le circa tremila famiglie che vivono su Aniello Falcone facciano i conti da dieci anni con una movida sfacciata e arrogante, ora si sentono tartassati da ordinanze improvvise e discriminatorie. (mariagiovanna capone, il mattino, 27 marzo).
«Interessante. Non è forse invidioso della gioventù che la circonda?».
«Io? Per carità. Giovane lo sono stato anche io, sa. Ho avuto ventidue anni, una volta. Ero un giovane medico, guadagnavo poco. Ma mi divertivo».
I due professionisti sono stati avvisati dal presidio di recarsi urgentemente presso l’indirizzo indicato, per via di un paziente che aveva avvertito un forte malore. Al momento della richiesta sono stati forniti anche due numeri di cellulare. Quando sono giunti però presso l’indirizzo indicato, i medici hanno trovato due persone armate, che li hanno subito rapinati delle borse, di un telefonino, dei soldi che avevano con loro e delle chiavi dell’auto con cui si erano recati sul posto. Il danno stimato è di circa diecimila euro. (luigi esposito, il roma, 27 marzo).
«Ricordo le passeggiate nei parchi con la mia fidanzata, Adelina. Le piacevano tanto i parchi, sa?».
Pasquetta senza pic-nic. DeMa chiude tutti i parchi (metropolis, 27 marzo).
E Valente va per parchi. Via al tour nelle aree verdi (metropolis, 27 marzo).
Alla Pasquetta del Fondo Lamberti ha preso parte anche il primo cittadino Luigi de Magistris che, in un breve discorso, ha invitato Napoli a continuare nella “rivoluzione zapatista in salsa napoletana” per poi aprire le danze con una ricca tammurriata. (cronache di napoli, 29 marzo).
«Adelina era di Faicchio, un paese minuscolo del beneventano. Me ne innamorai perdutamente, lei mi lasciò quando eravamo in odore di nozze. Disse che Napoli l’aveva disgustata e che voleva tornare tra i campi, come i suoi genitori».
Una passerella pedonale lungo la quale potranno camminare mamme con bambini lontano dal pericolo di auto e scooter in corsa, un’area mercatale a norma nel rispetto dei cittadini e della conformazione urbanistica delle strade, una piazzetta finora simbolo di illegalità e abusi destinate al divertimento e al tempo libero dei più piccoli. E non ultimo la valorizzazione di chiese, palazzi e monumenti che formeranno un tutt’uno per chi entrerà nel quartiere venendo da fuori. Eccolo il nuovo volto del Rione Sanità. Un volto che già piace e che aspetta solo di essere approvato dalla massima istituzione cittadina. (giuliana covella, metropolis, 29 marzo).
«Mi sembra chiaro che lei non abbia mai superato il distacco dalla sua amata Adelina. Me la descrive?».
«Aveva lunghe trecce rosse e lentiggini. Portava sempre una gonna a quadri bianchi e rossi, io le dicevo che sembrava un mesale. Era alta due metri. Sa cosa amavo di lei?».
«Suvvia, non pianga. Cosa?».
«Era evocativa. Riusciva a offendere con vivaci espressioni».
Fico (M5S): Loro imbarcano tutti, cani e porci (cronache di napoli, 1 aprile).
Moretto (Fdi): «Nubi nere sul sindaco de Magistris» (cronache di napoli, 1 aprile).
E il Pd si sente preoccupato: «De Magistris arruffapopolo» (cronache di napoli, 1 aprile).
«Individuai una casa perfetta per noi due, e la acquistai con quei pochi soldi che avevo da parte, ma che comunque non bastavano. Ottenni un prestito da alcuni potenti».
Per indebitarsi serve l’ok della propria regione (italia oggi, 30 marzo).
«Da allora entrai in contatto con le alte sfere e le mie ambizioni aumentarono a dismisura. Le dicevo che volevo portarla al ristorante, poi ritrattavo perché ero impegnato in riunioni con i grandi capi. La domenica bisognava far visita a qualche vecchio saggio malandato, cui chiedere consiglio per le elezioni alle porte. Sotto casa c’era l’auto blu ad aspettarmi, lei invece voleva fare un giro in vespa sulla costa montenegrina. Adorava il pesce fresco e le compravo il sushi. Una volta mi presentai a casa con l’intera delegazione della camera di commercio cinese, lei era in cucina a fare le pulizie. Voleva lasciarmi».
«E non le sembra giusto?».
«Ora sì. Ma allora… oh, quanto ero ingenuo! Sognavo di diventare un grande liberale!».
Signora Fornero, che impressione le fanno quegli energumeni sotto la sua casa, a San Carlo Canavese?
«Di una cosa sono sicura: alla fine tra me e Salvini vincerò io, perché ho dentro una forza morale che lui non ha».
Anche il buonumore, mi pare. Lui ride spesso, lei invece sorride. E la gente non lo sa, ma lei non si sente così fragile e così emotiva come dicono.
«Quando vado in bicicletta, proprio a San Carlo, il paese che Salvini sta rendendo famoso, mi passano accanto persone che mi salutano, ma anche persone che mi mandano maledizioni. E sono imprecazioni forti, anche se meno gravi di quelle che mi sono arrivate per altre vie. Io non mi arrabbio, sorrido e spesso li invito a fermarsi: «Se vuole, le spiego». E gli amici mi dicono: «Ma Elsa, come fai a sopportarli?». (francesco merlo intervista elsa fornero, la repubblica, 2 aprile).
«Adelina non tollerava le mie amicizie. Pensi che insieme leggevamo L’Unità, da giovani. E nonostante gli anni e il mio cambiamento, leggo ancora quel quotidiano. Lei invece legge solo una rivista antagonista. Credo che mi detesti».
Fuoriesce petrolio dalla testa del presidente del consiglio Renzi, perforata da una trivella mentre si trova sott’acqua. È quanto si vede su un manifesto che invita a votare “sì” al referendum sulla durata delle concessioni dei giacimenti di idrocarburi. Sul “quattro per tre” affisso in provincia di Lecce si legge: “II 17 aprile vota sì. Trivelliamo la testa a chi sporca il nostro mare rubando futuro agli italiani per favorire le multinazionali straniere”. La foto è finita sui social e in molti l’hanno giudicata “una vergogna”. (l’unità, 1 aprile).
«Lei è seriamente pentito?».
«Guardi, mi sono dimesso. Vorrei solo riconquistare la fiducia della mia cara, carissima Adelina. Pensi, la settimana scorsa ho svenduto la mia fuoriserie e l’altro giorno ho preso per la prima volta i mezzi pubblici».
Arriva con un’ora di ritardo dal suo tour sui mezzi pubblici e lo fa a bordo di un taxi. «Ho aspettato per venticinque minuti il 151 alla Riviera di Chiaia e poi sono stata costretta a prendere un taxi», dice la candidata Pd, Valeria Valente appena scesa dall’auto. Tra i giornalisti convocati per la conferenza di resoconto sul suo viaggio tra bus e metro, qualcuno storce il naso: «Ma noi li abbiamo visti arrivare mentre l’aspettavamo». «Saranno partiti contemporaneamente», risponde tutta trafelata. Giacca e sciarpa verde come la speranza di poter dimezzare nei prossimi cinque anni, se eletta sindaco, i tempi di attesi dei mezzi pubblici. Partita alle nove dalla metro Scampia, ha viaggiato sulla linea 1 e 2 della metropolitana, fermandosi prima a piazza Cavour e poi a Bagnoli. Poi si è infilata nell’R7 e alla Riviera di Chiaia la sua corsa si è fermata. «Tempi di attesa lunghissimi, come fa una mamma che deve accompagnare il figlio a scuola o una persona che deve andare a lavoro?». (marina cappitti, metropolis, 2 aprile).
«Cammino molto, faccio lunghe passeggiate. Anche se devo ammettere che non è il massimo della vita. Si rischia».
Dodici persone denunciate all’autorità giudiziaria, due a quella amministrativa e sei proposte per l’irrogazione del foglio di via obbligatorio. È l’esito dei controlli straordinari dei carabinieri del comando provinciale nell’ambito dell’operazione Alto Impatto. […] Foglio di via obbligatorio: per due cittadine di origine rumena, L.C. ventottenne e L.R. ventunenne, domiciliate a Napoli, fermate mentre si aggiravano nei pressi di case e negozi. (cronache di napoli, 29 marzo).
«Come pensa di riconquistare Adelina?».
«Credo che le regalerò una parure di diamanti».
«Lei è fuori strada. Le regali qualcosa di simbolico! Basterebbe la vicinanza. Si rechi a Faicchio, si faccia trovare nei posti che Adelina frequenta!».
Ma se in pizzeria ci sono due politici dal profilo diametralmente opposto? Se i due candidati in questione sono Enzo Rivellini (nella foto) e Luigi De Magistris? […] «In realtà in pizzeria ci siamo effettivamente incontrati, ma è stato un caso. Ero andato lì insieme ad alcuni amici e poi, quando stavamo già mangiando, sono entrati de Magistris e i suoi». Quindi qualche parola ve la sarete scambiata… «Certo. Ci siamo salutati, abbiamo fatto due chiacchiere». E avete parlato anche di politica? «Guardi, l’unico argomento serio che abbiamo toccato è stato quello del nostro striscione sui Marò che, contravvenendo ai suoi impegni precedenti, ci ha fatto togliere dal balcone del Municipio. Quindi nessun accordo elettorale… assolutamente». Ma sarebbe comunque un accordo possibile? In nome del bene supremo di Napoli… «Certo, potrebbe accadere: basta che de Magistris ritiri la sua lista e dichiari il suo appoggio alla mia candidatura a sindaco». Bene, tutto chiaro. […] «Avete presente quei furgoncini che passano per i vicoli al grido: “È arrivato l’arrotino?”. Bene, farò la stessa cosa. Senza claque, con un solo amico al mio fianco, mi metterò a girare per i quartieri popolari di Napoli al grido di: “È arrivato il sindaco”. Girerò con una macchina usata e basteranno un amplificatore e un microfono. Il primo giorno farò una conferenza stampa per spiegare l’iniziativa e offrirò pizza fritta ai presenti. Giorno dopo giorno girerò per tutti i quartieri popolari. Dirò che la città ha bisogno di normalità, di recuperare la vivibilità». (gianluca rocca intervista enzo rivellini, cronache di napoli, 2 aprile).
«Legga qui, mio caro. Lei deve fare come Rivellini. Senza claque, megafono e auto usata. Vada sotto casa di Adelina, le mostri il suo sincero pentimento. Vedrà che funzionerà».
«Devo offrire anche pizze fritte?».
«Solo se lo sente dal cuore».
«Grazie».
«Sono cento euro».
«Avevo bisogno di normalità».
a cura di palanza
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