Fotogalleria di Giuseppe Riccardi
Circa cento persone hanno manifestato ieri presso la sede centrale dell’Inps di Napoli, per protestare contro i criteri di esclusione previsti dal cosiddetto Reddito di Emergenza. In particolar modo, oggetto di contestazione è l’articolo 82 del Decreto Rilancio, che prevede la non cumulabilità dei sussidi, indipendentemente dalla loro entità. Un parametro di questo genere esclude per esempio quei nuclei familiari che percepiscono un reddito di cittadinanza, anche nei casi in cui l’importo riconosciuto ammonti a poche decine di euro, così come i precettori di pensione sociale o cassa integrazione, il cui ammontare è spesso condizionato in negativo da un numero di ore lavorative effettuate a nero.
“La Campania – hanno sottolineato gli organizzatori della manifestazione in un comunicato stampa – è la regione con il più alto tasso di povertà in Italia, col maggior numero di percettori di reddito di cittadinanza e con un’estensione endemica di lavoro nero, informale, povero e non garantito. Rischia di essere quindi la più penalizzata da una misura concepita in maniera tanto discriminatoria”.
Il presidio, a cui hanno partecipato movimenti sociali, sindacati di base e nuclei di famiglie interessate dal provvedimento, si è concluso con un incontro con la dirigenza dell’Inps e con l’impegno di rappresentazione, da parte del presidente Tridico, di queste istanze nel dialogo con il governo.
In strada anche una rappresentanza dei lavoratori dello spettacolo, che già nello scorso fine settimana avevano manifestato a piazza Plebiscito contro i ritardi nella trasmissione dei sussidi ai “lavoratori intermittenti” (ancora bloccati per presunti disguidi tecnici). Presenti anche alcuni tra i duemila nuclei familiari aventi diritto ma esclusi dal bonus spesa del comune di Napoli.
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