Sii turista della tua città. Lo slogan in un segnale di pericolo (giammai di divieto) puoi ritrovarlo un po’ dappertutto sul territorio comunale, testimone del positivo trend economico della città del sole. Una traccia visibile delle recenti consuetudini che segnano la “vita nova” di cittadini e non, a riscrivere la categoria della temporaneità. Contrappunto dialettico, quel segnale stradale manipolato nei pressi di piazza Miraglia: fuck turists, welcome refugees.
Fatto sta che il napoletano, erede forse di una cultura dell’ospitalità dal sapore magno-greco, è diventato molto attento nell’incanalare positivamente questa colonizzazione temporanea. Se lo hanno capito bene soprattutto quei napoletani che tempestivamente hanno rifunzionalizzato i propri possedimenti come bed&breakfast, con l’avvento del portale Airbnb quest’operazione è diventata concettualmente alla portata di tutti. E infatti, giusto il tempo di prenderci un po’ la mano e: SBADABAM. Negli ultimi dodici mesi Airbnb ha registrato un considerevole aumento delle inserzioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: siamo passati dai tremila ai quattromila e cinquecento host. E con l’avvicinarsi delle sante feste aumentano, consapevoli delle possibilità che derivano dall’atmosfera natalizia. Non c’è teoria senza prassi. E fin qui tutto apposto.
C’è un prezzo da pagare perché questo accada o succede tutto così, neutralmente? Cifrare la questione diventa difficile, ma stimarla può essere un utile strumento di chiarificazione del processo in corso. Luca ha ventisei anni, è di Nocera Superiore. Dopo un master al Sole 24 ore, è tornato a Napoli. Lavora presso un’agenzia di comunicazione che con la sua campagna, “Giovani, siete vecchi” (forse parodiando il recente libro di Serres), è salita agli onori della cronaca. Il solito tran tran alla ricerca di un’abitazione per poi stabilirsi a San Biagio dei Librai: quarto piano, col terrazzo. Di fronte, il commissariato decumani. Dopo la vacanza nel paradiso cubano, il ritorno a Napoli. Il proprietario di casa intima un aumento per l’affitto, chiaramente a nero: si passa da settecentocinquanta a novecento euro per i tre inquilini. L’intenzione, dati i recenti lavori di ristrutturazione della palazzina, sarà chiara solo una volta che i ragazzi avranno lasciato l’appartamento per trasferirsi a vico Vertecoeli: Luca ritrova la sua camera su Airbnb mentre fa un giro sul sito, alla ricerca di una soluzione abitativa temporanea per un amico.
Maria Benedetta studia architettura, è iscritta al secondo anno. Si è trasferita a Napoli a dicembre del 2015, senza contratto e con urgente bisogno di una sistemazione: muovendosi dalla media valle del Sabato, le è impossibile seguire da pendolare una facoltà che fa vanto di professionalità per la frequenza obbligatoria. Dopo neanche un anno è stata sfrattata perché la “sua” casa in vico Candelora era finita su Airbnb. Viveva con tre ragazze. A fine agosto 2016 sono state informate, tramite un messaggio su Whatsapp, che avrebbero dovuto lasciare casa entro i primi giorni di settembre; che avrebbero sì avuto indietro la caparra, ma solo in parte, a causa del pagamento delle bollette arretrate. A metà settembre sarebbero, infatti, iniziati i lavori di ristrutturazione della casa. E così, sgomente, il primo del mese hanno lasciato le stanze a qualche turista più fortunato, che potrà usufruire di una cucina e di un bagno nuovi, che non spettavano loro nonostante i duecentosettanta euro al mese, cadauna.
E vai di liscio. Il lettore potrà da un lato immedesimarsi, dall’altro conoscere qualcuno che si è trovato nella stessa situazione. Resta il fatto che, più che in passato, si è fatto sentire un caro affitti inferiore, in proporzione, all’aumento del costo delle fritture su via Tribunali. La costellazione in cui poter rintracciare questi episodi è la stessa. Lettore, so bene che anche tu ci sei rimasto male quando hai visto aumentare del cinquanta per cento il costo della frittatina da Di Matteo. Eppure, non potendo rinunciare, ti sei piegato a questa nuova consuetudine economica. Non ti scoraggiare: in quanto consumatori, lo facciamo tutti. Come gli animali, anche noi ci adattiamo al contesto (economico). Non tutti gli studenti hanno reagito così al nuovo corso, al giro di boa della città sul mare.
Due anni fa ho ospitato Mario qualche giorno a casa mia. Lavora a Roma, nella testata giornalistica che nel nome ricorda il nostro ordinamento democratico. Pagato poco, pagato male, mi spiega che per sbarcare il lunario affitta la sua camera su Airbnb, così da garantirsi quella cinquantina di euro comoda, ottima per placare le spese impreviste, terapeutica per togliersi qualche sfizio ogni tanto. Mi spiega che in una città dove paghi caro i servizi per colpa del turismo, non puoi limitarti a subirlo. Devi pensarlo come ricchezza. Anche tu.
Nel giro di due anni questo ragionamento ha raggiunto per portata anche la città di Napoli, le cui politiche zapatiste hanno incontrato il favore delle crociere in rotta nel Mediterraneo. Forse che il seme della rivoluzione si possa esportare via mare, pensarono. Forse un omaggio a Film socialisme di Godard, credettero. Fatto sta che alcuni studenti hanno fatto i conti con questa tendenza prima di subirla e si trovano oggi a gestire una doppia vita di studente/albergatore al fine di pareggiare le uscite con le entrate e garantirsi un costo dello studio pari a zero.
Annachiara e Loris vivono a Napoli da poco più di un lustro. Si sono trasferiti dal Sannio per studiare rispettivamente giurisprudenza e architettura. Hanno cambiato varie case, in vari quartieri, in un ampio raggio, dalla Sanità a Materdei. Si sono progressivamente avvicinati a un centro il cui cuore pulsante è piazza San Domenico. Poi le cose sono cambiate: l’affitto e le pretese dei proprietari sono diventate più onerose. Allora i due hanno impiegato i mesi di luglio e agosto per cercare una casa che potesse soddisfare la loro trovata: sfruttare l’affitto di almeno una stanza come Airbnb. Hanno individuato i tre vani giusti a vico delle Zite, a Forcella. La zona, folclorica al punto giusto, non è distante dalla stazione dei treni o dalla fermata dell’Alibus, e permette un tour gastronomico in grado di avvicinare i turisti stranieri, per i quali il cartone della pizza di Michele vale quanto il busto imbalsamato di un cervo.
C’è da fare attenzione agli standard di pulizia e di qualità del servizio offerto, per non ricevere un numero di stelline pari agli scudetti del Napoli, cosa che non faciliterebbe la tratta dei turisti. Dunque, bisogna prestare la giusta attenzione al servizio offerto, che non deve mai scemare. Anzi. Però Annachiara e Loris riescono a onorare l’affitto della casa in cui si trovano, stavolta con contratto, e a ricavarne finanche qualcosa, una volta pagate le utenze. Dando la possibilità a una coppia di turisti di avere una stanza a trentacinque euro al giorno, colazione compresa.
Ci sono poi alcuni che hanno pensato di destinare la propria casa, poco vissuta, all’accoglienza dei turisti in cambio di denaro: con questa formula diventa davvero easy risolvere questa problematica. Infatti, il portale permette di decidere sempre cosa farsene della propria abitazione, quando renderla disponibile, a chi destinarla; insomma, di godere della massima libertà nella produzione di regole del gioco. Così, anche Guglielmo ha colto la palla al balzo. Viaggia spesso tra Roma e la Calabria e difficilmente soggiorna a Napoli per più di due giorni. Perché lasciare la propria abitazione a prendere polvere quando può rappresentare un introito pulito pulito? Nel giro di una settimana ha arredato il proprio monolocale in funzione degli ospiti temporanei che prontamente fa accogliere da un suo amico di fiducia quando non si trova in città. In questo modo ammortizza il costo dei viaggi, del condominio, delle utenze. Insomma, ha iniziato a guadagnare dal possesso della propria abitazione, messa a reddito a cinquanta euro a notte. Anche per lui la posizione della casa, proprio dietro il palazzo della Kimbo di piazza Garibaldi, gioca un ruolo decisivo.
Siamo alle battute finali. Che la città sia cambiata è fuor di dubbio: ce lo conferma la metropolitana “più bella d’Europa”, guarda caso a Toledo. Insomma, che i destinatari della nuova città non siano propriamente i suoi cittadini è visibile tanto per alcune scelte governative quanto per altre misure più marcatamente economiche. In effetti, tutti i turisti sono cittadini del mondo e a loro è riservata un’importante attenzione mediatica. Il nuovo portale di abitazioni temporanee offre loro la possibilità di vivere in una Napoli diversa che quella degli alberghi, come normali cittadini e non come turisti, rispondendo all’esigenza di inserimento diretto nel tessuto socio-economico urbano. In effetti, il dato più importante da cogliere è proprio questo: il desiderio di vivere la città come fosse un set a misura di tutti è il sogno del turista romantico che viene finalmente appagato. (antonio mastrogiacomo)
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