
GENNAIO
APOCALYPSE DAVOS
Anche quest’anno i miliardari si sono riuniti in consesso per il bene di noi mortali. Jet privati, elicotteri e limousine hanno intasato la località sciistica di Davos per il World Economic Forum, la conferenza dell’esclusivo club di capitani d’industria, banchieri, manager e capitalisti vari che ogni anno si raccoglie in un resort tra picchi innevati (finché di neve ce n’è) per ascoltare cosa hanno da dire le migliori intelligenze e i governanti della terra sui problemi del nostro tempo. Un meeting cruciale per presagire le traiettorie dell’economia globale, che rivaleggia con i summit degli stati e i partenariati internazionali. (leggi l’articolo)
FEBBRAIO
ALL’ARMI CITTADINI! I FRANCESI IN PIAZZA CONTRO IL LIBERISMO SELVAGGIO
«Emanuel Macron, presidente dei padroni, veniamo a prenderti a casa», si continua a cantare davanti al teatro. I CRS sono ancora disorientati e non sanno bene come reagire. «Ci vediamo domani! Cani! Venduti! Ma chi difendete? Vergogna! Per mantenere le vostre pensioni avete venduto il popolo francese!». E proprio così. Il maggior sindacato di polizia ha contrattato alla vigilia del primo sciopero generale l’esenzione per tutti i reparti dell’applicazione della riforma delle pensioni. Il ministro dell’interno avrebbe dato garanzie alle forze dell’ordine. Ma non c’è solo la polizia a mantenere il proprio statuto speciale. L’altra categoria esente dalla riforma sono i parlamentari. (leggi l’articolo)
MARZO
NAPOLI, QUANDO MUORE UN QUINDICENNE
Ancora una volta, come sempre in questi casi, vittime e carnefici si confondono e vengono sovvertiti ad arte. Ugo è morto poco più che bambino, è vero, ma non è una vittima perché stava facendo una rapina. Il carabiniere ha sparato, è vero, ma non è un assassino perché voleva difendere il suo orologio. Il capovolgimento di prospettiva è talmente forte da costringere i familiari del ragazzo – raggiunti dai soliti avvoltoi in servizio permanente – a uscire allo scoperto, nella paradossale condizione di doversi difendere perché il loro figlio o nipote è stato ammazzato. (leggi l’articolo)

APRILE
IL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE E LA MATTANZA DELLA SETTIMANA SANTA
Secondo le testimonianze si è verificata una fortissima rappresaglia da parte della polizia penitenziaria. Appena la magistratura di sorveglianza ha concluso il suo lavoro (tra le sue competenze c’è quella di monitorare lo stato, le garanzie e i diritti dei reclusi) cento poliziotti a volto coperto e in tenuta antisommossa sono entrati in un padiglione e hanno cominciato i pestaggi Nelle “camere di pernottamento”. Probabilmente non sono gli stessi in servizio presso l’istituto, picchiano chiunque, anche chi non ha preso parte alle agitazioni del fine settimana, anche qualche detenuto che dopo pochi giorni potrebbe uscire dal carcere con i segni del martirio sulla carne. (leggi l’articolo)
MAGGIO
LE ALTERNATIVE INFERNALI. COSA SIAMO STATI COSTRETTI AD ACCETTARE DURANTE LA PANDEMIA
Isabelle Stengers e Philippe Pignarre le chiamano “alternative infernali”: ambiente o lavoro? Salute o Economia? Diritto alla casa o diritto alla proprietà? Sovranità o cosmopolitismo? Italiani o migranti? Ogni volta che ci troviamo “costretti ad accettare” un polo di una dicotomia di questo tipo siamo caduti vittima di un sortilegio; il discorso egemonico si è impossessato di elementi a cui non possiamo rinunciare, e li ha messi gli uni contro gli altri, obbligandoci a scegliere. (leggi l’articolo)
GIUGNO
MINNEAPOLIS, LA BATTAGLIA DEGLI AFRO-AMERICANI TORNA NELLE STRADE
Non stupisce che tutta questa energia sia venuta allo scoperto dopo l’uccisione di George Floyd e si sia poi propagata a tante altre città americane. Quello di Floyd è solo l’ultimo e più brutale caso di omicidio commesso da poliziotti del dipartimento di polizia di Minneapolis, che ha una lunga storia di violenza e di abusi, in particolare contro gli afro-americani. (leggi l’articolo)

LUGLIO
TRA RICATTI E VIOLENZE, LA RESISTENZA DEI LAVORATORI FEDEX-TNT
Nonostante i danni economici, i vertici aziendali non hanno voluto riconoscere i diritti dei lavoratori sospesi. In un incontro in prefettura FedEx ha proposto di assumere soltanto quindici facchini a gennaio, a patto che non abbiano lettere di richiamo: un espediente per escludere chi ha preso parte a scioperi e proteste. Poi l’azienda ha offerto a ciascun interinale una buonuscita da quarantamila euro; l’intento è di rompere il fronte di lotta. Una cifra notevole per liquidare dei contratti interinali, forse un sintomo dell’importanza della vertenza. (leggi l’articolo)
AGOSTO
IL PAESE SOSPESO. I GIORNI DI BEIRUT DOPO L’ESPLOSIONE
La parola tragedia è ripudiata dai libanesi che gridano al crimine contro la popolazione. Colpevoli, già processati e condannati in via definitiva, tutti gli appartenenti alla classe politica. Rei di una negligenza che nessuno gli perdonerà. Se le speculazioni su cosa sia successo abbondano, il fatto incontrovertibile è che tremila tonnellate di nitrato di ammonio, sostanza usata in agricoltura come fertilizzante o come componente per ordigni esplosivi, giacevano da sette anni al porto di Beirut, in pieno centro cittadino. Le autorità portuali erano al corrente della sua presenza e pericolosità, e così anche le autorità libanesi a cui era stato richiesto di intervenire. Invano. (leggi l’articolo)
SETTEMBRE
IL PREDATORE UMANITARIO. NOTE SU TRE FILM DI GIANFRANCO ROSI
Che l’immagine sia pregna di un senso morale è un’illusione, questo penso quando vedo i film di Rosi. L’immagine non suggerisce alcun senso, non ha profondità, non allude ad alcunché di celato: l’immagine non è altro che sé stessa e mostra sé stessa. Per questo non colgo stimoli di conoscenza, ma solo infecondo disorientamento: Sacro GRA non fornisce una mappa critica della terra desolata attorno alla tangenziale, Fuocoammare non aiuta a comprendere il meccanismo dell’accoglienza e del controllo lungo la frontiera, Notturno è una generica commistione di visioni raccolte a oriente del Mediterraneo. (leggi l’articolo)

OTTOBRE
NAPOLI, DUE GIORNI DI MANIFESTAZIONI CONTRO LA GESTIONE DELL’EMERGENZA COVID
La gestione della pandemia può diventare spunto per rivendicazioni sulle criticità del paese. Al di là di misure come i sussidi, le casse integrazioni straordinarie, il blocco dei licenziamenti e iniziative come i bonus sull’edilizia, pochissimo è stato fatto per promuovere riforme di ampio respiro, e d’altronde sarebbe difficile aspettarsele da queste forze politiche. La richiesta di garanzie per affrontare un’altra chiusura è sacrosanta, ma è indispensabile ora alzare il tiro per chiedere risposte sui bisogni primari: investimenti su casa, scuola e welfare di base, lavoro e sanità, un impegno che intervenga su prospettive di vita al di là dei semplici consumi. (leggi l’articolo)
NOVEMBRE
MILANO, CRONACHE DELL’AGITARE
«Oggi è una data importante perché lavoratori di diverse città italiane sono scesi in piazza contro questo contratto vergogna. Da oggi dichiariamo guerra alle piattaforme, non possiamo continuare a fare biciclettate, non possiamo continuare a fare presidi, la prossima volta oltre a impugnare i contratti e andare nei tribunali a chiedere quello che ci spetta, organizzeremo dei picchetti davanti ai ristoranti perché è ora di mettere in ginocchio queste aziende. Siamo stufi, non siamo schiavi, siamo lavoratori!». (leggi l’articolo)
DICEMBRE
PRIORITÀ ALLA PAURA. L’IGNOBILE STORIA DELLE SCUOLE CHIUSE IN CAMPANIA
Sono tutti responsabili. Dal ministero dell’istruzione, che afferma di volere le scuole aperte ma non è stato capace di dotarle del personale necessario, di risorse adeguate, di protocolli chiari e applicabili, fino agli enti locali, in particolare l’amministrazione del capoluogo, che avanza qualche timida obiezione, ma che da anni è incapace di garantire il funzionamento delle scuole per tutto quanto è di sua competenza; ha attivato in compenso la “Dad solidale”, un raffazzonato espediente per volgere lo sguardo dall’altra parte, con l’adesione di associazioni del terzo settore, che una volta di più, rifiutandosi di prendere posizione su questioni politiche sostanziali, hanno mostrato la loro subalternità, e in sostanza la loro irrilevanza in un contesto sociale esigente come quello napoletano. (leggi l’articolo)
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