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15 Marzo 2013

Edenlandia, il Comune all’inseguimento

Davide Schiavon
(archivio disegni napolimonitor)

Quello che era un accordo annunciato è – almeno per ora – saltato. Venerdì scorso era attesa la firma tra la Clear Leisure, società di investimenti italo-svizzera capitanata dall’imprenditore Villa, e la curatela fallimentare rappresentante la Parks and Leisure, società ex proprietaria di Zoo – Edenlandia, ora in liquidazione. A quanto si apprende dai giornali, l’accordo è saltato quando la cordata ha scoperto che gran parte degli immobili di Edenlandia sono abusivi e che la richiesta di condono presentata dall’ex presidente Cesare Falchero è stata respinta nel 2011. La Procura di Napoli ha dunque disposto un ordine di abbattimento sugli edifici.

La decisione, fanno sapere fonti vicine alla cordata, è irrevocabile, a meno che i suddetti abusi edilizi non vengano condonati o regolarmente accatastati. Le stesse fonti, inoltre, fanno sapere che alla base della decisione ci sarebbero anche dubbi sulla sicurezza della zona flegrea dovuti al recente incendio di Città della Scienza. “Secondo fonti vicine a Villa, l’immagine di un polo culturale e ricreativo divorato dalle fiamme a un chilometro in linea d’aria dall’oggetto del proprio investimento avrebbe convinto gli investitori a desistere del tutto”, si legge su il Mattino. Dopo oltre tre mesi di complesse trattative la società del controverso imprenditore Villa decide dunque di ritirarsi dalle trattative. Dopo tre mesi e dopo aver ottenuto un prezzo oltremodo “di favore”, come spiegavamo su Napoli Monitor. Spese per la riqualificazione dell’area, inoltre, erano già previste nell’accordo preliminare.

È possibile rilevare un’attività che si estende su suoli tanto vasti, conducendo tre mesi di trattative, e non accorgersi degli enormi abusi edilizi dell’area? Cosa c’entra con tutto questo l’incendio a Città della Scienza, e perché far trapelare una voce di questo tipo? Le motivazioni sembrano piuttosto un modo elegante per defilarsi. Il che non è un male. Le garanzie che offriva Villa, il modo in cui la trattativa era stata condotta – sempre al ribasso, con il beneplacito dell’amministrazione comunale – lasciano immaginare che nel giro di pochi anni, forse qualche mese, per Edenlandia e Zoo ci sarebbe stata una nuova fase emergenziale.

Preoccupa, a dirla tutta, l’atteggiamento ancora una volta acquiescente della giunta. Dopo aver offerto le migliori condizioni a Villa e soci, di fronte all’ultimo passo indietro nessuno ha nemmeno pensato a nuove soluzioni. Quella del Laboratorio Partecipativo, per esempio. Cittadini che da più di un anno propongono un piano alternativo per l’area Zoo-Edenlandia-Ex Cinodromo. Dopo il dietro-front, l’assessore Panini e il vicesindaco Sodano si sono prontamente industriati per rimuovere gli abusi edilizi. I beni potrebbero diventare, attraverso una poco chiara delibera comunale, di pubblica utilità. In tal modo si offrirebbe a Villa – che non dovrebbe sborsare un euro – la rimozione del problema. Sui giornali Panini ha azzardato anche i tempi della delibera: «Ritengo che su questo tema ci sia diffusa convergenza tra le forze politiche. Faremo di tutto perché i tempi non siano lunghi». Tempi brevi. Peccato che l’ex proprietario Cesare Falchero, accortosi – nel ’95 – degli abusi edilizi, abbia aspettato sedici anni per avere una risposta (negativa) alla sua richiesta di condono, dopo aver peraltro versato ottanta milioni di anticipo. Panini ora dice che basta una delibera comunale, attraverso la quale in pochi giorni gli stabili abusivi saranno di pubblica utilità. I dubbi già espressi prima dell’accordo a questo punto aumentano: perché la giunta comunale cerca in tutti i modi di far sì che la struttura vada a Villa, rincorrendolo anche dopo l’abbandono, passando sopra abusi edilizi finora trascurati e svendendo i suoli? Il motivo è meramente economico, ma in questo modo e in mancanza di progetti seri l’amministrazione chiuderà occhi e orecchie sul destino di settanta lavoratori. (davide schiavon)

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