La guerra con la scala B scoppia il 15 aprile, dopo l’ennesima assemblea di condominio in cui non si raggiunge l’accordo sulla ripartizione delle spese per il verde condominiale. Il primo atto è un colpo di fucile ad aria compressa, sparato probabilmente dal più piccolo dei Ricucci, della scala B, che cava un occhio al gatto preferito del signor Cattani. La nostra rappresaglia, chiodi e supercolla nelle serrature del portoncino, viene scoperta l’indomani e risolta solo con l’intervento dei vigili del fuoco.
Da sei anni il giardino condominiale è lasciato a sé stesso, da quando la scala B, avanzando un credito per l’acquisto di certe presunte piante tropicali, si rifiuta di pagare quanto previsto dal calcolo millesimale. Sono stati fatti tentativi di mediazione, perlopiù dalla Ciancitto in Bonetti, che dopo il matrimonio col nostro Bonetti si è trasferita qui dalla B, ma dopo la denuncia anonima della sua verandina (abusiva) ha abbandonato la mediazione e si è impegnata con noi nello sforzo bellico.
La guerra sul campo la facciamo combattere ai ragazzini. Buona parte di noi lavora nel quartiere – botteghe, officine, il mercato rionale – e non possiamo rischiare che la guerra esca dai confini del condominio e comprometta gli affari, quindi, fuori da qui, sorridiamo e fingiamo che la guerra non esista. Agli impiccioni dei palazzi vicini e alla municipale, che ogni tanto si presenta, allarmata da botti e schiamazzi, diciamo che si tratta di ragazzate.
I giovani, a seconda della loro inclinazione, si sono divisi in commando e guastatori.
L’orgoglio della nostra fazione sono i guastatori. Comandati dal figlio di Ciccone, che ha scelto l’indirizzo tecnologico all’istituto professionale, i nostri si sono distinti per aver riprogrammato i citofoni per suonare tutta la notte a intervalli di dieci minuti, sabotato gli apriporta per dare scosse vicino ai 50 milliampere e aver intercettato la colonna degli scarichi e averla intasata con sacchi di cemento.
Dall’altro lato, i commando della B, soprattutto i tre fratelli Ricucci, fanno valere la loro esperienza da scout e dopo aver conquistato il giardino hanno installato lì il loro campo base e, protetti dalla vegetazione, fanno partire imboscate, incursioni e sassaiole.
Riuniti in consiglio ragioniamo da giorni su come risolvere la questione dei prigionieri di guerra. La settimana scorsa, male informati sui turni di guardia del giardino, abbiamo spinto i nostri ragazzi a tentare un raid notturno.
L’operazione si è rivelata un fiasco. Abbiamo contato tra i nostri quattro occhi neri, due denti rotti (uno di questi, ingoiato), sette ginocchia sbucciate e un prigioniero, il piccolo Todisco, che a quanto hanno raccontato gli scampati, pare sia caduto in una trappola scavata nel terreno. Alcuni dicono anche che la buca fosse piena di topi, ma non abbiamo conferme a riguardo.
Il giardino ha maturato negli anni una sua personale bellezza. L’ailanto è cresciuto fino a raggiungere le finestre del terzo piano, portando la sua puzza di marcio dentro le case; ambrosia e tarassaco hanno trovato condizioni particolarmente favorevoli e la loro fioritura si protrae ben oltre la bella stagione; il bambù ha formato una fortificazione naturale al centro del giardino, inglobando la fontana e l’ex guardiola. Il nostro giardino è un’oasi di piante infestanti e urticanti.
In cambio della liberazione di Todisco la scala B pretende la resa totale: la servitù esclusiva del passo carrabile e l’esenzione dalle spese per il ripristino e la futura manutenzione del verde condominiale. Inaccettabile.
Il primo novembre lanciamo l’operazione Amazzonia. Il piano, nato da una discussione semiseria sulla possibilità di risolvere il problema della manutenzione del giardino con il fuoco e trasformarlo in posti auto, prevede di incendiare, lanciando bombe carta dalle finestre, il bambuseto; il fumo sprigionato dovrebbe far scappare i soldati della B e consentire ai nostri, attrezzati con mascherine e occhialoni, di entrare e liberare Todisco. I ragazzi sono scettici, ma da bravi soldati, eseguono.
I vigili del fuoco domano l’incendio a notte fonda. Del giardino rimane poco o nulla. Sia le palazzine A che le B vengono evacuate per rischio di crollo. Nella prossima riunione di condominio, tra le altre cose, bisognerà deliberare un monumento ai caduti.
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