Nel corso dell’ultima settimana i media cittadini hanno ospitato le opinioni di numerosi personaggi della cosiddetta società civile partenopea sulle candidature per le elezioni che decideranno il nome del prossimo sindaco. Anche noi abbiamo interrogato quattro esponenti di questo bel mondo chiedendo loro di individuare il proprio candidato ideale e spiegarci perché ritengono possa essere l’uomo o la donna giusta per Napoli.
Quando Napoli Monitor, un giornale con cui non sempre ho avuto rapporti idilliaci, mi ha chiesto di scrivere un contributo in vista delle prossime elezioni amministrative, ho pensato la stessa cosa che ho pensato la scorsa settimana quando mi hanno invitato alla presentazione di un libro sulla coltivazione delle telline sul litorale domizio. Ovvero: «Perché no?». E così, nonostante l’iniziale scetticismo, mi sono messo all’opera. Prima di cominciare, però, ho dovuto finire i tre romanzi che da domani saranno in tutte le librerie della città. I primi due sono sul commissario Ricciardi e il terzo è una saga sulla maglia numero 14 del Napoli, da Attilio Tesser a Dries Mertens, passando per Luca Lacrimini. Il libro verrà presentato mercoledì a casa di Ferlaino alle 12,00, poi all’Istituto per gli Studi Filosofici alle 15,00, alla Fonoteca al Vomero alle 18,00 e nel parcheggio del San Paolo alle 20,00.
Ma torniamo a bomba. In questi cinque anni ho molto vissuto la città. Per presentare i novantuno libri scritti in questo periodo sono entrato in contatto con tantissime persone. Ho attraversato tutti i quartieri napoletani, da Chiaia al Vomero, da Monte di Dio a piazza Bellini, da Santa Lucia a Posillipo, e ho potuto constatare quanto la città sia migliorata. Quei piccoli, impercettibili cambiamenti che però rendono questo posto un paradiso abitato, in fondo, non solo da diavoli. E attenzione, non lo dico per il rapporto che ho stretto nel tempo con il sindaco de Magistris, con il quale dietro le quinte della trasmissione televisiva di Canale 9 scherziamo sempre prendendo in giro la voce a trombetta di Walter De Maggio. Ma perché lo credo veramente.
De Magistris, a mio parere, è stato un buon sindaco. Ha dato, facendo un paragone calcistico, una identità definita e moderna alla città, dimostrando di avere le idee chiare sul piano tattico e mettendo a punto una manovra fluida, basata su un gioco d’attacco ma attenta a non lasciare scoperta nessuna zona della metropoli. Potrei continuare all’infinito parlando del gioco sulle fasce dei suoi assessori, degli schemi mostrati in consiglio comunale, degli uno-due su Facebook e Twitter, dei dribbling fulminanti in zona a traffico limitato, ma poi mi troverei costretto a scrivere un instant book su questo argomento. E sono davvero pienissimo di lavoro in questi giorni, anche perché il mio editore ha già prenotato dodici libri per il prossimo mese.
Certo, Luigi ha sbagliato qualcosa, ma in fondo solo chi non fa non sbaglia. Si è dimostrato un uomo coraggioso, onesto, trasparente, disponibile al dialogo e a presenziare alle presentazioni dei libri, aspetto fondamentale in questa fase di crescita per la città. Ho molto apprezzato il carisma con cui ha messo a posto alcune situazioni delicate come quelle dei rifiuti e in particolare della raccolta differenziata al Vomero, o la creazione di una rete wi-fi in alcuni punti chiave della città, cosa che mi permette di controllare Wozzup quando sono fuori casa a presentare i miei libri; o ancora il vigore con cui ha resistito agli attacchi da parte dei suoi avversari, un atteggiamento che mi ha ricordato la figura del commissario Ricciardi, tanto che a volte ho pensato che sarebbe bello organizzare una giornata tematica in cui i miei personaggi più celebri, a cominciare dai Bastardi di Pizzofalcone, incontrano il sindaco per confrontarsi sui problemi della città.
In sostanza, credo che de Magistris sia stato un ottimo primo cittadino, anzi la sua parabola mi sembra ascendente, e in un certo senso mi ricorda quella mia di scrittore, almeno così mi è parso di captare mentre facevo la spesa alla Conad di via Belvedere, non lontano da casa sua. Invito anzi tutti i miei lettori, e quelli di Napoli Monitor, a votarlo ancora per vedere Napoli crescere, lentamente, ma con costanza, come accaduto in questi anni. E invito anche tutti alla presentazione del libro che ho scritto tra una pausa e l’altra mentre davo vita a questo breve articolo, e che ho incastrato all’interno degli eventi della Notte per la legalità, a cui parteciperò incontrando l’assessore Clemente, Alessandro Siani, un’associazione che si occupa di musicoterapia e la street artist Roxy, che ha appena attaccato sui muri dei Quartieri Spagnoli un disegno che mi ritrae mentre presento un libro con Amy Whinehouse. (maurizio de giovanni)
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