“La tua assenza è un assedio”. Così recita la violenta Adius di Piero Ciampi. Alla sua voce calda e rauca pensavo mentre in diretta streaming assistevo al confronto tra i candidati alle primarie del centrosinistra, in vista delle prossime elezioni. L’assenza – preannunciata – era quella di Antonio Bassolino. L’assedio lo creavano i rivali: Sarracino e Valente. Meno Marfella, capace di trovare una propria originale strada. Si parlava di droga, di Vele da abbattere, di millantati crediti verso le casse comunali, di periferie e di parchi verdi, e sullo sfondo emergeva sempre più netta l’ombra di Bassolino. Sfilatosi dal confronto, l’ex sindaco vinceva per manifesta inferiorità avversaria.
Il Rusticano è una pizzeria di via Atripaldi, la strada che costeggia il parco Troisi di San Giovanni a Teduccio e conduce al mare. Il locale è stato rinnovato, come è scritto sul volantino, e l’ambientazione rustica ha lasciato il passo a un perlinato di legno che pare d’essere a Stoccolma. Sabato sera gli avventori del Rusticano hanno potuto godere dei vantaggi del menu fisso: per quindici euro frittura (crocchè, arancini, frittatina, scagliozzi e zeppoline “vari gusti”), pizza a scelta e bibita. Divertimento assicurato, sottolinea il volantino. Non c’è motivo di dubitarne. Il giorno dopo l’ampia sala ospita uno dei seggi del quartiere. Nel file excel disponibile sul sito delle primarie il Rusticano diventa il Rusticone e via Atripaldi, via Tripaldi. Non sono dettagli. Domenico Atripaldi da queste parti è un “professore di vita”. Insegnante al liceo, militante nel Pci. A lui è dedicata questa via di palazzine basse, colorate e poi sbiadite. Alcune persone all’esterno della pizzeria hanno fatto parte della scuola delle Frattocchie, riservata ai futuri quadri del Pci. «Tempi in cui se vendevamo molte copie de l’Unità vincevamo un premio, tu sei giovane e non puoi ricordare». Ho capito già: Bassolino? «È chiaro. Nel ‘98 Bassolino andò in visita alla borsa di New York. Sul display centrale uscì scritto: Welcome to the mayor of Napoli, mister Antonio Bassolino. Lo chiamavano pure per avere un’opinione su una sfilata di moda». E lei invece? «Io lavoravo in Emilia. Andavo a prendere il caffè e mi chiedevano: “Come sta Antonio?”». Proviamo a dimenticare per un po’ il 1993. «La mala gestione non è imputabile a Bassolino». Insomma, mi consigliate di votarlo? «Fai come vuoi, l’importante è che voti per opinione. Lo sai di quelle lettere inviate a Soccavo? Sta succedendo dappertutto, anche qua. Guarda quelli, mica vengono perché sono ingraiani o miglioristi! Vengono perché hanno qualche interesse».
Via Gianturco 142. Davanti a me la superstrada che sovrasta l’ex Macello. Alle mie spalle il ponte di Bettina, uno dei tre ponti sotto il quale esercitava la prostituta più nota del dopoguerra. Al bar Santa Cruz la barista mi mostra con orgoglio la mascherina del suo telefono: “Keep calm un cazzo”, c’è scritto. «Bello, eh? Lo tengono i cinesi». Il nonno seduto alle mie spalle mangia il cornetto, mastica appena e deglutisce. «Ti fa male la cioccolata, ti ho detto!». Il nonno sostiene di averla rimossa prima di addentare. Ridono tutti e lo lasciano mangiare in pace. Posso chiederti per chi hai votato? «Non esiste proprio», dice la signora dietro il bancone, poi sorride. Tra il bar Santa Cruz e il commercio del “bibitaro” c’è la sezione del Pd di Poggioreale. Al seggio ci si arriva attraverso una scala impervia che fa tremare i più malfermi. Un signore corpulento prima di avventurarsi chiede: «Siete assicurati?». All’esterno un solo rappresentante di lista. «Gianturco vota Bassolino. In blocco. De Magistris ha rovinato tutto. Bassolino vuole fare il waterfront. Unire i porti di Napoli e Salerno. Ce l’hai presente Barcellona? Il Molosiglio lo vuole fare diventare uguale. A Bagnoli la Apple, a Scampia Cisco. Un grande progetto per il centro storico. Di fronte il mercato Caramanico c’è un centro sportivo che deve essere solo inaugurato: con Bassolino si farà. Non tiene interessi, si ricandida a settant’anni perché, come i grandi calciatori sul viale del tramonto, vuole lasciare un buon ricordo. Parlerà con Renzi, mica come ha fatto de Magistris». Rallenti, non mi capacito, l’elezione per il sindaco è fra tre mesi. «Ma Bassolino le primarie le vince facile».
Soffia vento di ponente sulla spiaggia di Bagnoli. Le onde continuano a battersi con vigore, gli scogli sono rassegnati. A cinquanta metri il confine comunale, le tute fluorescenti in corsa raggiungono il cartello e tornano indietro. A Pozzuoli è una domenica come tante. A Napoli sta per tornare “il sindaco”. Stavate parlando di Bassolino? «Il miglior sindaco d’Italia, è stato eletto per non so quante volte. Fa freddo oggi, eh?». Fa freddo all’esterno di Arci Pesca, via di Pozzuoli, Bagnoli. «L’associazione è un circolo ricreativo per pescatori ed ex operai Italsider. Organizziamo piccole gite, per esempio a Nisida. Siamo nati nel 1993». Con Bassolino? «Esatto. Fu lui a fare gli accordi con i caschi gialli dell’Italsider. Il piano De Lucia per Bagnoli chi l’ha fatto?». Non c’è alternativa, insomma? «Sarracino è giovane e parla come un vecchio. Lo porta Gianluca Daniele. La Valente è portata da Cozzolino. Una che si candida a un mese dalle primarie che credibilità tiene?». Non saprei. «Qui stanno succedendo cose strane, non in questa sezione ma in altre. Personaggi loschi, gente che vuole restare come rappresentante di lista pur di intascare qualcosa di soldi. Poi non escono neanche dal seggio a informare. Prima due vecchietti hanno fatto un’ora di fila e hanno scoperto di dover votare da un’altra parte». Con Bassolino grandi progetti. Bonifica, spiaggia pubblica, è tutto a posto? «E certo. Mica si candida per interesse, tiene un’età. E poi, diceva quel grande: “Le persone oneste non possono amministrare la cosa pubblica”. Io de Magistris l’ho votato al ballottaggio perché mia moglie se ne era innamorata. Ma è stato fallimentare, e pure da magistrato lo era».
Sotto via de Ruggiero c’è il vuoto. Il precipizio. È l’ultimo tratto della junction del Vomero. A pochi metri c’è la rotonda che conduce a via Caldieri. Sul foglio excel è segnalato un seggio “di fronte al civico 118”. Si tratta del parcheggio della Cooperativa Parco dei Fiori. Una sbalorditiva opera che mette insieme centinaia di box auto su più livelli e con i bagni su ogni piano. Si gode anche della vista della città dalla collina, che rinfranca dal trantràn quotidiano. Si dice che il proprietario sia legato a Cozzolino. Si dice che dunque appoggi la Valente. E che addirittura abbia chiamato tutti gli affittuari dei box per chiedere il voto nel suo garage. Sono queste le solite malelingue, penso, quelle che si trovano fuori ai seggi. All’ingresso c’è un signore con un cappello di tweed alla maniera irlandese, di quelli che usava Sherlock Holmes, con la doppia visiera. Fa un figurone. Immagino sia un appassionato di investigazioni. Infatti complotta con un altro rappresentante di lista, di quarant’anni più giovane. Alla scrivania del presidente di seggio è il finimondo. Sembra di guardare Ballarò. «Io ho ventuno anni, mi sono sempre comportato in maniera carina ed educata!», prova a difendersi il giovane sostenitore del giovane Sarracino. «Eh, ma io non ti chiedo scusa!», replica una donna che non vuole sentire ragioni. «Va bene, io non voglio le scuse». «E io non te le do!». «Il seggio poteva chiudere», fa un altro. «Mi stai minacciando?», replica incontenibile la signora bassoliniana. «Da persona matura quale ritengo di essere…». «Non ti chiedo scusa!». «Finiamola con questa caciara!». «Non alzare la voce!». «No, tu non alzare la voce!». «E allora tu chiedimi scusa!». Esce una coppia di anziani dal seggio: «Pigliateve ‘na camumilla. Buona domenica».
La tua assenza è un assedio / ma ti chiedo una tregua / prima dell’attacco finale / perché un cuore giace inerte / rossastro sulla strada / e un gatto se lo mangia / tra gente indifferente / ma non sono io, sono gli altri. (davide schiavon)
Leave a Reply