MONiTOR Italia
  • Home
  • temi
    • culture
    • iniziative
    • italia
    • lavoro
    • migrazioni
    • recensioni
    • rifiuti
    • sanità
    • scuola
  • città
    • bologna
    • milano
    • napoli
    • roma
    • torino
  • foto
    • fotoreportage
    • fotogallerie
  • autori
  • edizioni
  • napoli MONiTOR
recensioni
13 Giugno 2023

L’esperienza e la libertà. Sperimentazioni educative dentro e fuori la scuola in un libro di Giulia Cordone

Renata Pepicelli
(disegno di manincuore)

“Che l’unico metodo educativo sia l’esperienza e l’unico criterio per educare sia la libertà”: con questa frase di Lev Tolstoj si apre Di palo in frasca. Proposte e osservazioni sparse nel tempo della scuola secondaria superiore (la Bussola, 2023). E praticare l’esperienza e la libertà sono certamente le coordinate lungo le quali si muovono tutte le sperimentazioni educative e didattiche, dentro e fuori la scuola, raccontate dall’autrice del volume, Giulia Cordone.

Sin da quando era un’educatrice nel quartiere dell’Albergheria a Palermo, Giulia – da anni docente di matematica e fisica in diverse scuole superiori del capoluogo siciliano e per un periodo anche di Napoli – sperimenta percorsi di educazione libertaria e condivisa. A disagio per la mancanza di esperienza diretta e concreta nella scuola, cerca di sovvertire questo status quo consolidato, proponendo sin da subito percorsi e laboratori esperienziali in classe insieme a passeggiate all’aperto, alla ricerca di un altro sguardo per leggere la città, la natura, il mondo. A partire dal trinomio osservazione-descrizione-comunicazione, un tale metodo apre a nuovi punti di vista sulla realtà circostante e al modo con cui ci si approccia allo studiare. La “prospettiva smerz”, la potremmo definire. “Smerz” è una parola del dialetto napoletano, che Giulia ha imparato dai ragazzi e ragazze di una scuola di Scampia, e che ha custodito gelosamente negli anni a seguire. Smerz vuol dire di sbieco, di lato, e riassume quell’esperienza di sguardo e posizionamento che rifiuta la verticalità ed è alla ricerca di possibili prospettive altre.

Fare esperienza diretta e concreta appare fondamentale per un’educazione libertaria, così come valorizzare tutte le forme di sapere che una prospettiva obliqua fa emergere, inclusi il saper usare una fiamma ossidrica o il saper cucinare. I manuali scolastici da soli non bastano a capire la matematica o la storia o la musica, e queste necessitano di contaminarsi a vicenda. La chiusura nelle gabbie disciplinari è di ostacolo alla conoscenza: si impara solo passando “di palo in frasca” è la tesi (e il titolo) del libro. Si impara mescolando discipline e approcci che restituiscono l’unitarietà del sapere. E si impara guardando, osservando, allargando gli orizzonti. Anche in pandemia, quando eravamo chiusi nelle nostre case e la scuola faticava a reinventarsi, Giulia non si è arresa all’idea di lezioni frontali, il format tipico, in Dad quanto in presenza, in cui i ragazzi e le ragazze vengono considerati vuoti contenitori da riempire di nozioni. Ha così proposto loro di fare esperienza di quel mondo che si era improvvisamente ristretto. È nata in questo modo, all’interno di una terza superiore, l’idea della costruzione di un pendolo: ognuno faceva misurazioni individuali nella propria stanza che andavano poi a unirsi a quelle degli altri. Lavorare in gruppo, tra studenti, ma anche tra docenti, è una delle linee portanti del metodo che Giulia sperimenta.  

Nel libro non ci sono “grandi maestri” (per quanto tra le righe e nelle note ne vengano citati molti, della cui visione sull’educazione si è chiaramente nutrita l’autrice), ci sono invece docenti ed educatori “normali”, sconosciuti, con le loro storie di quotidiane esperienze didattiche ed educative declinate al plurale. Le esperienze raccontate in Di palo in frasca sono infatti fondamentalmente collettive, di gruppo, di squadra, dove non è raro che agiscano più docenti insieme ed eventualmente educatori esterni, e dove gli studenti e le studentesse hanno un ruolo centrale nella costruzione delle lezioni. Nel libro non si parla mai solo di insegnamento, ma sempre del binomio insegnamento-apprendimento. L’uno si nutre dell’altro, vivono in una relazione speculare e circolare. “Nessuno educa nessuno. Nessuno si educa da solo. Gli uomini si educano tra loro, con la mediazione del mondo”, scriveva Paulo Freire in un intervento raccolto in un piccolo volumetto intitolato Le virtù dell’educatore. Nella “didattica della cooperazione” che Giulia Cordone porta avanti con le sue classi questa frase trova un’attuazione concreta. La scuola è una comunità, sostiene l’autrice, che necessita di scambi continui e dello stare insieme, perché “in effetti le discipline sono veicolate da corpi e relazioni e tendono a costruire nuovi corpi e relazioni”.

In questo contesto la cooperazione, il lavoro di squadra, attento alle specificità di ognuno, sono fondamentali per costruire saperi. Si tratta di una costruzione che richiede sovvertimento degli schemi e il coraggio di percorrere strade per nulla o poco battute. Per esempio, contro la diffusa ossessione di molti docenti rispetto all’idea che gli studenti copino o si suggeriscano a vicenda durante le verifiche, Giulia propone una didattica “della consultazione di testi e siti web, anche durante le verifiche, come fa un/una studioso/a quando vuole provarsi nell’elaborazione di un articolo”. La fiducia, possiamo dire noi alla fine della lettura, è alla base della proposta educativa del libro. La fiducia contro la paura; quella paura cha domina oggi nelle scuole e nel mondo. Quella paura che blocca i processi di sperimentazione, che si trincera nella valutazione insindacabile dall’alto e rende sempre più difficile cercare altre strade.

Sebbene sia un libro scritto da un’insegnante di matematica e fisica delle scuole superiori, riportando per lo più esperienze avvenute nelle sue classi, Di palo in frasca è un testo non solo per docenti di secondaria, e specificatamente di materie scientifiche, ma per docenti di ogni disciplina, e di ogni ordine e grado, compresi quelli che insegnano nelle università. Ciò che troviamo in questo libro sono infatti indicazioni di metodo, prospettive, visioni e pratiche educative, che possono essere strumenti di riflessione e modelli anche per contesti diversi da quelli in cui sono nati e si sono sviluppati. Contesti che seppur diversi condividono l’idea che l’aula – come direbbe bell hooks – è uno spazio di possibilità. Possibilità di cambiare percorsi e punti di vista. (renata pepicelli)

Share on Facebook Share on Twitter Share on Google+
Previous Article Le briciole del turismo. Ascesa e caduta di Manlio Desperatis
Next Article Il “censimento” dei migranti irregolari tra controllo e (mancato) riconoscimento

Related Posts

  • L’ultima fabbrica. In un libro operaio la lunga agonia dell’ex-Ilva di Taranto

  • Liberarsi dal carcere, liberarsi del carcere. Sull’ultimo libro di Beppe Battaglia

  • Corpi e anime in gabbia. La funzione del carcere nei lavori di Bellati e Coronati

  • “Salutare i vivi e i morti”. Il Viaggio di ritorno di Iozzoli

Leave a Reply

Appuntamenti

Edizioni MONiTOR

Lo stato delle città, n°12

Lo stato delle città, n°11

Lo stato delle città, n°10

Lievito

La memoria bucata

Lo stato delle città, n°9

Confini

Le guarattelle

Lo stato delle città, n°8

Le fragili alleanze

Lo stato delle città, n°7

La settimana santa

L’estate è finita

La Venere degli stracci

Lo stato delle città, n°6

Baby Gang

Lo stato delle città, n°5

Lo stato delle città, n°4

Solidi

Detti

Lo stato delle città, n°3

Lo stato delle città, n°2

Risalendo la china

Quartieri Spagnoli

L’infelicità italiana

Lo stato delle città, n°1

Lo stato delle città, n°0

Heroes

Qualcosa che bruci. Oroscopo di Foucault

Il cielo in una stanza

Lo sparo nella notte

La città orizzontale

Grigio

Primavera breve

Fino all’urdemo suspiro

Vai mo

Palude

iL SINDAKO

Lo stato della città

Il fuoco a mare

La sfida

Odissee

SOSTIENI!

Lo stato delle città / LA RIVISTA

NEWSLETTER

Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy.

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Fotoreportage

Storie Disegnate

Napolimonitor.it 2006 > 2015

Lo stato della città / IL LIBRO

Chi siamo

Napoli Monitor è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014.
A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento.
Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

contatti

La redazione di Napoli Monitor è ai Quartieri Spagnoli (via Emanuele De Deo 63/a, 80134 – Napoli) – info: redazione@napolimonitor.it

MONiTOR Italia
© Copyright 2015. Proudly supported by dopolavoro and Shift-Left