UN SANTO AL GIORNO # 10 aprile: Sant’Ezechiele
Ezechiele nacque a Sarara, in Palestina, verso la seconda metà del 600 a. C., quando sul trono di Roma sedeva Tarquinio Prisco e su quello di Babilonia, Nabucodonosor. Fu della tribù di Levi, e come tale sacerdote. Erano tempi difficili per i Giudei, sotto la tirannide dei figli di Assur. Anche Ezechiele fu condotto esule a Babilonia e si stabilì a Tell-Abid sul Cobar (forse il gran canale che univa il Tigri all’Eufrate) in una colonia di esuli. Dopo quindici anni, trentenne, cominciò il suo ministero profetico e per almeno ventidue anni fu la guida morale del suo popolo. Gli anziani d’Israele si radunavano nella sua casa, perché egli come sacerdote e come profeta aveva su di loro grande autorità.
Ezechiele fu un grande annunziatore della parola di Dio: impavido dinanzi alle minacce, inflessibile contro gli Ebrei ostinati, non ebbe paura di svelare i castighi di Dio per i suoi fratelli. Commosso, prima di farlo, piangeva e si dedicava a lunghe penitenze. Operò anche dei miracoli, come quando attraversò coi suoi protetti il Cobar, facendovi annegare i minacciosi Caldei dai quali erano inseguiti. Fu ucciso da un principe di Giuda da lui rimproverato per la sua idolatria.
Lo scopo di Ezechiele nelle sue profezie è duplice: prima della caduta di Gerusalemme esorta il popolo alla penitenza; dopo, le sue parole si rivolgono a consolare gli esuli con la promessa di liberazione, del ritorno in patria e del regno messianico. Da questo duplice scopo scaturisce la divisione del suo libro in due parti. Nella prima annunzia i castighi di Dio contro il popolo eletto e contro le nazioni idolatre. Nella seconda, passa alla profezia di consolazione per Israele. (torna ai santi)