UN SANTO AL GIORNO # 17 agosto: San Rocco
(disegno di guerrilla spam)
La diffusione del culto di San Rocco in Europa, a partire dal secolo XV, è legata alla protezione del santo contro il flagello della peste. Alla devozione popolare verso il santo, fanno riscontro una incerta cronologia e un profilo biografico corredati di elementi leggendari. Un dato certo pare il luogo di origine: Montpellier, in Francia, nel secolo XIV. Rocco, rimasto orfano in giovane età, dopo aver distribuito i suoi beni tra i poveri della città, partì in pellegrinaggio verso Roma. Ad Acquapendente si imbatté nello spettacolo di desolazione prodotto dalla peste prestandosi come volontario all’assistenza degli appestati nel locale lazzaretto, dove operò le prime guarigioni miracolose.
Non riprese la via per Roma, ma andò per l’Italia centrale seguendo l’itinerario suggerito non dalle indicazioni stradali, ma dalla sua carità. Dove s’accendeva un focolaio di pestilenza, Rocco vi si dirigeva. Fu a Cesena e poi a Roma, dove ridiede la salute, tra gli altri, a un cardinale, che lo presentò al papa. Anche a Roma i suoi itinerari erano quelli delle opere di misericordia. Risalì passando per Rimini, Novara e Piacenza.
A Piacenza fu contagiato dal morbo. Il bubbone della peste, affiorato a una gamba, gli impedì di proseguire nella sua opera di assistenza ai colpiti dallo stesso male e per non essere di peso uscì dalla città, portandosi verso le rive del Po, in un luogo deserto, per morirvi in solitudine. San Rocco è spesso raffigurato in abiti da pellegrino con un cane che gli sta accanto nell’atto di porgergli un pane. La raffìgurazione si ispira a un momento della sua vita, quando, colpito dalla peste e appartatosi in una capanna, sarebbe morto di fame se un cane randagio non gli avesse recato quotidianamente un pane e se dalla terra non fosse sgorgata una prodigiosa sorgente a dissetarlo. Da questo rifugio fu prelevato dal patrizio Gottardo Pallastrelli, che lo ospitò in una casa propria fino a completa guarigione. Lasciata Piacenza, si diresse al nord, ma presso il Lago Maggiore fu scambiato per una spia e gettato in prigione per cinque anni, finché la morte lo colse negletto e dimenticato da tutti.