UN SANTO AL GIORNO # 21 dicembre: San Michea
Michea nacque nel villaggio agricolo di Moreset, a non molti chilometri da Gerusalemme. Il suo nome in ebraico era in realtà una domanda retorica, al tempo stesso professione di fede: “Chi è come il Signore?”. Visse al tempo del grande profeta Isaia, di cui forse fu anche discepolo.
L’iconografia relativa a Michea, come già accaduto per il profeta contadino Amos, presenta immagini rudi e vigorose, che colpiscono con sdegno lo sfruttamento e i soprusi verso la gente dei campi. Egli alzò la voce anche contro i falsi profeti, accomunandoli alle dominanti classi corrotte: “Sono avidi di campi e li usurpano, di case e se le prendono… Divorano la carne del mio popolo, gli strappano la pelle di dosso, ne rompono le ossa e lo fanno a pezzi come carne in una pentola, come lesso in una caldaia. […] I loro profeti fanno traviare il mio popolo, annunziano la pace solo se hanno qualcosa da mordere sotto i denti; ma a chi non mette loro niente in bocca dichiarano la guerra”. Diviene inevitabile, a quel punto, l’ingresso in scena del Signore, già comparso all’orizzonte di Samaria, capitale del regno settentrionale di Israele, città non esente da vergogne e ingiustizie, a suo tempo denunziate proprio da Amos.
Michea racconta invece il crollo di quella elegante e gaudente città sotto le armate del re assiro Sargon II, nel 721 a.C.: “Ridurrà Samaria a un mucchio di rovine, rotolerà le sue pietre nella valle, frantumerà tutte le sue statue e dei suoi idoli farò scempio”. Anche a Gerusalemme il Signore riserverà una sorte medesima: “Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diverrà un mucchio di rovine, il monte del tempio un’altura selvosa”. Secondo Michea questo destino non è però evitabile esclusivamente con riti e preghiere, ma queste devono essere accompagnate da una vita coerente, cioè dalla giustizia: “Con che cosa mi presenterò al Signore? Con olocausti e con vitelli di un anno? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede da te il Signore: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (6,6-8).
Il cristianesimo ha però voluto porre l’accento in particolare su un passo degli scritti di Michea: “E tu, Betlemme di Efrata, da te uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele. Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà. Egli starà là e pascerà con la forza e la maestà del Signore”. Un annunzio messianico che risuonerà ancora sette secoli dopo, illuminato da un nuovo evento, all’interno del palazzo del re Erode. (torna ai santi)