UN SANTO AL GIORNO # 29 luglio: Santa Marta
Sorella di Lazzaro e di Maria, a lei era affidata la cura delle faccende domestiche. San Luca narra che una volta, vedendo che la sorella non l’aiutava nelle sue faccende, Marta si lamentò dolcemente con Gesù: «Signore, non t’importa che la mia sorella mi lasci sola a servire?». Ma Gesù, pur non biasimando la sua sollecitudine, le disse: «Marta, tu ti affanni e t’inquieti di troppe cose. Una sola cosa è necessaria ».
Alla morte del fratello Lazzaro, non c’era chi potesse consolare le due sorelle nel loro dolore. Pure Gesù, avvisato, non era ancora ritornato. Ma quattro giorni dopo, ecco arrivare il Maestro. “Marta – narra l’evangelista San Giovanni – appena seppe della venuta di Gesù, gli andò incontro, mentre Maria se ne restava in casa a piangere. Disse a Gesù: ‘Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Ma so che tutto quello che domanderai a Dio, te lo concederà’. Gesù le disse: ‘Tuo fratello risorgerà’. Rispose Marta: ‘So che risorgerà, nella risurrezione dell’ultimo giorno’. E Gesù: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se morto, vivrà. E chi vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?’ Ella rispose: ‘Si, io credo che tu sei il Cristo, il figlio di Dio, venuto in questo mondo'”. Gesù, così, per rinfrancare la fede di Marta e Maria, giunto al sepolcro chiese di togliere la pietra. Marta, che osservava, disse: «Signore, già puzza, perché da quattro giorni è lì». Ma Gesù rispose: «Non ti ho detto che se credi. vedrai la gloria di Dio? ». E richiamò in vita Lazzaro.
Molto probabilmente Marta fu presente al calvario con sua sorella Maria, e con lei vide Cristo risorto. Dopo l’ascensione di Gesù al cielo, Marta, con Maria e il fratello Lazzaro, furono lasciati in mare dai Giudei, perché venissero sommersi dalle onde; ma la nave miracolosamente protetta e guidata giunse incolume nel golfo di Marsiglia. Qui Santa Marta fondò una comunità di vergini che governò santamente, fino alla sua morte, il 29 luglio dell’84. Le sue reliquie si venerano a Tarascona, sul Rodano, dove presso un guado sul fiume domó e sconfisse la Tarasca, mostro leggendario che terrorizzava la popolazione.