da: I Sciliani
La prima uscita pubblica del ministro degli Interni Matteo Salvini al sud Italia i leghisti se la immaginavano come un trionfo. Pensavano che la nomina nel governo avrebbe generato entusiasmo, che una folla esultante avrebbe accolto l’uomo dell’ordine, delle ruspe e dell’odio.
Catania non è certo una città di sinistra, e nemmeno particolarmente democratica, ma non è certo una città di fessi. La Lega del ministro Maroni è stata quella che ha permesso l’apertura del Cara di Mineo: migliaia di persone chiuse in una specie di lager e centinaia di milioni rastrellati da cooperative affariste, mafia capitale e nostrana. La Lega siciliana vede i propri dirigenti quasi tutti indagati per voto di scambio e corruzione elettorale, nella peggiore tradizione democristiana, d’altronde gli esponenti della Lega sono tutti ex democristiani riciclati dentro un partito che può garantire qualche poltrona.
Quella di ieri non è stata una buona giornata per il neo ministro Matteo Salvini. Prima aveva programmato un comizio a piazza Manganelli, poi ha ripiegato su una passeggiata al mercato del contadino per incontrare la “gente”. Peccato che al mercato la gente era andata per contestarlo a Salvini, non per stringergli la mano.
Niente passeggiata. Solo un intervento dal “predellino”, come il suo alleato Berlusconi. Attorniato da una piccola folla di candidati alle elezioni amministrative per la Lega, accompagnati da amici e parenti.
Tutto intorno schiamazzi. Razzista, gli urlano i ragazzi dei collettivi studenteschi che spiegano alle persone che lì c’è Salvini e non si può accettare la sua campagna contro i migranti che tentano di trovare dignità e libertà in Europa. Ladro, gli urlano altri raccontando le mirabolanti avventure finanziarie della Lega Nord. Vergogna gridano altri ancora, rammentando le campagne della Lega contro i terroni. «Lasciatelo governare», provano a dire i fan di Salvini, subito zittiti da chi ricorda che la Lega ha governato già parecchi anni col governo Berlusconi, occupando proprio la poltrona del ministero degli Interni. Un pacchianissimo crocifisso, incollato su un quadrato di prato finto e issato come cartello dietro il leader leghista ricorda alla piazza anche i deliri omofobi e retrivi. Anche su questo Salvini è contestato.
La piazza alla fine intona un canto. Una canzone da gay pride. I Love you baby! di Gloria Gaynor. Le parole sono cambiate, il ritmo è lo stesso: «Odio la Lega, la la la la la, odio la Lega, la la la la la, odio la Lega, la la, la, la la la!». Salvini non fa nessun giro al mercato, scende dal predellino e si rinchiude in un hotel a cinque stelle. Durante la conferenza stampa col candidato sindaco della destra, Salvo Pogliese, promette pugno di ferro contro i migranti e interventi di polizia a San Berillo, quartiere che resiste tra storiche prostitute e comunità integrate di migranti.
Fuori si continua a cantare sulle note di I love you baby! A Pozzallo, tra una bandiera della pace e una folla antirazzista, stessa musica. (matteo iannitti)
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