È un crepuscolo di primavera lungo la Dora. La luce ancora calda dà consistenza agli edifici contro il cielo appena azzurro. Arrivano quattro jeep della polizia, parcheggiano davanti a un minimarket vicino al ponte di acciaio. Si ferma anche un’auto con agenti in borghese. Poliziotti rovistano tra i cestini dell’immondizia, altri invece frugano tra i polloni dei tigli, tra l’erba spontanea che cresce a bordo strada. Hanno torce per illuminare nonostante la luce naturale. «Vieni qua – dice un agente a un collega –, non lo senti un odore di fumo?».
Il parapetto lungo il fiume è quasi deserto, resta un piccolo gruppo di quattro uomini seduti a bere una birra in bottiglia. Si avvicina un agente in borghese, si rivolge a loro: «Qui voi – dice –, qui voi fate i capuzzielli, ma in Romania, con Ceaușescu, era punfete e panfete!». Mostra la mano di taglio e la agita su e giù, ridendo. Gli agenti tengono fermo un ragazzo, arriva una volante blu con le sirene che lampeggiano e il ragazzo è caricato in auto.
Ora gli agenti si concentrano sulla soglia del minimarket. Parla uno di loro: «Facciamo un controllino?». Gli uomini fermati non hanno il permesso di soggiorno, uno di loro è nervoso. «Che cazzo ti innervosisci con me? Fammi vedere i documenti. Che cazzo ti agiti, se fai così devo portarti in questura. Se hai dei problemi, io che c’entro? Non devi scaricarli su di me. Fa niente, basta che fai il bravo, sennò dobbiamo portarti via; devi stare calmo altrimenti io devo portarti in questura». Così gli agenti decidono di lasciar andare l’uomo predato, ora si preparano a partire.
Un uomo sbronzo si mette in mezzo alla strada e dirige il traffico, fa segno alla volante di andare pure: circolare, circolare. Lo sbronzo urla a un poliziotto: «Maresciallo, una sigaretta?». E un agente in borghese di rimando: «Maresciallo? Quello tenente è!». Lo sbronzo torna a dirigere il traffico, una signora borghese ben impettita attraversa la strada e dice guardando altrove: «Bravo, fai il semaforo».
Scende la sera e le quattro jeep fanno il giro dell’isolato. Arrivano in Borgo Dora e circondano l’ultimo bar popolare, la rimanenza di un’epoca andata. Attorno gli altri locali sono gremiti, si vedono birre e spritz sui tavolini e gli avventori là continuano a bere indisturbati. Ecco i poliziotti controllano i permessi di soggiorno e carte di identità alle persone sedute nel dehors del bar popolare. Un agente va in giro a cercare Faouzi. «Faouzi, ma dov’è, Faouzi?». Gira tra i tavoli. «Tu chi sei? Sei Moustafa? E dov’è Faouzi?». L’agente parla con i colleghi in divisa. «Faouzi è andato!». «Ma come è andato?». «Non c’è più». «E chi gli ha dato il documento? Chi?». «Io no». «Ma come si fa!». Poi fermano un ragazzo, invano si lamenta che perde il lavoro se lo tengono una sera in questura. Ora arriva la volante con le luci blu che lampeggiano e si porta via il ragazzo. (dora griot)
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