
I sette racconti con i quali Giusi Marchetta ha vinto il premio Italo Calvino 2007 si chiamano Incidente, La Vipera, Corti, Formiche rosse, Scarti, Limbo e Dai un bacio a chi vuoi tu, quest’ultimo da anche il nome al libro che li raccoglie, edito dalle edizioni Terre di mezzo. La giovane scrittrice casertana, stabilita a Napoli (classe 1982), racconta episodi o brani di vita di gente comune, qualche volta presi in frangenti critici ma mai straordinari. In un paio di occasioni emerge un contesto, uno sfondo, che è quello di un quartiere popolare napoletano, uno qualsiasi – in Incidente e Corti, e c’è anche un paesino siciliano in La Vipera – ma in tutti gli altri casi potremmo essere a Palermo come a Ferrara.
Una breve frase dopo l’altra, Marchetta mette in fila le azioni e i pensieri dei suoi personaggi, a volte sembra quasi limitarsi a registrarli, ma poi a ogni storia – alcune di poche pagine altre più lunghe – riesce a infondere un tono, un ritmo particolare; a creare una voce autonoma, credibile, che va al di là delle apparenze di oggettività. Lo fa attraverso una scrittura piana, precisa, sicura, che utilizza con parsimonia aggettivi e frasi ad effetto, ma non disdegna l’ironia, amara, teneramente cinica, come in Limbo, in cui un uomo con le gambe paralizzate affida al nipote di otto anni e alla sua sedia a rotelle personalizzata la possibilità di continuare a credere nella vita, al di là di una improbabile guarigione. I racconti più riusciti sembrano quelli maggiormente controllati, lineari, Corti per esempio, mentre convincono meno le situazioni sopra le righe, quando le voci diventano un facile parlato, già letto in tanti altri posti – oppure qualche dialogo un po’ forzato costruito sull’intercalare dialettale – e i personaggi scadono a caratteri appena abbozzati e poco credibili, come nel caso del racconto che da il titolo al libro. (luca rossomando)
Giusi Marchetta, Dai un bacio a chi vuoi tu, 173 pagine, ed. Terre di Mezzo, Milano 2008
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