Con il consueto senso del dovere, anche durante le vacanze di Natale, i consiglieri politici e le social-media iene del sindaco de Magistris hanno fatto rimbalzare via Facebook le immagini che immortalano il primo cittadino e l’assessore al welfare Roberta Gaeta in visita al campo rom di via del Riposo e all’Auditorium di Scampia, provocando una fastidiosa sensazione di presa in giro in coloro che conoscono i modi in cui la giunta arancione sta gestendo l’emergenza abitativa dei rom napoletani.
A via del Riposo, la maggior parte tra i rom che hanno ricevuto la calza dal sindaco, ci è finita dopo lo sgombero del campo di Gianturco, lo scorso aprile. Ma più che donando una manciata di cioccolatini ai bambini e alle loro famiglie, sarebbe il caso che il sindaco si adoperasse per trovargli una sistemazione che non sia l’ennesimo campo-ghetto, dove i container sono ammassati uno a pochi metri dall’altro, pronti ad allagarsi non appena la pioggia si fa un po’ più consistente. Ancora peggio è andata alle centinaia di rom che da Gianturco sono stati cacciati (prima attraverso il “mobbing” della polizia municipale, come lo ha definito Alex Zanotelli, poi in maniera coatta) senza che ci si preoccupasse di fornirgli una alternativa. Per loro, finiti chissà dove in giro per la città, niente container e niente befana comunale.
Questa paternalistica vocazione all’elemosina (a uso e consumo degli iPhone dei soliti staffotografi), ancora più offensiva perché successiva a una sottrazione di diritti compiuta proprio da parte di chi quell’elemosina oggi la elargisce, sembra essere il massimo sforzo che l’amministrazione è in grado di mettere in atto per i rom napoletani. I sorrisi dell’assessore Gaeta durante il concerto di Capodanno in Auditorium, arrivavano d’altronde a suggello della delibera comunale (28 dicembre) che propone alle famiglie accampate nel teatro di Scampia una cifra di cinquemila euro cadauna in cambio della rinuncia a qualsiasi pretesa verso l’amministrazione. Nell’Auditorium, è utile ricordarlo, i rom sono stati piazzati proprio dal Comune, come “soluzione d’emergenza” dopo che le fiamme gli avevano portato via le baracche nel corso di un incendio probabilmente doloso al campo di Scampia. Su quelle brande cinquanta persone dormono da centotrenta notti, una sistemazione provvisoria che è diventata a lungo termine a causa dell’incapacità istituzionale nel dar seguito alle promesse con cui pure ci si era riempiti la bocca per settimane: bonifica dei terreni di Cupa Perillo a Scampia; acquisizione di aree in zona “Centrale del latte” per la costruzione di un villaggio; sistemazione provvisoria dei rom nella caserma Boscariello a Miano. Ora, quattro mesi dopo, la delibera svela senza tentare nemmeno più di mascherarla l’attitudine della giunta de Magistris nei confronti dei rom: «Abbiamo scherzato, prendetevi cinquemila euro e toglietevi dalle scatole».
Anche da un punto di vista amministrativo, oltre che politico, la delibera lascia molte perplessità. Per esempio: su quali basi sono stati identificati i nuclei familiari presenti in Auditorium, e come è stato possibile assegnare la stessa cifra a famiglie di quattro e di tredici persone? Ancora: che fine faranno i rom che non scambieranno con un assegno la rinuncia ai propri diritti? Quali sono invece, per quelli che dovessero accettare, i percorsi immaginati dal Comune per sostenerli nella ricerca di una casa, se già in questi giorni i rom lamentano di essere stati abbandonati dai servizi comunali durante l’elaborazione delle domande? Accanirsi su queste questioni, pur legittime, sembra tuttavia superfluo, davanti alla superficialità con cui il Comune da mesi gestisce, o fa finta di gestire, il tutto. Le baruffe sui soldi, la caserma o la bonifica, finiscono per coprire la totale mancanza di un programma, di un’idea, di una qualsiasi volontà. Manca un confronto con le comunità, un percorso di ascolto diverso dai raffazzonati tavoli istituzionali, per i quali l’assessore Gaeta ha sempre cercato di selezionare gli interlocutori più compiacenti. Manca la disponibilità a prevedere un ruolo attivo dei rom nel decidere il loro destino, in una città che abitano, in molti casi, da trent’anni, e all’interno della quale stanno imparando a muoversi in maniera organizzata, portando avanti rivendicazioni e proposte nel silenzio delle istituzioni e della società civile. Molti di loro, provenienti da Scampia e da Gianturco, parteciperanno il prossimo 19 gennaio a una tavola rotonda all’ex Asilo Filangieri, organizzata dall’associazione Chi rom e… chi no, a cui interverranno anche docenti universitari, registi, attivisti impegnati nelle lotte per la casa. Sarà l’occasione per elaborare proposte su una situazione che, a dispetto dei proclami del sindaco, persino Amnesty International ha definito “altamente discriminatoria”. (riccardo rosa)
Niente da fare……ogni commento non in linea con la vs policy…viene bannato !
a volte c’è bisogno di un po’ di tempo per l’approvazione.
saluti.
-nm
Beato chi ci crede…di fatto i post non sono mai stati pubblicati anche a distanza di giorni.
Saluti