“Avería da capí Su’ Santità
che a Roma co’ la maschera sur grugno
armeno se po’ dí la verità”.
(G.G. Belli)
Il primo febbraio a Laurentino 38 la polizia sgombera le famiglie che abitavano in un palazzo da demolire; la sera gli abitanti protestano sotto casa di uno dei responsabili. Inizia anche la demolizione del mercato di via Sannio: il nuovo costerà sei milioni di euro. Il due c’è un’assemblea pubblica a Montalto di Castro contro il progetto di un deposito di scorie radioattive in Tuscia. Sabato tre, manifestazione per la Palestina. Il quattro l’insegnante algerino sospeso per un post sulla Palestina viene licenziato dal liceo privato francese Chateaubriand. Durante la notte del cinque alcuni studenti occupano il liceo artistico De Chirico, in pieno periodo di scrutini, contro le stragi in Palestina, i femminicidi e la gestione caotica delle scuole. Il sei nel Cpr di Ponte Galeria si uccide un ragazzo di 22 anni imprigionato senza aver commesso alcun delitto: i detenuti si ribellano, distruggono i muri e incendiano una volante. Il sette centinaia di trattori sono accampati su Casilina, Nomentana, Cassia, Aurelia, in attesa di entrare a Roma per protestare contro le politiche agricole.
L’otto si firma l’accordo per cedere al Vaticano l’ospedale pubblico Forlanini, chiuso nel 2015; il Commissario dichiara che solo uno dei trecentotrenta cantieri previsti per il Giubileo 2025 è concluso. Il nove manifestazione dei movimenti per la casa in Campidoglio; il Consiglio di Stato respinge i ricorsi contro il termovalorizzatore a Santa Palomba, e l’Ater sgombera due case a Torrespaccata. Il dieci la polizia carica il corteo per Ilaria Salis all’ambasciata ungherese sulla Nomentana, e oltre duemila persone manifestano per la Palestina in via Cavour. Una mareggiata distrugge molte strutture balneari a Ostia. L’undici nel bosco di Manziana un uomo viene sbranato da tre rottweiler fuggiti da una villa. Il dodici picchetto di protesta sotto la Rai a piazza Mazzini, contro la censura sulla Palestina: nove studenti denunciati. Il tredici (martedì grasso) presidio in Parlamento per il cessate il fuoco a Gaza; a Torbellamonaca sgombero di una baraccopoli, nove persone denunciate perché non avevano una casa. A Cisterna di Latina un ventisettenne finanziere uccide la madre e la sorella della ex, lei si salva chiudendosi in bagno: altre sette donne sono state uccise in un anno nello stesso paese. Il quattordici nuovo picchetto sotto la Rai a viale Mazzini, mentre in un evento al Maxxi, Regione, ministero della cultura e Enel commemorano i morti e i rapiti israeliani del 7 ottobre, ma non i palestinesi uccisi e rapiti prima e dopo quella data (molti, molti di più).
Il quindici manifestazione sotto la sede di Repubblica sulla Colombo, in protesta contro la censura sulla Palestina; intanto, una decina di trattori entrano al Circo Massimo in protesta per le politiche agricole dell’Unione Europea, acclamati da oltre un migliaio di persone. Il consiglio comunale concede la cittadinanza onoraria a Julian Assange. Una donna si butta sotto i binari della metro Colosseo.
Il diciassette – anniversario del rogo di Giordano Bruno – oltre millecinquecento persone manifestano contro la censura mediatica sulla Palestina davanti alla Rai di piazza Mazzini; a via Cavour un’altra manifestazione per il Kurdistan chiede la liberazione di Ocalan. Il diciotto, prima domenica di Quaresima, si tiene per la prima volta dopo quattro anni il Carnevale anticlericale a Poggio Mirteto (Rieti), festa conquistata con una rivolta del 1861 contro il papato. Gli agricoltori manifestano in Campidoglio, e ad Albano c’è un sit-in per la liberazione della Palestina. Un grande cinghiale del parco di Tor Fiscale sconfina nei lotti di case popolari del Quadraro.
Il diciannove, anniversario della strage del 1937 ad Addis Abeba, un gruppo di italiani ed eritrei scopre una targa a piazza dei Cinquecento rinominandola piazza dei Cinquecentomila, in onore alle vittime del colonialismo italiano in Africa. Il venti presidio di Usb davanti al ministero del lavoro dopo il crollo all’Esselunga a Firenze: i manifestanti bloccano via Veneto. Intanto, manifestazione per Assange davanti all’ambasciata inglese e corteo degli agricoltori in centro. Il ventuno RomaToday informa che in una settimana ci sono stati almeno sette tentativi di occupazioni di appartamenti pubblici vuoti: cinque case Ater a Torpignattara e due Enasarco a Cinecittà. Il ventidue tremila persone sfilano al Tufello in ricordo di Valerio Verbano, ucciso dai fascisti quarantatré anni fa. Il ventitré sciopero generale per la Palestina; è anche l’anniversario delle demolizioni e deportazioni delle famiglie dell’Idroscalo, ordinate da Alemanno nel 2010, da quattordici anni nei residence per l’emergenza abitativa.
Il ventiquattro – giorno della grande manifestazione per la Palestina di Milano – a San Lorenzo c’è un presidio contro la chiusura della Palestra Popolare, e ad Albano millecinquecento persone dei collettivi territoriali del Lazio manifestano contro il progetto del “termovalorizzatore” di Santa Palomba. Il venticinque sit-in di almeno duemila persone davanti al Teatro dell’Opera, contro le cariche al corteo di Pisa per la Palestina. Il ventisette il Commissario dei vigili annuncia l’arrivo di mille nuove telecamere di vigilanza per il Giubileo, e “una centrale operativa con nuovi sistemi e nuovi software per controlli più capillari”. Il ventotto un autobus va a fuoco su via Genova: la strada della Digos. Il ventinove sit-in a Montecitorio contro l’estradizione di Anan Yaeesh e la collaborazione del governo italiano nel genocidio in Palestina, e protesta di Non una di meno in Regione, contro la chiusura dei consultori. (stefano portelli)
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