
Se guardiamo i titoli dei giornali, potremmo davvero credere che lo stato americano fosse sul punto di crollare durante le proteste del Campidoglio il 6 gennaio scorso. L’idea che il centro fisico dell’impero possa essere stato invaso è potente, e richiama alla mente l’immagine di gruppi paramilitari organizzati che assaltano i cancelli d’ingresso. Ma a un’osservazione più attenta, i video e le foto dell’evento raccontano una storia confusa. “Violato il palazzo del Campidoglio”, e si vede una dozzina di persone sbigottite che camminano in silenzio dietro i cordoni di velluto. “Occupata la camera del Senato”: sei persone che si fanno i selfie distrattamente su un podio. “Cinque morti nelle proteste del Campidoglio”: un gruppo di persone vestite in modo vistoso posano in un corridoio davanti a venti giornalisti, mentre due poliziotti osservano svogliatamente la scena. Certo, non si trattava di un colpo di stato franchista, ma allora che idea dobbiamo farci sugli eventi del Campidoglio, e cosa ci suggeriscono per il futuro?
Forse il dettaglio più significativo dell’“occupazione” dell’edificio del Campidoglio è proprio quanto sia stata facile. I video mostrano piccoli gruppi di manifestanti che fanno pressione sulle barriere tenute da un gruppetto di poliziotti non in tenuta antisommossa, una versione un po’ più energica di un gruppo di ragazzi che giocano a spingersi. Dopo aver visto la repressione brutale delle proteste di Black Lives Matter durante l’estate, sappiamo che la polizia è in grado di contenere grosse manifestazioni. Ma i manifestanti bianchi del Campidoglio hanno avuto diverse ore per fare quello che volevano prima che la polizia iniziasse a muoversi davvero. Non era un’espressione di forza travolgente da parte di un movimento di estrema destra ben organizzato.
È difficile immaginare un momento più propizio del 6 gennaio per le milizie di destra, per i neo-confederati e per i manifestanti “stop the steal” (“fermare il furto di voti”), per interrompere il processo democratico e avanzare nel loro progetto. Con l’incoraggiamento del presidente uscente, si sono presentati a decine di migliaia sul prato davanti al Campidoglio, sono entrati nel palazzo, hanno girato indisturbati all’interno, e sono stati rapidamente cacciati e dispersi non appena è comparso un contingente di polizia più serio. Questa potrebbe essere una prova della debolezza del culto della personalità di Trump come principio organizzativo basato sull’ingenuità verso le strutture di potere. Molti forse credevano che Trump avrebbe fatto salire di livello il conflitto, che li avrebbe chiamati per eseguire qualche piano generale. Erano così fiduciosi che alcuni manifestanti sono morti perché non credevano che la polizia avrebbe usato la violenza contro di loro. È un progetto piuttosto povero per l’autorganizzazione, e il 6 gennaio potrebbe aver mostrato il limite di cosa sono in grado di fare su grande scala.
Ma ciò non deve indurre a pensare che questa gente non sia pericolosa. Al contrario, recentemente abbiamo visto tanti casi di individui portati a commettere atti casuali di violenza su piccola scala, animati da una profonda rabbia di destra, o da un sistema di credenze fasciste sincero e coerente. Tutto questo senza dubbio continuerà, o forse aumenterà, durante la presidenza di Biden. L’immagine dell’assalto al Campidoglio è potente, e fa sembrare l’estrema destra forte e pericolosa: potrebbe contribuire al reclutamento. La combinazione con una scarsa presenza di polizia, che guardava dall’altra parte e occasionalmente collaborava con i manifestanti, potrebbe ispirare altre di queste “occupazioni” di destra, che sono avvenute quasi regolarmente almeno dall’epoca di Obama.
Ma il pericolo maggiore potrebbe essere nella reazione del governo a questi eventi. Sia i Repubblicani, impazienti di disciplinare le loro basi dopo averle assecondate negli ultimi quattro anni, che i Democratici, che sperano di sfruttare le paure delle loro basi, potrebbero cogliere l’occasione per rinforzare dei meccanismi repressivi. Biden ha già espresso il desiderio di combattere il “terrorismo interno”. Ci sono poche informazioni su questo piano, ma sembra che delle idee tendenzialmente giuste, tipo aumentare i controlli sulle referenze del personale di polizia, saranno accoppiate a un aumento di poteri intrusivi già molto forti, con l’espansione del già gonfio Dipartimento della Sicurezza Interna, con sentenze durissime per i responsabili di disordini, e la manna per la lista ufficiale di gruppi terroristi. Questo potrebbe rappresentare un momento di “guerra in casa”, visto che l’entusiasmo pubblico per le guerre contro il terrore all’estero è calato da tempo. Non c’è bisogno di dire che tutti i poteri repressivi, in un momento o nell’altro, saranno usati contro i movimenti antagonisti di sinistra, e dovremmo essere abbastanza saggi da diffidare di ogni tipo di antiterrorismo interno, così come lo siamo di quello estero.
Le proteste al Campidoglio potrebbero essere il culmine della capacità di Trump di promuovere il movimento su grande scala della destra. Anche se la violenza a livello micro continuerà, la debole alleanza tra i conservatori al potere e i manifestanti nelle strade si sta rompendo. L’esperienza americana è piena di tragedie casuali, su piccola scala, dalle malattie curabili alla violenza da armi da fuoco, alla gente senza casa eccetera. La violenza di destra rimarrà una di queste, ma non crescerà al punto tale da diventare una causa organizzata di sofferenze di massa. Questo particolare colpo di stato non si verificherà. (derek eller / traduzione di stefano portelli)
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