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25 Ottobre 2021

No Green Pass a Torino.
La manifestazione di sabato

Monitor

Foto e testo di Cristina Rossi

A. lavora come collaboratrice domestica e deve fare tre tamponi alla settimana, quindici euro ogni volta. Sono soldi che pesano sul suo reddito già basso. «Mi sto comprando la libertà, la libertà di lavorare al modico prezzo di quarantacinque euro la settimana, centottanta al mese. Mi hanno detto che sono pazza, che dovrei fare il vaccino e piantarla lì, ma io non voglio farlo. Se sono pazza allora quelli che sono qui sono tutti pazzi?». Durante il corteo, A. urla gli slogan No Green Pass, ride e canta ripetutamente: «La gente come noi non molla mai!», con le molte altre persone allegre e pacifiche che manifestano. Ma nella piazza saltano all’occhio anche presenze più inquietanti, coi simboli e l’attitudine dell’estrema destra, che cavalcano l’onda della polarizzazione creata dai provvedimenti del governo.
Inizialmente c’è poca presenza di polizia, solo un paio di camionette, poi durante il corteo ne appaiono altre a bloccare le vie laterali. «Venduti! Anche voi avete delle famiglie», urlano i No Green Pass agli agenti schierati, ma nessuna tensione; solo un passante in via Po mostra il dito ai manifestanti.
«Draghi vaffanculo», urla la gente. «Speranza la pandemia sei tu» e citano le bugie sui giornali: «Scrivono che siamo solo quattro gatti, invece guarda quanta gente!». Altro slogan: «Giornalisti terroristi». «Noi abbiamo i nostri blogger!», dice una portavoce. Più volte i manifestanti esprimono solidarietà ai lavoratori di Trieste: «Da Torino a Trieste: Torino c’è!»; e criticano i sindacati che non sostengono i lavoratori.
L’impressione è quella di un movimento composto da realtà molto diverse tra loro, che include ragazzi coi dreadlocks, qualche No Tav con bandiera, donne che si tengono per mano, molte bandiere italiane e una maggioranza di gente senza bandiere o cartelli di nessun tipo, che teme di rimanere senza lavoro a causa delle proprie scelte.
Il corteo ha attraversato il centro storico di Torino, fermandosi in piazza Vittorio con un mare di cellulari illuminati e ondeggianti, poi si è concluso in piazza Castello, da dov’era partito.
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