L’ultimo a morire, in ordine di tempo, è stato, nel giorno dell’epifania, Antonio Staiano, cinquantanni, internato nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. L’ultimo di una lista con altre quindici persone, di età compresa tra i ventotto e i cinquantotto anni, morte (suicidio, malattia e uno per omicidio) negli Opg di Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione, Napoli e Reggio Emilia, a partire dal momento
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Enzo Moscato e la scrittura (bene)detta
In principio fu la voce, il brusìo del tramando. La chiacchiera che di nonno in nipote, di padre in figlio si conficca nei padiglioni auricolari e – goccia a goccia – si fa carne. L’alito della narrazione che salendo e scendendo, dai bassi alle logge, finisce col posarsi nel nero delle unghie di quei ragazzini che – fujenno fujenno –

Zappe, scivoli e pittura. Una mattinata al parchetto del Frullone
Si sono dati appuntamento ieri mattina alle dieci alla villetta di via Marco Rocco di Torrepadula, uno spicchio di area verde nei pressi della fermata della metro del Frullone. Siamo nella periferia nord di Napoli, lo scenario è quello di una campagna urbanizzata. Caseggiati bassi e strade usurate costeggiano vaste zone alberate. La stessa villetta è delimitata da un lato

Io e Charlie. Dalla parte delle matite
da: la piccoladelirio.noblogs.org Sono stati giorni di tristezza improvvisa e indigesta. Prima la morte di Pino Daniele, che avevo iniziato ad apprezzare solo dopo essermi trasferita a Marsiglia, mentre scoprivo che, tutto sommato, Napoli mi mancava. Poi, soprattutto, l’attentato a Charlie Hebdo, che avevo conosciuto a Napoli, da piccola, grazie al mio papà appassionato di fumetti. Dieci anni, e già avevo nostalgia degli anni

Pino Daniele, l’addio di un uomo in blues
«Cuori pazzi, i nostri». È così che Pino Daniele aveva commentato, ventuno anni fa, celando il dolore, la telefonata con cui un giornalista del Mattino gli annunciava la morte del suo amico fraterno Massimo. Esattamente come lui, questa notte, Daniele è morto quando a scoppiare è stato il cuore, quel cuore che lo ha logorato negli ultimi suoi anni di vita,

Il nostro giornalismo e il loro
Da: diecieventicinque.it – Catena di San Libero n. 246 – 30 agosto 2004 – Che differenza c’è fra il giornalismo – per esempio – di Feltri e quello – per esempio – di Baldoni? Non parlo di differenze “politiche”. Da un punto […]

Tutta colpa dei banditi? Vent’anni di politiche di accoglienza, visti da Roma
L’intreccio tra cooperative, gestione dell’accoglienza e attori istituzionali emerso dalla recente inchiesta sulla cosiddetta “mafia capitale” non ha origine dalla semplice attitudine al malaffare dei protagonisti delle vicende oggi […]

Il lavoro sociale al tempo della crisi
Da: Repubblica Napoli del 12 dicembre – Sabato alle 18 la libreria Ubik ospita la presentazione del libro di Giovanni Zoppoli “Fare scuola, fare città. Il lavoro sociale al tempo della crisi” (edizioni dell’asino), una raccolta di articoli […]

Quelli che soffiano sul fuoco
Da Repubblica Napoli del 6 dicembre L’espediente di fomentare pretestuose guerre tra poveri è uno degli strumenti più in voga per farsi pubblicità tra i politici con pochi scrupoli e ancora meno argomenti. Si tratta spesso di personaggi che nella vita di ogni giorno faremmo fatica a prendere sul serio, ma che impazzano nel mondo parallelo della politica-spazzatura. Hanno scoperto

I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia
Quando i migranti sbarcano dall’enorme nave della marina militare che li ha salvati in alto mare, li accoglie un dispositivo di emergenza che è ormai diventato abituale. I medici individuano chi ha bisogno di cure speciali; la polizia registra i nomi e assegna un numero a ognuno; poi entrano sotto il gran tendone della Protezione civile e si siedono o si