Fotoreportage di Joan Alvado
Uno dei principali sintomi della crisi economica spagnola è stato il grande aumento di sfratti a causa di mutui non pagati: si calcola che oltre centosettantamila famiglie siano state sfrattate dal luglio 2008. In risposta a ciò, molte delle persone colpite, insieme a gruppi di appoggio, stanno promuovendo l’occupazione a uso abitativo di edifici per evitare che le famiglie sfrattate restino senza un tetto.
L’associazione più conosciuta è la Plataforma de Afectados por la Hipoteca (PAH). La PAH iniziò nel 2013 una campagna che reclamava l’occupazione di edifici in disuso, proprietà delle banche, come forma di dimora sociale per casi estremi e famiglie sfrattate che non hanno un posto dove andare.
Tutte le case occupate erano di proprietà delle banche, con anni di disuso accumulati alle proprie spalle. Queste case adesso sono un rifugio per più di duemilacinquecento persone. Altri gruppi stanno promuovendo occupazioni collettive simili.
Le occupazioni servono anche per esercitare pressione sul governo e sulle banche durante la trattativa. L’obiettivo principale di queste trattative è di ottenere la dazione in pagamento: l’annullamento del debito con la banca nel momento in cui le famiglie hanno abbandonato la propria casa. Per molti settori della sinistra, le case occupate vanno oltre la dimora per le persone colpite, e provano a portare avanti un esperimento sociale senza precedenti. Gli edifici occupati sono dei laboratori di autogestione della casa.
Sabadell è una delle città dove gli attivisti hanno più esperienza, con quattro edifici occupati. Ogni settimana le richieste per accedere a queste case sono discusse nell’assemblea della PAH. Ai residenti si spiega che vivere qui significa anche assumere delle responsabilità rispetto al progetto sociale. I residenti sono spagnoli, africani, marocchini, sudamericani. Famiglie diverse con problemi simili.
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