Estate 1993: il giovane napoletano Giuseppe Lo Turco, stella della primavera del Piacenza, fa meraviglie nel ritiro di Bardonecchia, da “aggregato” alla prima squadra. Il mister decide di puntare su di lui, ma un brutto infortunio in allenamento decreta la fine della sua stagione e di fatto, dopo lungo calvario, della sua carriera. Per rimpiazzarlo, l’anno successivo, la società avrebbe fatto rientrare dal prestito a Verona un altro giovane di belle speranze, tale Filippo Inzaghi, che era stato parcheggiato sotto l’Arena per far spazio a Lo Turco. Quello era il Piacenza tutto italiano dei fratelli Garilli. In campo Taibi, Ferrante, De Vitis e Piovani. Sembra passato un secolo…
Sono solo venticinque anni. Alla fine retrocedemmo, ma con risultati clamorosi: pareggi con Milan e Napoli, vittorie con Inter e Roma, e uno storico 5-4 contro il Foggia di Zeman. Arrivammo ai quarti di Coppa Italia, e Piovani fu il capocannoniere della squadra con dieci gol. Per come vanno le cose, oggi lotterebbe con Ronaldo e Icardi per il posto di re dei bomber.
Eppure tutti dicono che la Serie A sta tornando grande…
Idiozie. Ronaldo ha scelto di venire in Italia per motivi fiscali, non certo per amore di una squadra che è antipatica in tutta Europa. Modric ha battuto i piedi per terra per assicurarsi una vecchiaia degna del suo blasone, e ha ottenuto ciò che voleva. I giovani campioni continuano a stare in Francia, Inghilterra, Spagna e Germania.
Siamo ancora lontani dai “suoi” anni Novanta.
La differenza la facevano i soldi, e gli allenatori. L’anno che doveva essere quello della mia consacrazione, in panchina c’erano Zeman, Bagnoli, Capello, Lippi, Zoff, Trapattoni, Scala, Mazzone, Vicini. Devo continuare? Oggi salvo solo Spalletti e Di Francesco, che pure ogni tanto si mette a fare il fenomeno e rovina tutto.
Beh, la Juve ha Allegri, e il Napoli ha Ancelotti.
Il primo è più intelligente che bravo. Ma aspettiamo conferma vedendo come gestirà Ronaldo, che negli ultimi due anni si è molto risparmiato in campionato per puntare alla Champions. Il secondo è cotto. Nel paese delle pensioni d’oro, Ancelotti ha trovato il suo Inps nel furbo De Laurentiis.
I napoletani rimpiangeranno Sarri?
Ancelotti è inadatto a gestire giocatori di buon livello, che Sarri ha fatto rendere da campioni. Da oltre vent’anni allena solo fenomeni. E il Napoli in rosa ne ha massimo due o tre.
Gli azzurri scivolano quindi alla pari di romane e milanesi?
Bisogna mettersi l’anima in pace: a marzo il campionato sarà già finito. Ma dietro la Juve c’è sicuramente l’Inter. Che assieme al Milan ha fatto il miglior mercato, anche in prospettiva.
I rossoneri sembravano doversi rassegnare a un’annata di transizione…
E invece hanno preso i giocatori che servivano, aggirando con finti prestiti quella pagliacciata che chiamano fair play finanziario. Se cacciano Gattuso e prendono Conte prima che lo faccia qualcun altro, possono andare in Champions.
I cinesi non riscuotono troppi successi, almeno qui in Italia.
Al contrario hanno funzionato benissimo: chiedete a Berlusconi se l’operazione gli è riuscita o meno.
Basta parlare di soldi. Contano ancora qualcosa i giocatori?
Contano eccome. La Juve ha preso il migliore del mondo, anche se ultratrentenne. Ma ha fatto una scelta rischiosa: un all-in, che comprende anche l’affare Bonucci, per vincere la Champions subito. Questa volta se il colpo non riesce sarà davvero dura riprendersi.
L’Inter, come il Milan, ha preso ciò che gli serviva.
Gli manca solo un grande regista per dare fastidio ai bianconeri. La Roma invece punta sui giovani, vedrete che giocatore Kluivert jr.! Solo che ogni anno cede i migliori: così non si va da nessuna parte.
Da ex-enfant prodige, quali sono quelli che si faranno?
A livello internazionale il vero mostro è Vinicius, del Real Madrid. Classe 2000, ma avrebbe bisogno di un allenatore vero, uno alla Sarri. In Italia c’è Chiesa, che è già un grande calciatore a vent’anni. Poi Orsolini, dell’Atalanta, e Han Kwang-Song, che il Cagliari ha ridato in prestito al Perugia. Una follia: era più che pronto per la Serie A, anche lui guidato da un buon tecnico.
Si ritorna sempre alla panchina. Si sta candidando?
Per carità, io sono fuori. Oggi gestisco un agriturismo sul Trasimeno e sono contento così. Ma il modo in cui ci si è fatti scappare Sarri è indegno di un calcio con una tradizione come la nostra. È come se nel momento più alto della sua parabola, il Milan avesse dato il benservito a Sacchi.
Quel Milan però vinceva, il Napoli di Sarri no.
Al netto di qualche errore del tecnico azzurro, sempre alle prese con una rosa inadeguata, il modo in cui la Juve ha vinto il campionato è stato vomitevole. Se Inter-Juve e Fiorentina-Napoli si fossero giocate in contemporanea, il fattore psicologico sarebbe stato decisivo, a favore del Napoli. È stato un furto di destrezza degno di Calciopoli e del rigore Ronaldo-Iuliano.
Le rivelazioni: squadra e calciatore.
Vedo bene il Sassuolo, però attendo conferme da De Zerbi. E la Fiorentina, ma la concorrenza per l’Europa è tanta. Come calciatore direi Caldara, che mi ricorda Nesta, anche se meno veloce, ma scoprirei l’acqua calda. E allora Favilli, del Genoa, ma ha tanti altri attaccanti che gli partono davanti e difficilmente troverà continuità. La stessa che è mancata a Cutrone, che ha il potenziale per essere un grande bomber. Ma noi siamo così, si sa…
Come siamo?
Ci facciamo male da soli. Sperperiamo miliardi, e abbiamo la percentuale di stadi di proprietà più bassa dei principali campionati europei; abbiamo la fortuna di avere l’unico tecnico che dice qualcosa di nuovo dal dopo Guardiola, e lo mandiamo via; restiamo fuori dai mondiali e nemmeno ne approfittiamo per rivoltare Federazione e Lega come un calzino.
La fa facile lei. Anche Lotito, non sembra uno che si faccia rivoltare con facilità.
Lui è il vero genio del calcio italiano. Ormai non è più come ai miei tempi, che per vincere fuori dal campo dovevi vincere anche dentro. E questo costringeva la Triade a fare di tutto per portare i punti a casa. Oggi Lotito comanda il calcio italiano attraverso la Lega, la gestione dei diritti tv, ha due squadre di proprietà, realizza plusvalenze multimilionarie ogni anno, e ha anche la fortuna di avere azzeccato due scommesse: Tare e Simone Inzaghi.
A proposito di scommesse. Un commento su Buffon al Psg?
Una roba che accontenta tutti, come il triplo salto mortale Caldara-Bonucci-Higuain. Certo che se la Juve dovesse vincere la Champions non sarebbe facile digerirla per Buffon, dopo tutti quei tentativi a vuoto.
Uno sul pasticcio Mediaset-Sky-Dazn?
Non mi interessa. Il mio giardiniere è di Torre Annunziata, e le partite le vedo col pezzotto.
Come scusi?
Si, la tivvù pirata, tramite connessione internet.
E non si vergogna?
E perché dovrei. In un sistema in cui il gioco è quello di fregare i tifosi e guadagnare non offrendogli uno spettacolo, ma lucrando sulla loro passione, se posso farne parte anche io, mi adeguo.
Chissà che penserebbe il suo maestro Cagni…
Una volta, quando mi feci male e avrei fatto di tutto per rimanere nel mondo del calcio, stroncò ogni mia velleità con una frase che ripeteva spesso: “Bel in fassa, bröt in piassa”.
Cosa intendeva dire?
Non saprei. Ho sempre preferito non chiederglielo. (intervista di pazzaglia)
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