UN CUORE AFFAMATO | OROSCOPO DI FOUCAULT 2024
per Giovanna (Giò) Ferrara, ogni parola è tua
Mi ero preparato a essere regolarmente travolto da apparizioni di Jade.
Non so da dove scaturisse questa premonizione
– probabilmente da qualche canzone o da qualche film.
Fatto sta che mi ritenevo un cuore affamato
in grado di suscitare miraggi.
Scott Spencer
ARIETE
Durante un incontro aperto all’università di Urbino, uno studente rivelò, in piena assemblea e a microfono aperto, all’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, socialista e antifascista, che lui e altri compagni più critici per contestarlo politicamente avrebbero voluto accoglierlo con lo striscione: “Pertini non ti amiamo, ma ci sei simpatico”. Apriti cielo, il buon Pertini, fuori da ogni cerimoniale e tra gli sguardi attoniti di rettore e staff, non si tirò indietro e aprì un confronto diretto con il suo interlocutore/contestatore. Così dopo aver ricordato l’esperienza del carcere durante il fascismo, la sua amicizia con Gramsci e della forza di volontà che pur in una situazione disperata non lo fece mai arrendere alle delusioni, Pertini, chiese a bruciapelo allo studente: «Perché ti sono simpatico, per che cosa, perché ho i capelli bianchi?». L’altro, preso alla sprovvista, un po’ incerto rispose: «Simpatico per quello che lei ha fatto…». E Pertini di rimando, con irruenza e meraviglia: «E non mi ami?!» (tra applausi e risate). A rivedere oggi quelle immagini viene da chiedersi perché questa critica per lui fosse quasi più grave di un’offesa. In fondo quegli studenti volevano separare la simpatia per la persona dalla critica alla figura istituzionale. Poi, a pensarci meglio, la risposta è facile e voi l’avete già intesa. Le mezze misure così come i mezzi sentimenti accontentano i cuori tiepidi, i pigri e gli indifferenti, dunque meglio la sconfitta che la rassegnazione, meglio la critica aspra che l’accondiscendenza benevola. Un cuore partigiano merita l’amore, non chiede niente di meno, non vuole nulla di altro.
TORO
Il mare non bagna Napoli è il titolo dello straordinario libro di Anna Maria Ortese, scrittrice visionaria con “l’eresia nel cuore”, i cui racconti sono sguardi che “penetrano nel cuore dei personaggi e ne rendono la musica e il tempo interiore” (Pietro Citati). Non tutti sanno però che questo libro sollevò all’epoca critiche così feroci (un libro “contro Napoli”) che furono la causa dell’addio alla città da parte della Ortese, che nei quarant’anni successivi non tornò più a Napoli (se non una volta per qualche ora, fuggevolmente). La Ortese si è rammaricata a lungo di questa incomprensione, arrivando a scrivere successivamente: “Resta il fatto piuttosto malinconico (o solo inconsueto) che tanto la Napoli offesa (era, poi veramente offesa, o solo un po’ indifferente?), quanto la persona accusata di averle inventato una atroce nevrosi non si siano, in seguito, più incontrate: proprio come se nulla fosse avvenuto. E non era stato così, per me”. Che riflessioni, dunque? Primo, sappiate che la bellezza quasi mai trova la giusta accoglienza: difendete la vostra senza farvi (troppo) ferire da chi non la coglie. Secondo, non lasciate silenzi tra le cose che accadono: le parole pronunciate possono fare male, quelle non dette ancora di più. Terzo, infine, coltivate le eresie del vostro cuore a prescindere da quante scomuniche comportino, fatene cammino per aprire la strada.
GEMELLI
I gemelli sono doppi ma vogliono le cose per la loro metà, così mi ha detto scherzando (mica poi tanto) una cara amica. Alla mia faccia perplessa, prima di qualunque interrogativo, ha poi aggiunto: «Pensa ai gatti, vogliono che tu gli dia da mangiare ma non vogliono il fastidio di un padrone, vengono a prendere le fusa ma ti evitano quando ti avvicini se non è il momento, lasciano che tu li adori ma si riservano sempre la possibilità di mostrare tenerezza o di evitarti». Quindi? «Ancora non capisci? I gatti vogliono le cose non per intero, ma tenersi il buono separato dal male che inevitabilmente le accompagna, così come fanno i Gemelli. Insomma trovare il frigo pieno, senza aver perso tempo per fare la spesa». Sul momento non ho avuto la prontezza di replicare, ammetto che il paragone felino è in parte convincente. Intelligenza, seduzione, insofferenza al conformismo, spregiudicatezza e incoscienza, sono tratti felini che vi caratterizzano e che in fondo giustificano il vostro desiderio di adorazione e leggerezza. Attenzione però, che non in tutte le situazioni è possibile cavarsela con la leggerezza e con la fuga, a volte bisogna accettare che la reciprocità di una relazione ci costringa a prendere tutto insieme e non solo la parte che preferiamo. Che fare, dunque? Un piccolo suggerimento preso a prestito da un verso di Mahmud Darwish: “Alleno il cuore all’amore affinché contenga le rose e le spine”. Irriverenti, affascinanti e leggeri, però, mi raccomando, con il cuore allenato alle rose e alle spine.
CANCRO
“Avevo il cuore che sembrava un barattolo scagliato giù per le scale”. Ci sono giorni in cui penso che questa sensazione vi sia molto familiare o almeno che l’abbiate provata più di una volta nella vita. In parte dipende da un vostro tratto caratteristico, quella sensibilità emotiva (o ipersensibilità) che, quando non è difesa dallo schermo protettivo degli affetti, si smarrisce un po’ nei momenti più difficili, o vi fa sentire instabili e incerti. Senza un porto sicuro e un affetto complice a volte siete incapaci a difendervi, oppure vi sentite come paralizzati in un mondo che corre e che, a differenza vostra, sembra conoscere a perfezione la direzione da prendere. Questo stesso mondo grande e terribile che impiega poco o niente a macinare vite, speranze e aspirazioni in nome di chi sa quali ambiziose carriere spesso costruite sulla sofferenza altrui. Piccoli suggerimenti di autodifesa per l’anno che verrà. Primo: non giocate in difesa, scegliete voi la prima mossa da fare; secondo: fate che la vostra rabbia sia esercizio di costruzione; terzo: mai trattenere respiro e parole. Come ha scritto la poetessa iraniana Forugh Farrokhad: “Non stringermi le labbra al silenzio, ho dentro di me una storia mai detta […] / Vieni, apri questa gabbia / ché io dispieghi le ali / verso il cielo chiaro della poesia, / se mi lasci spiccare il volo / farai di me rosa nel giardino dei versi”.
LEONE
A occhio, tra stelle celesti e pianeti in transito, viene da dire che questo è anno di vecchie semine e nuovi raccolti. La metafora non è proprio originale lo sappiamo e, come sempre, ha più di un significato. Il primo è che siete capaci di rigenerarvi e di rinascere, in un alternarsi di periodi di buio (il seme sepolto) a periodi di luce (fiorire). Il secondo è che bisogna essere disposti a far morire qualcosa di vecchio se vogliamo far nascere qualcosa di nuovo. Il terzo è che tutto questo (seppellire, attendere, rinascere) deve avvenire in modo naturale, assecondando i tempi e desideri della stagione. Fin qui nulla di nuovo – penserete – e nulla di facile (aggiungiamo noi), ma c’è una quarta cosa da tenere a mente, la più importante. Che ogni raccolto deve essere diverso da quelli precedenti, affinché diate spazio per ogni tratto del vostro carattere (sfida al rischio, capacità di inserirsi in situazioni impensabili, insofferenza alle tradizioni, odio per la banalità – giusto per dirne alcuni). Per l’anno che viene tenete a memoria questi versi di Forugh Farrokhad: “Ho un cuore pazzo in fondo al petto e cento voglie dentro al cuore”. Una a una coltivatele tutte.
VERGINE
“Ethos Anthropoi Daimon” è un frammento di Eraclito che comunemente è tradotto come: “Il tuo carattere è il tuo destino”, traduzione che prenderemo qui per buona per quanto ce ne siano di alternative. Del resto, il vecchio Eraclito è stato definito il “pensatore oscuro”, e se persino il buon Socrate ebbe problemi a comprendere i suoi aforismi non saremo noi in queste poche righe ad avventurarci in temi che ci porterebbero troppo lontano dai nostri compiti. Qui ci interessa rammentare che alcuni vostri punti di forza portati al loro estremo rischiano di trasformarsi in elementi di debolezza. Per esempio, la precisione al suo limite può divenire maniacale, la propensione alla critica può divenire demolitrice, la riservatezza può divenire incapacità di esprimere i propri sentimenti, la prudenza può divenire pigrizia e così via. Più di tutto, occorre fare attenzione che la razionalità e la capacità di analisi non vi portino a ciò che in inglese si definisce come overthinking. Il pensare troppo può essere addirittura paralizzante, oltre che faticoso e stancante. Per evitare il rischio, vi lasciamo qui a promemoria questi versi di Patrizia Cavalli che recitano: “Ma davvero per uscire di prigione, bisogna conoscere il legno della porta, la lega delle sbarre, stabilire l’esatta gradazione del colore? A diventare così grandi esperti, si corre il rischio che poi ci si affezioni. Se vuoi uscire davvero di prigione, esci subito, magari con la voce, diventa una canzone”. Mettete voce negli affetti, tenetevi alla larga dalle affezioni.
BILANCIA
L’oroscopo non è un ufficio previsioni sul futuro, piuttosto è un “arnese” per provare a capire come i caratteri del nostro segno ci accompagneranno nel tempo prossimo. Il carattere non è ciò che faremo, ma il modo in cui lo faremo. Platone sostiene che prima di venire al mondo la nostra anima scelga il proprio disegno di vita terrena, le sia poi assegnato un daimon (genio) che le sarà da guida per il destino prescelto e poi, resa irreversibile la trama del suo destino, venga lanciata nel mondo. Il problema è che nel venire al mondo noi dimentichiamo tutto, e perciò siamo costretti a procedere un po’ a casaccio, fino a quando riusciamo a cogliere i segni che il nostro daimon ci suggerisce. Su questa base Hillman ha elaborato la “teoria della ghianda”: noi nasciamo con un carattere che è una immagine data, così “bisogna trovare il buon senso di capire che gli accidenti della vita, compresi il mal di cuore e i contraccolpi naturali che la carne porta con sé fanno parte del disegno dell’immagine, sono necessari a esso e contribuiscono a realizzarlo”. Insomma, come un piccolo Scrat dell’Era glaciale, andiamo per il mondo con questa ghianda in mano fino a quando non diventeremo quercia. Ora, senza nulla togliere alla saggezza filosofica, non sarebbe ora di far uscire il cuore da questa ghianda, e abbracciare la pienezza della vita senza pretesa di essere null’altro di ciò che il nostro cuore riesce a essere?
SCORPIONE
Qualche giorno fa una una persona cara mi ha detto: “Ma non ti viene mai voglia di lasciare tutto e partire?”. Pensandoci mi è venuto poi in mente che Patrizia Cavalli, la più importante poeta contemporanea, ha trascorso tutta la sua vita nella stessa casa di Roma nella quale giunse studentessa nel 1972 proveniente da Todi. A chi la intervistava ebbe a dire: «Ecco, l’amore è un po’ come questa casa, scomoda, difficile, per niente funzionale. Stanze quasi tutte uguali, con un tavolo, qualche sedia, una poltrona, un divano per sdraiarsi e ovunque l’inerzia padronale degli oggetti. Ma certe sere, un po’ ebbra, con tutte le mie belle luci accese guardo questa casa, la guardo e mi commuove […]». In queste poche righe troviamo l’essenziale o quasi. L’amore deve essere un po’ scomodo per non essere abitudine, ciò non gli sottrae bellezza, e per essere naturale è un gioco di viaggi tra cervello e corpo. Tutto qui, allora? Ovviamente no, c’è molto altro che non possiamo fare entrare nelle poche righe di questo oroscopo, ma questo piccolo promemoria (parole e musica di Patrizia Cavalli/Diana Tejera) vi serva da guida nell’anno che viene: “Al cuore fa bene far le scale, al cuore fa bene far l’amore il cuore qualcosa deve fare che altrimenti muore […]. Fallo impazzire, fallo soffrire, non dare retta a chi ti dice di andare piano, che vada in fretta fallo sfrenare, la vita è questa, deve scaldarsi, deve eccitarsi, il cuore è cuore si ferma e muore, non lo fermare il cuore”. Così è, “al cuore fa bene salire le scale”, non conta se siano quelle di un palazzo, di una strada o di una metropolitana. Conta non dare retta a chi dice di andare piano.
SAGITTARIO
Ci sono due modi per dire “andrà tutto bene”. Il primo è come quello dello psichiatra manicomiale che batte la mano sulle spalle del paziente che non vedrà mai l’uscita e di promessa in promessa morirà senza conoscere la libertà, o come quelli che al primo momento di difficoltà che provate a condividere ve lo dicono e poi spariscono, o ancora come gli astrologi dell’oroscopo “pace, amore e felicità” che si infrangono dinnanzi alla realtà di guerre e pandemie. Poi, però, c’è un secondo modo, che vi diciamo con le parole di Circe (nella versione della Miller): “Sotto le dita la sua pelle mi è familiare, quanto la mia. Ascolto il suo respiro tiepido sull’aria notturna, e in qualche modo mi conforta. Lui non intende dire che non fa male. Non intende dire che non siamo spaventati. Solo questo: che siamo qui. È questo che vuol dire nuotare nella corrente, camminare sulla terra e sentirne il tocco sotto i piedi. È questo che significa essere vivi”. Andrà bene tutto quello che vi fa sentire vive/i. Il cuore resta un posto sicuro anche si vi abitano mille paure.
CAPRICORNO
Ha scritto Annacarla Valeriano che Franca Ongaro Basaglia riteneva non fosse sufficiente scardinare la porta del manicomio per restituire una reale libertà alle persone internate, e metteva in guardia contro quello che definiva “il malinteso della porta aperta”. Se la porta del manicomio si fosse aperta conducendo quelle persone in una organizzazione sociale fondata su logiche di esclusione ed emarginazione, a poco o nulla sarebbero valsi gli sforzi. Per superare il manicomio e consentire alle persone recluse di recuperare il proprio posto nel mondo occorreva, dunque, forzare le porte del manicomio per aprirle verso una comunità sociale pronta a mettere in discussione i propri paradigmi escludenti. La porta andava aperta verso la vita stessa allora, verso “una realtà che deve essa stessa aprirsi” e non verso altre porte chiuse, altrimenti al cambiamento simbolico (la chiusura del manicomio) non sarebbe seguito un cambiamento reale, ma solo una diversa forma di oppressione. Eccoci a voi, allora, con il nostro suggerimento per l’anno che viene. Aprite il cuore solo a cuori davvero aperti, a chi di quella apertura fa cambiamento, intesa e fiducia. Tutto qui, mi direte? Ebbene sì, noi scriviamo l’oroscopo, il resto della vita tocca scrivervelo da soli. Siamo sicuri che non vi manca il talento.
ACQUARIO
“Che fai papà?”. “Cerco il mio cuore caduto quella notte”. “Pensi di ritrovarlo qui?”. “E dove altrimenti? Mi chino a terra e lo raccolgo chicco a chicco come le contadine raccolgono le olive a ottobre”. “Ma stai raccogliendo sassolini!”. “Per tenere in esercizio il senso della memoria e della percezione. Chissà, magari questi sassolini sono calcificazioni del mio cuore […]. Quando trovo sassolini che somigliano al mio cuore, con dita incandescenti li trasformo in parole che mi mettono in contatto con la patria lontana, così diventiamo una lingua capace di farsi carne”. Sono le parole del poeta palestinese Mahumud Darwish che prendiamo a prestito per più di una ragione. La prima è che ciascuno di noi fa i conti con assenze e smarrimenti, di luoghi, persone o storie, e impara che il tempo non per forza restituisce ciò che il tempo prende. La seconda è che bisogna rammentare che le ingiustizie avvengono non a causa di un destino ingovernabile, ma di prevaricazioni e prepotenze di chi dispone di forza e potere. La terza è che possiamo raccogliere una a una le parti che compongono il nostro cuore e rimetterle assieme in forma differente, sapendo che le ferite, per smettere di sanguinare, diverranno cicatrici. L’ultima, decisiva, che a “farsi carne” devono essere le parole e i pensieri capaci di farvi sentire pieni di vita e ancora affamati di altra vita. Nel tempo che verrà datevi tempo, prendetevi spazio, siate affamate/i. Il cuore è un luogo che va riempito di futuro.
PESCI
Per molti anni ho odiato la città in cui sono nato e che pure amavo, perché non riuscivo a comprenderne storia e trame che si sovrapponevano fino a farmi smarrire o a farmi sentire ospite indesiderato. Molto spesso ho desiderato di andare via, in un qualunque luogo purché lontano. Potete ben comprendere il desiderio di fuga, di immaginare un altrove di lotte in cui le passioni si possano sviluppare lungo l’asse perfetto dei propri desideri. Ho compreso più tardi – come insegna il poeta – che la salvezza non è nella fuga, ma nel restare dentro l’inferno con la volontà di capirlo e soprattutto di cambiare senza tradirsi. Così mi sono state chiari questi versi di Pasolini: “Stupenda e misera città, che mi hai insegnato ciò che allegri e feroci gli uomini imparano da bambini […], a difendermi, a offendere, ad avere il mondo davanti agli occhi e non soltanto in cuore, a capire che pochi conoscono le passioni in cui sono vissuto”. Eccoci a voi, dunque, irrequieti e candidi, a volte incerti tra il desiderio del cambiamento e la pacifica serenità, ma comunque in perenne movimento. Quest’anno la vostra sfida è tutta qui, “avere il mondo avanti agli occhi e non soltanto in cuore”, che c’è passione solo nei corpi e nella vita concreta e imperfetta. Il cuore non è una sala di aspetto, ovunque la vita si sporca con la vita.
Le immagini dei segni sono di cyop&kaf
Abbiamo tradotto il vostro bellissimo oroscopo: https://aesteladodelmediterraneo.wordpress.com/2024/01/18/un-corazon-hambriento-horoscopo-de-foucault-2024/
Saluti!