MONiTOR Italia
  • Home
  • temi
    • culture
    • iniziative
    • italia
    • lavoro
    • migrazioni
    • recensioni
    • rifiuti
    • sanità
    • scuola
  • città
    • bologna
    • milano
    • napoli
    • roma
    • torino
  • foto
    • fotoreportage
    • fotogallerie
  • autori
  • edizioni
  • napoli MONiTOR
culture
25 Ottobre 2018

La questione alimentare e il peso delle diseguaglianze

-ma
(disegno di escif)
(disegno di escif)

da: Il Corriere del Mezzogiorno

Il 16 ottobre è stata la Giornata mondiale dell’alimentazione durante la quale è stata denunziata un’inversione di tendenza che vede il riacutizzarsi della fame e della malnutrizione nel mondo. Ecco: la malnutrizione. È una delle criticità che, fino a poco più di quarant’anni fa,  rappresentava uno stigma di Napoli. Tutto il Secolo Breve ha visto, in città, il susseguirsi di iniziative politiche che avevano al centro la questione alimentare, dalla Mensa Matteotti animata da Vera Lombardi nell’immediato secondo dopoguerra all’esperienza della Mensa dei bambini proletari nel quartiere di Montesanto negli anni Settanta. La malnutrizione del proletariato precario di quegli anni riguardava la scarsità, al contrario, oggi i figli di quei bambini sono vittime di una malnutrizione legata all’eccesso.

Siamo in presenza di una diseducazione alimentare che provoca  una vera e propria epidemia di patologie legate alle disfunzioni alimentari, diffusa tra gli strati più umili della popolazione. Fenomeno legato, probabilmente, a uno stadio “postmoderno” della voracità del sottoproletariato locale descritta dall’antropologo Thomas Belmonte nel suo La Fontana Rotta (1979). Si mangia troppo e male. Si acquistano grandi quantità di cibo a poco prezzo e quindi scadente, altrimenti non si spiegherebbero le enormi disparità di prezzo di prodotti simili venduti in supermercati “biologici” come nei discount diffusi a macchia d’olio nei quartieri popolari. La Campania (Napoli in particolare) ha il primato nazionale per le patologie derivate dalla diseducazione alimentare. Le persone in sovrappeso sono il 39% della popolazione e l’obesità raggiunge il 18% con un picco drammatico del 23% tra i minori. L’incidenza dell’obesità diminuisce progressivamente all’aumento del grado del titolo di studio e delle risorse economiche delle famiglie (Fonte: Rapporto 2017. Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane). La malnutrizione comporta degli altissimi costi sociali in termini aumento di ricoveri per patologie da essa derivate. La sanità campana, che a malapena riesce ad assicurare i minimi LEA, viene ulteriormente gravata dal peso delle disuguaglianze.

Il cibo è cultura. Si trova alla base del processo di crescita degli individui. Attraverso l’alimentazione di stabiliscono i primi parametri relazionali se quindi si sperimentano modalità di nutrimento smodate, disequilibrate e prive di consapevolezza le conseguenze agiscono anche sul processo di coesione sociale.

In primo luogo l’assenza di una refezione scolastica degna di questo nome, puntuale e pianificata con al centro la diffusione di una alimentazione sana e non il maggior ribasso degli appalti, è la prima causa della malnutrizione attuale. Ci sono famiglie che con la “social card” (e futuro reddito di cittadinanza) riempiono le dispense di prodotti nocivi a buon mercato (bibite gasate, sovrabbondanza di zuccheri e grassi) mentre altre organizzano la propria dieta alternando carne, pesce e verdura. A Napoli  succede ancora di ritrovarsi bambini stupiti di fronte a pietanze sconosciute quando ospiti in ambienti diversi. E non si parla di alta cucina ma di normale uso di verdure, pesce o carne freschi.

Si tratta, quindi, di agire radicalmente sulla qualità della vita di coloro che crescono sotto il peso delle disuguaglianze. Intervenire non più sui bisogni primari quanto sulle modalità attraverso cui questi ultimi vengono soddisfatti, e renderle socialmente e individualmente sostenibili.

In un paese ossessionato dalla spettacolo del cibo, in una città che fa della pizza il simbolo del proprio orgoglio, in un luogo dove le manifestazioni enogastronomiche assumono i contorni di iniziative culturali, non è più tollerabile la disuguaglianza alimentare. L’educazione alimentare è il primo passo per affermare il diritto costituzionale alla salute. Non sono le dispense, oggi, a esser vuote ma, bensì, le politiche di integrazione a tutti i livelli. (-ma)

Share on Facebook Share on Twitter Share on Google+
Previous Article Ponticelli, la città interrotta
Next Article Bagnoli, il ministro Lezzi e il teatrino della democrazia

Related Posts

  • E lucevan le stelle, un progetto fotografico sulla cooperazione nella salute mentale

  • Arte pubblica, disciplinamento sociale e ipocrisia

  • Ascoltate quello che i malati hanno da dire. Su Stranieri a noi stessi di Rachel Aviv

  • Un cuore affamato. Oroscopo di Foucault 2024

Leave a Reply

Appuntamenti

Edizioni MONiTOR

Lo stato delle città, n°12

Lo stato delle città, n°11

Lo stato delle città, n°10

Lievito

La memoria bucata

Lo stato delle città, n°9

Confini

Le guarattelle

Lo stato delle città, n°8

Le fragili alleanze

Lo stato delle città, n°7

La settimana santa

L’estate è finita

La Venere degli stracci

Lo stato delle città, n°6

Baby Gang

Lo stato delle città, n°5

Lo stato delle città, n°4

Solidi

Detti

Lo stato delle città, n°3

Lo stato delle città, n°2

Risalendo la china

Quartieri Spagnoli

L’infelicità italiana

Lo stato delle città, n°1

Lo stato delle città, n°0

Heroes

Qualcosa che bruci. Oroscopo di Foucault

Il cielo in una stanza

Lo sparo nella notte

La città orizzontale

Grigio

Primavera breve

Fino all’urdemo suspiro

Vai mo

Palude

iL SINDAKO

Lo stato della città

Il fuoco a mare

La sfida

Odissee

SOSTIENI!

Lo stato delle città / LA RIVISTA

NEWSLETTER

Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy.

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Fotoreportage

Storie Disegnate

Napolimonitor.it 2006 > 2015

Lo stato della città / IL LIBRO

Chi siamo

Napoli Monitor è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014.
A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento.
Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

contatti

La redazione di Napoli Monitor è ai Quartieri Spagnoli (via Emanuele De Deo 63/a, 80134 – Napoli) – info: redazione@napolimonitor.it

MONiTOR Italia
© Copyright 2015. Proudly supported by dopolavoro and Shift-Left