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25 Febbraio 2024

Milano, un corteo contro le guerre e contro il massacro in Palestina

Alessandra Mincone

Foto e testo di Alessandra Mincone

Sabato 24 febbraio un corteo di più di trentamila persone ha bloccato il centro di Milano fino alle 18. La manifestazione è stata lanciata dai Giovani Palestinesi d’Italia in prosecuzione dello sciopero generale del giorno precedente. Il corteo è iniziato intorno alle 14:30 con alla testa i palestinesi. Lungo il tragitto, centinaia di agenti hanno chiuso l’accesso alla maggior parte delle vie che confluiscono su corso Buenos Aires. Inizialmente, infatti, movimenti e sindacati di base milanesi avevano annunciato di voler attraversare il cuore della città-vetrina per arrivare a piazza del Duomo, ma la questura ha imposto una modifica al percorso per “motivi di sicurezza”.

D’altronde, dopo le manganellate contro i militanti alle sedi Rai di Napoli, Roma, Genova, Brescia e Bologna, la Lega ha presentato il 14 febbraio un Ddl per vietare le manifestazioni “in cui si esprimono critiche alle istituzioni israeliane”. Le mobilitazioni degli studenti a Pisa, Firenze e Cagliari, definite “non-autorizzate” dal ministro Piantedosi, sono state meno di dieci giorni dopo caricate senza scrupolo.

La risposta ai divieti ministeriali è stata politica. Il corteo ha puntato a piazza Cairoli, dove il vicepremier Salvini qualche mese fa ha organizzato una manifestazione di sostegno allo stato d’Israele. Nonostante i cinque chilometri di percorso, il corteo si è svolto senza problemi di ordine pubblico, attraversando l’area della stazione centrale e quella dell’ambasciata americana. 

Dal furgone si sono alternati interventi di realtà sociali arrivate da tutta Italia per chiedere la fine del genocidio palestinese. Dal mondo del sindacalismo di base sono arrivati appelli per continuare la mobilitazione sui luoghi di lavoro in continuità con lo sciopero della logistica del giorno precedente e il blocco dell’invio di armi in Medio Oriente e Ucraina. In provincia di Napoli, all’alba di venerdì, attivisti, lavoratori e disoccupati napoletani hanno presidiato e bloccato le attività della Leonardo Spa, prima impresa di produzione militare in Europa, “che continua ad accumulare profitti miliardari grazie all’escalation bellica degli ultimi anni”. Oltre che in Italia, tra venerdì e sabato si sono svolti scioperi antimilitaristi in tutto il mondo: in Germania, in Turchia, in California, in Giappone e in India.

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