Auletta è un piccolo paese della provincia di Salerno, sede delle grotte di Pertosa-Auletta. È uno dei comuni del Parco nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano e si affaccia sul fiume Tanagro, parte nella Rete Natura 2000 e della Riserva naturale Foce Sele-Tanagro. Fin dal 2021 l’amministrazione di Auletta, guidata dal sindaco di centrodestra Pietro Pessolano, ha intavolato un dialogo con la società Neoagroenergie Srl per la costruzione di un impianto a biometano, dopo che la società agricola Retina Land Srl aveva acquistato per questo scopo quattro ettari di terreno in località Cerreta. Le due società sono controllate dalla stessa holding, la Retina Holding Srl, a sua volta controllata dalla Retina Sca.
Il procedimento non è stato pubblicizzato in alcun modo e gli abitanti ne sono venuti a conoscenza solo nel giugno 2023, quando il testo di una delibera è stato pubblicato dalla giornalista Federica Pistone sulla testata locale Italia2tv. Da lì è partita un’inchiesta, coordinata della giornalista Sara Manisera, che ha portato alla luce i personaggi e le aziende coinvolte nell’operazione. Da quel momento un gruppo di abitanti di Auletta ha cominciato un’opera di informazione sul territorio, girando casa per casa, provando a spiegare cosa stesse accadendo e cosa fosse un impianto di biometano. Nasceva così il comitato Auletta Casa Mia.
Il lavoro del comitato ha fatto emergere in particolare che Neoagroenergie (società con un capitale sociale di soli diecimila euro) solo apparentemente si occupa della costruzione di piccoli impianti per realtà locali. È infatti parte di Retina Holding, e quindi riconducibile a Retina Sca, gruppo che ha sede in Lussemburgo, un capitale di nove milioni di euro, oltre che soci e dirigenti coinvolti in passato in diverse inchieste.
A dispetto del proprio cospicuo capitale, tuttavia, Retina Sca si esporrà ben poco finanziariamente in questa operazione, dal momento che l’impianto sarà interamente finanziato con fondi Pnrr. Gli incassi invece, tutti privati, si stimano intorno ai quattordici milioni di euro (senza contare che la società ha avuto incarico di costruire altri sei impianti tra Lazio e Campania, per un guadagno di ottantasette milioni di euro).
SCATOLE CINESI
Tra gli “arti” della società lussemburghese spiccano realtà come Actarus Renawable e UHY Finova. Il fondatore della prima è Riccardo Paganelli, arrestato dalla Guardia di finanza nel 2011 con l’accusa di corruzione (ha poi patteggiato la pena). Nel gruppo è invece attualmente presente Luigi Norgia, amministratore unico, ingegnere, ex candidato consigliere comunale a Roma nella lista Alemanno sindaco. Il direttore generale è Franco Torra, capo dell’area Investimenti Real Estate e Distressed Assets della società Serenissima Sgr, più volte sanzionata per illeciti nell’amministrazione dei fondi a danno degli investitori e per operazioni opache tra le controllate del gruppo. A guidare UHY c’è invece Salvatore Desiderio, ex amministratore della lussemburghese Finmeccanica Finance, società controllata da Finmeccanica e cancellata dal registro imprese del Granducato dopo un’inchiesta del 2017 per evasione fiscale e appropriazione indebita, inchiesta che aveva coinvolto lo stesso Desiderio.
Se il curriculum del gruppo dirigente lascia ben poche speranze rispetto alla presupposta utilità di un impianto di questo genere per il territorio, in tema “sostenibilità” va specificato che la struttura che sorgerà ad Auletta avrà bisogno di circa trecento tonnellate di scarti al giorno, il tutto trasportato da camion su gomma. Scarti che le piccole aziende agricole del territorio non producono, il che significa che altri rifiuti arriveranno da comuni confinanti, sempre attraverso camion. L’impianto, inoltre, non sarà a ciclo chiuso: si pone quindi il problema del destino, con tutta probabilità in discarica, del materiale digestato che verrà prodotto.
LA COMUNITÀ IN LOTTA
Da diversi mesi la comunità della zona si sta attivando con riunioni e assemblee per informare e rilanciare la lotta. Per ora sono state organizzate sei assemblee pubbliche, cercando di coinvolgere tutta la popolazione. Il comitato si è messo in contatto con la Rete giustizia climatica Ferrara, RESTA Vallo di Diano, il Comitato no biogas di Vescovana e il comitato No alle fonderie Pisano. Il 10 gennaio hanno sfilato in corteo per le strade di Auletta quattrocento persone per esprimere la propria contrarietà al progetto. Sorprendente il numero, per un territorio che conta appena mille e duecento abitanti. Il corteo è risultato molto eterogeneo, colorato, composto da adulti, bambini e ragazzi.
Pochi giorni dopo il consiglio comunale ha attestato con una delibera la contrarietà alla realizzazione dell’impianto di biometano. Spetterà ora alla giunta e agli uffici tecnici recepire la delibera e tradurla in tempi rapidi in atti amministrativi. All’orizzonte, però, anche in questo caso, si prospetta una battaglia legale, dal momento che i terreni sono già stati venduti per una cifra di centoquarantamila euro circa. Un ulteriore passaggio potrebbe essere il ricorso al presidente della Repubblica. La pressione del comitato ha fatto sì che il consiglio comunale votasse all’unanimità la revoca della delibera di giugno e di tutti gli atti amministrativi prodotti sul tema. Nel momento in cui Retina Land dovesse far causa al Comune, una delle possibilità sarà quella di ricorrere a livello civile coinvolgendo le massime istituzioni del paese. Nel frattempo, naturalmente, sarà fondamentale continuare con gli incontri e le assemblee, mantenendo alta l’attenzione su questa lotta. (-esse)
Leave a Reply