Nella giornata del 5 novembre oltre duecento persone hanno dato vita a un corteo che ha percorso il centro cittadino di Modena, manifestando contro il progetto di ampliamento dell’autodromo di Marzaglia e contro la politica di cementificazione e inquinamento che domina il territorio emiliano, ribattezzato per l’occasione Tumor valley, vista l’incidenza sempre maggiore dell’inquinamento sulla salute dei cittadini di una delle zone più insalubri d’Europa. Numerosi interventi hanno illustrato come la tutela dei territori e l’ecologia non possano più essere considerate questioni secondarie, sfruttate dai poteri economici a proprio piacimento attraverso operazioni di greenwashing. Al contrario, l’emergenza ambientale è in tutto e per tutto parte delle problematiche sociali ed economiche dei territori.
Il progetto dell’ampliamento dell’autodromo ha visto nella sua storia numerose ambiguità e irregolarità. Il problema non si limita alla devastazione dello spazio verde che andrà a distruggere, ma si colloca a pieno titolo in un sistema di sviluppo e gestione del territorio miope e dannoso, lo stesso sistema che permette alle lobby del mattone di intaccare le falde acquifere per la costruzione di alloggi dal prezzo al metro quadro altissimo, del tutto incapaci di rispondere all’emergenza abitativa; lo stesso sistema che spiana la strada ai colossi della logistica e della grande distribuzione, non riuscendo dall’altro lato a fornire e organizzare per la cittadinanza spazi sociali e servizi minimi. Con prepotenza è emerso anche il problema sempre più pressante delle utenze, e si è promossa una ulteriore mobilitazione sul tema dell’impoverimento imposto dal sistema economico.
Momento centrale della mobilitazione è stato il collegamento audio dalla piazza di Napoli con il Collettivo di fabbrica della Gkn: un momento di aggiornamento e vicinanza con la mobilitazione che si svolgeva nelle stesse ore dall’altra parte di Italia, e la base per la condivisione del percorso di costruzione dei prossimi appuntamenti. La data del 5 novembre modenese era d’altronde già pensata come un momento di raccordo e convergenza fra alcune organizzazioni e comitati, e una ulteriore spinta è venuta proprio dagli incontri e dalle mobilitazioni che si sono susseguite negli ultimi mesi, anche in relazione con quel percorso.
Altre riflessioni: la mobilitazione, se si guarda alla storia recente, è stata il secondo corteo cittadino appena, nel giro degli ultimi due anni (l’ultimo fu a maggio 2022 e fu promosso dai comitati contro il Polo Conad nel quartiere Sacca). Un dato che testimonia la scarsa vitalità della città e allo stesso tempo la difficile visibilità politica di queste iniziative. La partecipazione ha visto un’età media non bassissima, se si escludono i cittadini e gli attivisti giunti dalla provincia. Altro dato è rappresentato dalla presenza, comunque lontana da un protagonismo all’interno della piazza, di gruppi della sinistra istituzionale cittadina e del Movimento 5Stelle, organizzazione comunque non scevre da contraddizioni su questi temi.
La nota positiva, tuttavia, è la possibilità di attivazione di percorsi più ampi di “convergenza”, appunto, necessari per affrontare un difficile presente. (modena contro la tumor valley)
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