MONiTOR Italia
  • Home
  • temi
    • culture
    • iniziative
    • italia
    • lavoro
    • migrazioni
    • recensioni
    • rifiuti
    • sanità
    • scuola
  • città
    • bologna
    • milano
    • napoli
    • roma
    • torino
  • foto
    • fotoreportage
    • fotogallerie
  • autori
  • edizioni
  • napoli MONiTOR
migrazioni
5 Novembre 2018

Pugni, calci e colpi di mazza da baseball. Un’aggressione razzista al Vasto

Antonio Esposito
(archivio disegni napolimonitor)
(archivio disegni napolimonitor)

«Quando ho accompagnato la pattuglia sul luogo dell’aggressione, due delle tre persone che mi avevano assalito stavano ancora lì. Il terzo, quello sul motorino era scappato, ma gli altri due, un padre e un figlio, erano rimasti, come se fossero certi di restare impuniti. Sono convinto che, come mi hanno assicurato, le forze dell’ordine avranno fatto il loro dovere, identificandoli, e che la giustizia farà il suo corso. Però, il fatto che fossero rimaste sul posto, senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze della loro violenza, anzi quasi a rivendicarla, fa pensare che queste persone si sentissero legittimate ad aggredire gli immigrati: una legittimazione che viene da chi ci governa, dalle parole d’odio, dalle leggi razziste che stanno emanando, da un ministro dell’interno che è giunto in questo quartiere promettendo di cacciare gli immigrati».

Ho parlato al telefono con Abraham Narcisse, attore, mediatore culturale e attivista ivoriano, colpito con pugni, calci e una mazza da baseball da tre napoletani il pomeriggio del 30 ottobre scorso nel quartiere Vasto di Napoli. Abraham è convinto della matrice politica dell’aggressione subita: «Cercavano la rissa. Probabilmente, l’intento era di provocare una reazione dei migranti, una situazione di caos e violenza generalizzata da addebitare agli africani della zona. Per fortuna i miei fratelli migranti non sono caduti nella trappola, mi hanno sottratto al pestaggio e insieme abbiamo deciso di non reagire con violenza, ma, seguendo la legge, di denunciare alle forze dell’ordine tutto quanto accaduto».

A settantadue ore dall’aggressione che gli ha provocato forti dolori al torace e al ginocchio, con una prognosi di dieci giorni data dal pronto soccorso, Abraham ricostruisce nei dettagli quanto accaduto: «Erano le 16,20, tornavo da lavoro, ero stato alla Cgil e avevo parcheggiato in zona. Stavo parlando con un mio connazionale all’angolo tra via Palermo e via Bologna quando un signore si è avvicinato sempre più, a pochi centimetri di distanza, e ha iniziato a inveirmi contro: “Questi stranieri di merda devono andare via”. Io non sono una merda, sono un essere umano come lui. Allora gli ho chiesto: “Se noi siamo delle merde tu cosa sei?”. Lui ha iniziato a gridare in napoletano, mi ha preso per il collo minacciandomi, “noi questi neri li ammazziamo”, è sopraggiunta una seconda persona scesa da un motorino, hanno iniziato a spingermi e colpirmi al torace. Quindi è arrivato un terzo, facendomi segno che mi avrebbe tagliato la gola. Ho scoperto dopo che era il figlio del mio primo assalitore, è andato a prendere una mazza da baseball nelle vicinanze, mi ha colpito violentemente al ginocchio. Fortunatamente i miei fratelli immigrati, visto quanto stava accadendo, mi hanno portato via. Al Vasto, in questi giorni, ci sono molte forze dell’ordine, mi sono fermato presso due pattuglie a via Firenze, ho raccontato l’aggressione, hanno chiamato una terza volante che ho accompagnato sul posto. Gli agenti mi hanno assicurato che avrebbero fatto quanto dovuto, io quindi sono andato al pronto soccorso perché avevo dolori e problemi a respirare. Non ho nulla di rotto. Sono stato più fortunato di altri fratelli che in situazioni analoghe, ormai sempre più numerose, hanno subito danni molto più gravi o sono stati ammazzati».

Gli chiedo se ora ha paura, se pensa di restare a Napoli o andare via. La risposta è netta: «Resterò, da quando sono arrivato, nel 2009, Napoli è la mia terra, quella che mi ha accolto, e qui continuerò la mia battaglia per i diritti, la convivenza pacifica contro il razzismo. Certo, anche Napoli corre il rischio di diventare una città razzista: pure quando sono arrivato c’erano aggressioni, ma erano finalizzate per lo più ai furti, non si facevano distinzioni di razza. Oggi, come è capitato a me, non portano via nulla, ti aggrediscono per il colore della pelle, perché sei nero. Ora cammino per strada con grande preoccupazione. Questi episodi si stanno moltiplicando da quando questo governo ha preso il potere. Ma nessuno di chi ci governa denuncia le violenze che subiamo noi immigrati. Serviamo solo come capri espiatori, per il resto siamo diventati invisibili».

Abraham è deluso soprattutto dal Movimento 5 Stelle, di cui pure è stato attivista in area flegrea: «Il movimento è complice delle politiche razziste della Lega, ora chiede addirittura di votare compatto il decreto sicurezza che creerà nuovi irregolari rendendo la situazione ancora più drammatica. Chi rappresenta i 5 Stelle al governo e in parlamento, votando queste leggi tradisce me e tanti altri cittadini che hanno creduto in questo progetto. Essere irregolari non è un crimine e nessuno straniero vuole essere irregolare, è criminale chi mette le persone nelle condizioni di esserlo. Per questo, lo ribadisco, non mi arrendo: il 10 novembre sarò in piazza a Roma, per la manifestazione nazionale contro il razzismo e il decreto sicurezza, per i diritti e la democrazia. Una manifestazione che non serve solo ai migranti ma, ne sono certo, innanzitutto agli italiani. Perché questa è una lotta di tutti, donne e uomini di tutti i colori, per l’uguaglianza e la libertà». (antonio esposito)

Share on Facebook Share on Twitter Share on Google+
Previous Article Marsiglia, celerini e scavatrici contro il mercato di quartiere
Next Article Santa Maria Capua Vetere, un’assemblea pubblica contro i roghi tossici

Related Posts

  • Il naufragio invisibile. La strategia del silenzio sulle morti di frontiera

  • Uno spazio per l’accoglienza ai migranti nel Silos di Trieste, favorevoli e contrari

  • La fine del processo alle Ong. Dieci anni di calunnie contro la solidarietà in mare

  • Inchiesta su Ousmane Sylla, morto d’accoglienza

Leave a Reply

Appuntamenti

Edizioni MONiTOR

Lo stato delle città, n°12

Lo stato delle città, n°11

Lo stato delle città, n°10

Lievito

La memoria bucata

Lo stato delle città, n°9

Confini

Le guarattelle

Lo stato delle città, n°8

Le fragili alleanze

Lo stato delle città, n°7

La settimana santa

L’estate è finita

La Venere degli stracci

Lo stato delle città, n°6

Baby Gang

Lo stato delle città, n°5

Lo stato delle città, n°4

Solidi

Detti

Lo stato delle città, n°3

Lo stato delle città, n°2

Risalendo la china

Quartieri Spagnoli

L’infelicità italiana

Lo stato delle città, n°1

Lo stato delle città, n°0

Heroes

Qualcosa che bruci. Oroscopo di Foucault

Il cielo in una stanza

Lo sparo nella notte

La città orizzontale

Grigio

Primavera breve

Fino all’urdemo suspiro

Vai mo

Palude

iL SINDAKO

Lo stato della città

Il fuoco a mare

La sfida

Odissee

SOSTIENI!

Lo stato delle città / LA RIVISTA

NEWSLETTER

Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy.

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Fotoreportage

Storie Disegnate

Napolimonitor.it 2006 > 2015

Lo stato della città / IL LIBRO

Chi siamo

Napoli Monitor è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014.
A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento.
Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

contatti

La redazione di Napoli Monitor è ai Quartieri Spagnoli (via Emanuele De Deo 63/a, 80134 – Napoli) – info: redazione@napolimonitor.it

MONiTOR Italia
© Copyright 2015. Proudly supported by dopolavoro and Shift-Left